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EUCLIDE:
SEZIONE AUREA E PENTAGONO AUREO
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Colui che congiunse le scoperte di
Pitagora con il
metodo di Platone fu Euclide, IV sec. a.C., che fondò un sistema di studio
della matematica e della geometria in particolare tuttora usati. Il suo libro
più
famoso, gli Elementi, è stato letto studiato e ammirato per più di due
millenni, fino alla metà del XIX secolo. Ancora in pieno Ottocento, lo Sherlock
Holmes di Conan Doyle affermava nello Studio in rosso che le sue conclusioni,
raggiunte per via deduttiva, erano "infallibili come altrettante proposizioni
di Euclide". Nel VI libro il matematico si sofferma sul rapporto aureo
definendolo come "proporzione estrema e media", ovvero, dato un segmento AB e
diviso questo in un punto C, il rapporto (segmento maggiore) / (segmento
minore) è uguale al rapporto (intera linea) / (segmento maggiore):
AB : AC = AC : CB |
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Il passaggio successivo compiuto da Euclide fu quello di
collegare questa proporzione con il pentagono. In ogni figura piana regolare la somma di tutti gli angoli
interni è uguale a 180° x (n-2), dove n è il numero di lati. In un pentagono
n = 5, e la somma degli angoli è 540°. Immaginiamo ora di tracciare nel pentagono
due diagonali adiacenti, ricavando tre triangoli isosceli. Siccome in un triangolo isoscele i due angoli adiacenti alla
base hanno la stessa ampiezza, gli angoli alla
angoli del triangolo centrale i valori di 36°, 72° e 72°. Bisecando uno dei due angoli di 72°, otteniamo un triangolo
più piccolo DCB con gli stessi angoli (36°, 72°, 72°) del triangolo maggiore
ADB.
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