POUSSIN: LES BERGERS D'ARCADIE, 1629-30

 

 

Possiamo ritrovare questo gesto anche altrove: per esempio nel dipinto di Tiziano La famiglia Vendramin di fronte alla reliquia della Vera Croce (ca. 1543). Ma la coincidenza più impressionante è il ritrovare sia il gesto che il motto Et in Arcadia ego in Goethe.
Si tratta del famoso ritratto di Goethe nella campagna romana eseguito nel 1787 da Johann Tischbein. "Egli - osserva Isauro - appare stranamente disteso su delle rovine, toccandosi il ginocchio destro con la mano sinistra, in una posizione assai simile a quella della donna con il calice del Trionfo di Flora. Ancora il ginocchio destro!"

 

 

Inoltre lo scrittore pose il motto "Auch ich in Arkadien", traduzione tedesca di Et in Arcadia ego, sul frontespizio del suo famoso saggio Viaggio in Italia, in cui ci dà notizia, fra l'altro, sia della sua recente iniziazione all'Accademia dell'Arcadia che di quella alla setta degli Illuminati di Baviera.

Pura coincidenza? Può darsi. In fin dei conti anche il Mosè di Michelangelo ostenta il proprio ginocchio destro scoprendolo dal suo paludamento, senza che sia dato saperne il motivo. Certo però tutto questo dà da pensare.
"Interessante - nota ancora Isauro - è osservare come tutti i personaggi che eseguono questo ermetico gesto, già noto ai Pitagorici quale segno di riunione, abbiano la testa invariabilmente ruotata verso il lato sinistro."
Tornando a Giorgione, Isauro ammonisce a non dimenticare che il pittore era veneto e che proprio a Venezia, nel 1499, fu dato alle stampe l'esoterico testo Hypnerotomachia Poliphili, che ha rappresentato per secoli la bibbia della società segreta Le Brouillard (= "la nebbia"), di cui faceva parte anche Poussin.

Una pagina dell'edizione a stampa

di Aldo Manuzio dell'Hypnerotomachia Poliphili (1499)

 

C'è anche chi pensa che Giorgione fosse addentro all'ambiente sapienzale veneziano che aveva prodotto tale libro. Per tale vicenda, a nostro parere cruciale per gli sviluppi dell'Arcadia, si veda questo capitolo.