POUSSIN: LES BERGERS D'ARCADIE, 1629-30

 

 

3. IL DEXTRUM GENUS

 

I. UNA STRANA QUESTIONE DI GINOCCHIA

La tesi alchemica, almeno a grandi linee convincente in relazione al dipinto del Guercino, ci è sembrata particolarmente poco adatta a spiegare il primo Et in Arcadia Ego del Poussin; esiste inoltre in esso un dettaglio, messo in luce dallo stesso Baldini, che ci dà molto da pensare e che potrebbe spostare l'indagine in tutt'altra direzione, sospingendola nuovamente sui binari di quella che abbiamo definito la "tesi graaliana": si tratta del gesto che compie la giovane donna, quello di scoprirsi il ginocchio destro.

Se a Baldini sembra "palese" che questo gesto la identifichi con Ermione, a noi sembra invece palese che se ne possa dare tutt'altra interpretazione: alla "questione del ginocchio destro" è infatti dedicato un curioso ed interessante articolo di Maurizio Isauro intitolato Dal codice Da Vinci al codice Giorgione, pubblicato nel 2006 su Edicolaweb. Vediamo di che si tratta.

Isauro fa notare che esiste un dettaglio, apparentemente trascurabile, che accomuna dipinti diversi ed anche lontani nel tempo: è un dettaglio fisico al quale si rischia di non prestare la dovuta attenzione, ed ha a che fare con le ginocchia, per la precisione il ginocchio destro. Parlando del celebre dipinto La tempesta di Giorgione, egli ad un certo punto si domanda: "Chi è quella misteriosa donna che accudendo e allattando amorevolmente il suo pargolo lancia un’occhiata di sfida all’ignaro visitatore delle gallerie dell'Accademia di Venezia? Perché, seduta in modo assai scomodo, si tocca con la mano sinistra il ginocchio destro evidenziandolo ulteriormente con il dito indice?"

 

 

Egli prosegue proprio facendo riferimento a questo primo dipinto di Poussin ed osservando che "innegabile è l’influenza che "La Tempesta" esercitò sul Poussin nell’esecuzione dei due quadri sul tema dei Pastori d’Arcadia, dipinti in seguito al soggiorno veneziano del pittore francese nel 1624. [...] Come non notare le analogie tra la donna che allatta ne "La Tempesta" e la donna vestita di bianco nella prima versione dei Pastori d’Arcadia? Ambedue presentano il seno destro scoperto e indicano il ginocchio destro. Come non notare la similitudine tra l’uomo con il bastone di "La Tempesta" e i pastori presenti nelle tele del Poussin, intenti nel perseguire la decifrazione del motto ermetico "Et in Arcadia Ego"?"

Sull'identificazione del quarto personaggio, palesemente estraneo alla scena, anch'egli non ha dubbi: si tratta del fiume Alfeo, simbolo del sapere iniziatico; in tutto il resto, però, la sua interpretazione diverge totalmente da quella di Baldini.

Nella seconda versione de I pastori d'Arcadia dipinta da Poussin nel 1639 il gesto di scoprirsi il ginocchio non viene compiuto: esso rimanda probabilmente ad un'altra simbologia. Il gesto di scoprire il ginocchio ritorna invece, e con particolare enfasi, in un altro dipinto di Poussin: Il trionfo di Flora del 1631.

 

 

La donna posta in primo piano si appoggia voluttuosamente sul ginocchio destro del proprio compagno, bene in evidenza, e scopre il suo con la mano sinistra. Isauro nota che la posizione dei due personaggi potrebbe ricordare l'atteggiamento di uno Hieros Gamos, ribadito ulteriormente dalla presenza nel grembo della donna di un calice, anzi dell'unico calice dell'intera scena. E quando si dice calice nell'arte, il pensiero corre subito al Santo Graal.

Ma ciò che più sorprende l'autore dell'articolo è il ritrovare questa postura dove uno meno se l'aspetterebbe: nel diavolo Asmodeo posto all’ingresso della chiesa di Rennes le Château in Francia. Anche il demone, infatti, mette chiaramente in evidenza il proprio ginocchio destro segnandolo con la mano sinistra. E non c'è poi da stupirsi più di tanto, se si pensa che fu proprio il discusso parroco Bérenger Saunière a far scolpire questa statua, insieme a molte altre bizzarre opere, avendo bene in mente il precedente di Giorgione e Poussin. Proprio di Poussin era una delle due tele che egli volle con sé quando si accinse a delle ricerche che lo portarono in breve tempo alla ricchezza.

 

 

Perché, dunque, il diavolo Asmodeo indica il suo ginocchio destro? Che cos'ha a che vedere questa bizzarra creatura con la donna della Tempesta e con le donne di Poussin? Similmente, del resto, si comporta il San Rocco che mostra la ferita nella chiesa di Rennes-le-Château (altra statua commissionata da Bérenger Saunière).

Ma, si dirà, potrebbe essere un caso...

Il prosieguo dell'articolo di Isauro farà comprendere che non sembra esservi casualità in questa scelta.