3.
IL
DEXTRUM
GENUS
I.
UNA
STRANA
QUESTIONE
DI
GINOCCHIA
La
tesi
alchemica,
almeno
a
grandi
linee convincente
in
relazione
al dipinto
del
Guercino,
ci
è
sembrata
particolarmente
poco
adatta
a spiegare
il primo
Et
in
Arcadia
Ego del
Poussin;
esiste
inoltre in
esso
un
dettaglio,
messo
in
luce
dallo
stesso
Baldini,
che
ci
dà
molto
da
pensare
e
che
potrebbe
spostare
l'indagine
in
tutt'altra
direzione,
sospingendola
nuovamente
sui
binari
di
quella
che
abbiamo
definito
la
"tesi
graaliana":
si
tratta
del
gesto
che
compie
la
giovane
donna,
quello
di
scoprirsi
il
ginocchio
destro.
Se
a
Baldini
sembra
"palese"
che
questo
gesto
la
identifichi
con
Ermione,
a
noi
sembra
invece
palese
che
se
ne
possa
dare tutt'altra
interpretazione:
alla
"questione
del
ginocchio
destro"
è
infatti
dedicato
un
curioso
ed
interessante
articolo
di
Maurizio
Isauro
intitolato Dal
codice Da
Vinci al
codice Giorgione,
pubblicato
nel
2006
su
Edicolaweb.
Vediamo
di
che
si
tratta.
Isauro
fa
notare che
esiste
un dettaglio,
apparentemente
trascurabile,
che accomuna
dipinti diversi
ed anche lontani
nel tempo: è
un dettaglio
fisico al quale
si rischia di
non prestare
la dovuta attenzione,
ed ha a che
fare con le
ginocchia,
per la precisione
il ginocchio
destro. Parlando
del celebre
dipinto La
tempesta di
Giorgione,
egli ad un certo
punto si domanda:
"Chi è
quella misteriosa
donna che
accudendo
e allattando
amorevolmente
il suo pargolo
lancia un’occhiata
di sfida
all’ignaro
visitatore
delle gallerie
dell'Accademia
di Venezia?
Perché,
seduta in
modo assai
scomodo,
si tocca
con la mano
sinistra
il ginocchio
destro evidenziandolo
ulteriormente
con il dito
indice?"
Egli
prosegue proprio
facendo
riferimento
a
questo
primo
dipinto
di
Poussin
ed
osservando
che "innegabile
è
l’influenza
che "La
Tempesta"
esercitò
sul Poussin
nell’esecuzione
dei due
quadri sul
tema dei
Pastori
d’Arcadia,
dipinti
in seguito
al soggiorno
veneziano
del pittore
francese
nel 1624.
[...] Come
non notare
le analogie
tra la donna
che allatta
ne "La
Tempesta"
e la donna
vestita
di bianco
nella prima
versione
dei Pastori
d’Arcadia?
Ambedue
presentano
il seno
destro scoperto
e indicano
il ginocchio
destro.
Come
non notare
la similitudine
tra l’uomo
con il bastone
di "La
Tempesta"
e i pastori
presenti
nelle tele
del Poussin,
intenti
nel perseguire
la decifrazione
del motto
ermetico
"Et
in Arcadia
Ego"?"
Sull'identificazione
del quarto
personaggio,
palesemente
estraneo alla
scena, anch'egli
non
ha
dubbi: si
tratta
del
fiume
Alfeo,
simbolo
del
sapere
iniziatico;
in
tutto
il
resto,
però,
la
sua
interpretazione
diverge
totalmente
da
quella
di
Baldini.
Nella
seconda
versione de
I
pastori d'Arcadia
dipinta
da Poussin nel
1639 il
gesto di scoprirsi
il ginocchio
non viene
compiuto: esso
rimanda
probabilmente
ad
un'altra
simbologia.
Il
gesto di scoprire
il ginocchio
ritorna invece,
e con particolare
enfasi, in un
altro dipinto
di Poussin:
Il
trionfo di Flora
del 1631.
La donna
posta in
primo piano si appoggia
voluttuosamente
sul ginocchio
destro del
proprio
compagno,
bene in evidenza,
e scopre il
suo con la mano
sinistra. Isauro
nota che la
posizione
dei due
personaggi
potrebbe
ricordare
l'atteggiamento
di uno Hieros
Gamos, ribadito
ulteriormente
dalla presenza
nel grembo
della donna
di un calice,
anzi dell'unico
calice dell'intera
scena. E
quando si dice
calice nell'arte,
il pensiero
corre subito
al Santo Graal.
Ma
ciò
che più
sorprende
l'autore dell'articolo
è il
ritrovare questa
postura dove
uno meno se
l'aspetterebbe:
nel diavolo
Asmodeo
posto all’ingresso
della chiesa
di Rennes
le Château
in Francia.
Anche il
demone,
infatti, mette
chiaramente
in evidenza
il proprio
ginocchio
destro segnandolo
con la mano
sinistra.
E
non c'è
poi da stupirsi
più di
tanto, se si
pensa che fu
proprio
il
discusso parroco
Bérenger
Saunière
a
far scolpire
questa statua,
insieme
a molte
altre bizzarre
opere, avendo
bene in mente
il precedente
di
Giorgione
e Poussin.
Proprio di Poussin
era una delle
due tele che
egli volle con
sé quando
si accinse a
delle ricerche
che lo portarono
in breve tempo
alla ricchezza.
Perché,
dunque,
il diavolo
Asmodeo
indica il
suo ginocchio
destro?
Che
cos'ha a che
vedere questa
bizzarra creatura
con la donna
della Tempesta
e con le
donne di Poussin?
Similmente,
del resto,
si comporta
il San Rocco
che mostra
la ferita
nella chiesa
di Rennes-le-Château
(altra statua
commissionata
da Bérenger
Saunière).
Ma,
si
dirà,
potrebbe
essere
un
caso...
Il
prosieguo
dell'articolo
di
Isauro
farà
comprendere
che
non
sembra
esservi
casualità
in
questa
scelta.
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