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POUSSIN:
LES BERGERS D'ARCADIE, 1629-30
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Tentiamo
ora
di
svelare l'arcano,
sulla
scorta
del
già
citato
saggio
di
Isauro.
In
latino "ginocchio
destro" si dice dextrum
genu
oppure anche
genus
(ne
abbiamo
una
prova
inconfutabile
in
Cicerone,
Arati
Phaenomena
fr. 34 vv.
399-403:
Iam dextrum
genus et
decoratam
lumine suram
erigit
ille vacans
vulgato
nomine Nixus,
quem nocte
extinctum
atque exortum
vidimus
una persaepe,
ut parvum
tranans
geminaverit
orbem. Hic genus
et suram
cum Chelis
erigit alte).
Ma tale
definizione,
con
un
facile
gioco
di
parole,
può
significare
anche "giusta
stirpe",
"vera
discendenza": e
quando
si
parla
di
"vera
discendenza"
il
pensiero
non
può
non
correre
nuovamente
ai
Merovingi
ed
al
fantomatico
Priorato
di Sion,
che
fra
i
suoi
scopi
primari
avrebbe avuto
quello
di
riportare
sul
trono
la
legittima
discendenza
di
Gesù
e
della
Maddalena
(identificata
appunto
con
la
dinastia
dei
Merovingi).
E
se
l'esistenza
del
Priorato,
o
quanto
meno
la
sua
antichità,
è
molto
dubbia,
la
sostanza
del
discorso
non
cambia:
pare
infatti che
la
difesa
della
"giusta
stirpe"
sia
comune
anche
ad
altre
sette,
come
quella
dei
Rosacroce,
che
potrebbero
essere
sostanzialmente
la
stessa
cosa
del
Priorato.
Siamo
dunque
ritornati
sui
binari
della
"tesi
graaliana",
già
evocata
a
proposito
del
dipinto
del
Guercino. Infatti
Isauro
afferma: "l’ipotesi
qui formulata
è
che Giorgione
volesse
indicare
nel suo
più
enigmatico
dipinto
il pensiero
eretico
concernente
la discendenza
di un figlio
di Cristo
attraverso
la Maddalena,
sua sposa".
Isauro
osserva
che
Leonardo
da Vinci
potrebbe
aver influito
sulla crescita
artistica
e culturale
del giovane
Giorgione durante
il suo soggiorno
veneziano
del 1500.
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In
effetti
Leonardo, fra
i
presunti
Gran Maestri
del Priorato
di Sion,
si recò a
Venezia
per non
meglio precisati
motivi di
lavoro, ma
anche per
incontrare
autorevoli
personaggi
della cultura
locale. L'articolo
prosegue:
"Nel
quadro La
Tempesta
la Maddalena
potrebbe
essere identificata
per via
dei suoi
abiti succinti,
per i suoi
capelli
rossicci,
ma anche
dall’attributo
simbolico
della torre,
che si erge
alle sue
spalle."
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L'osservazione
ci
pare
più
che
pertinente,
dal
momento
che
il nome Maddalena o Magdala deriva dal sostantivo ebraico "migadal" (=
torre).
"Per
completare
l’opera
di ermetismo
iconografico
- prosegue
Isauro
-
Giorgione
avrebbe
anche raffigurato
se stesso
come giovane
re pastore,
ben conscio
del segreto
iniziatico,
mentre avanza
con il proprio
ginocchio
destro.
Il personaggio,
inoltre,
è
vestito
di bianco
e di rosso,
i colori
dei Templari
ribaditi
ulteriormente
dalle croci
rosse su
sfondo bianco
dei pantaloni
alla zuava."
Ciò
che
tuttavia
ci
pare più
interessante,
nel
saggio
di
Isauro,
è
la
conoscenza
precisa
e
dettagliata
che
egli
mostra
di
avere
dei
luoghi
raffigurati
nel
dipinto.
Egli
infatti
afferma:
"La
Tempesta
sembra essere
ambientata
in un preciso
punto di
Treviso,
visto da
uno dei
suoi scorci
più
suggestivi,
dove ancor
oggi si
può
osservare
il fiume
Cagnan attraversare
placidamente
la città.
Più
precisamente
è
possibile
identificare
il ponte
di legno
con l’attuale
ponte S.
Agata e
alla sua
destra si
può
osservare,
sebbene
leggermente
modificata,
la medioevale
casa Zanon,
che per
un lungo
periodo
fu il fortilizio
del Capitano
della città
durante
il dominio
dei Carraresi.
Come
è
evidente
nel quadro,
tuttora
nella realtà,
è
possibile
individuare
sulla facciata
di tale
edificio
lo stemma
dei Da Carrara
e il piccolo
squero fatto
ad arco
verso l’acqua.
Passando
oltre il
ponte si
giungerebbe
nell’attuale
via Carlo
Alberto
con il vicino
insediamento
dei Templari
e dei Cavalieri
di Malta
di S. Giovanni
del Tempio,
attuale
S. Gaetano.
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Coincidenza
vuole che
proseguendo
oltre, verso
il centro
della città,
è
possibile
raggiungere
rapidamente
la chiesa
di S. Maria
Maddalena
collocabile
al di sotto
della folgore
che sta
squarciando
le nubi
nel misterioso
dipinto.
In lontananza
è
poi possibile
osservare
le signorili
case dell’attuale
zona della
Pescheria
superate
in altezza
dall’imponente
campanile
della chiesa
di S. Francesco." Quando
pure
non
fosse
così,
è
notevole
il
fatto
che
il
fulmine
sembri
"indicare"
proprio
la
torre,
quasi
a
suggerire il
nome
Maddalena.
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