22. Il LTRO e il MES servono a rilanciare l'economia europea


"No, no! Non voglio essere rilanciato da voi..."

FALSO!!!

 

La BCE (tramite il meccanismo del LTRO) ed il cosiddetto Fondo Salva Stati (MES) dovrebbero, stando alle affermazioni dei tecnocrati dell’Eurozona, essere strumenti di sostegno agli Stati e alle banche (attraverso il meccanismo della ricapitalizzazione), evitare il default e rendere nuovamente le banche stesse il primo motore di crescita dell’economia.

E' una spudorata menzogna. Vediamo perché.

  1. La BCE inietta liquidità alle banche attraverso il meccanismo del LTRO (operazioni di rifinanziamento bancario a lungo termine), ma questo non si traduce affatto in un rilancio dell'economia.
    Ciò sarebbe possibile qualora le banche fossero obbligate a tornare a finanziare gli investimenti nell’economia reale, in particolare quelli delle imprese. Invece le banche usano i fondi per tutelarsi dai rischi dei loro investimenti finanziari, per acquistare titoli di stato vantaggiosi o per concedere prestiti a tassi usurai. In questo modo il denaro rimane fuori dal circuito dell’economia reale e pertanto non può essere utilizzato dalla popolazione per acquistare prodotti, finanziare progetti, finanziare la spesa familiare, ecc.
    Lo scopo del LTRO è quello di evitare alle banche il fallimento e di poterle accreditare come primo strumento di finanziamento monetario.
    In realtà il processo di finanziarizzazione dell’economia, che si fonda su un’ideologia neoliberista e su assunti errati riguardo al funzionamento della moneta moderna, da un lato fa sì che le banche si tutelino dalle attività di investimento altamente rischiose con continui salvataggi anche a spese dello Stato, mentre dall’altro fa sì che possano attivare azioni speculative su titoli governativi o attraverso la concessione di prestiti (a tassi usurai) su cittadini ed imprese.
    Il mercato così finisce per produrre vantaggi solo per l’economia finanziaria
    controllata dall’1% della popolazione, ovvero dell’élite finanziaria (composta da grandi gruppi finanziari e bancari che partecipano alle aste di LTRO), a danno dello Stato e dell’economia reale (fatta da imprese e famiglie).
  2. Quanto al MES (Meccanismo di Stabilità Economica), non si tratta affatto di un mezzo per ottenere una qualsivoglia "stabilità" economica, ma di un'autentica mostruosità: uno strumento in più, forse il più potente, nelle mani dell'oligarchia finanziaria.
    Presentato volgarmente come “Fondo salva Stati”, esso non è affatto un semplice fondo, ma un organismo intergovernativo permanente, che gode di un regime di assoluto privilegio e immunità e i cui membri non sono sottoponibili a giudizio.
    Esso
    "aiuta" gli Stati in grave difficoltà economica non con fondi a titolo perduto, ma con veri e propri prestiti ad interesse. E quel che è più incredibile è che si tratta dello stesso denaro versato in precedenza dagli Stati dell'Eurozona!
    Quindi, ricapitolando: gli Stati versano nelle casse del MES dei soldi (l'Italia deve versare in prima battuta 125 miliardi di euro) di cui il MES può fare quello che gli pare, e che poi verranno loro erogati, in caso di necessità, sotto forma di prestiti, che aumenteranno ulteriormente il debito degli Stati “beneficiati”.
    Geniale!
    Ma non basta: questi prestiti vengono forniti
     in cambio di “rigorose condizioni” da attuare: ovvero brutali condizioni di massacro sociale e riduzioni della propria sovranità statale. 

Tutto ciò che si ottiene con questi mezzi di "salvataggio" è la cancellazione di ogni dimensione nazionale e di ogni potere democratico, per arrivare ad una oligarchia europea fondata sul potere del denaro.
 

23. Lo spread dipende da meccanismi automatici, non dalle agenzie di rating


"Ma figurati se siamo manovrati dall'alto: manco fossimo burattini..."

FALSO!

 

Come abbiamo visto, lo spread rappresenta la differenza di affidabilità tra i titoli di Stato di un determinato Paese, come l’Italia, e quelli di un altro che viene preso a riferimento come il “più bravo”, il migliore tra i diversi Paesi dell'eurozona, che, ad oggi, è la Germania.

Lo spread è anche un indicatore con il quale il “libero mercato” finanziario indica l’affidabilità degli Stati, e non solo.
Alcune agenzie di rating tuttavia condizionano il tasso di interesse dei titoli di Stato in funzione della volontà speculativa di coloro che, guarda caso, ne sono proprietari, cioè le grandi banche internazionali. Le società di rating che emettono il giudizio sono Standard & Poors, Moody’s e Fitch e sono tutte interessate da indagini giudiziarie. Esse appartengono almeno in parte agli stessi gruppi bancari che comprano i titoli di stato influenzati dal loro giudizio.

Più lo spread è alto, più il tasso di interesse con cui lo Stato dovrà rimborsare gli investitori con i quali si indebitta aumenta; di conseguenza il debito pubblico sarà maggiore.

Per appianare il debito il governo alza le tasse, e questo permette alle banche di tenere in piedi il sistema, che prevede il trasferimento dei soldi dalle tasche della gente alle banche stesse.

L’unico modo per uscire da questa spirale perversa è tornare a battere moneta di Stato.

 

24. Il tasso dei titoli di Stato cresce di pari passo con la crescita del debito


"Aiuto! Non la smette più di crescereeee..."

 

FALSO!!!

 

La TV ti racconta che i Paesi con un debito pubblico più elevato devono pagare tassi di interesse più elevati sui buoni del Tesoro emessi. Sarà vero? Andiamo a vedere.

  • La Spagna ha un rapporto Debito/PIL pari al 60% circa e paga un tasso di interesse di circa il 6% sui Bonos decennali;
  • il Giappone ha un rapporto Debito/PIL che supera il 200% e paga tassi di interesse inferiori al 2%.

Allora, come la mettiamo con la leggenda metropolitana diffusa dalla TV?
 

Il fatto è che se lo Stato non emette la propria moneta, ma è obbligato a prenderla in prestito, come i Paesi dell’area Euro, sono le banche e i market maker ad influenzare l’andamento dei tassi di interesse, e hanno enormi vantaggi dal fare in modo che i tassi di interesse restino elevati:

  • ottengono infatti, in prima battuta, enormi rendite finanziarie;
  • e in una seconda fase acquistano i beni e i servizi pubblici che vengono privatizzati dagli Stati in difficoltà: già, proprio la "soluzione" annunciata trionfalmente dal governo Letta, che consiste in sostanza nella svendita del proprio Paese al peggiore offerente.

Qui entra in gioco lo spread, il quale, come abbiamo visto, non è altro che la differenza tra il tasso di interesse dei titoli emessi dalla Germania, con scadenza a 10 anni, e il tasso degli stessi titoli emessi da altri Paesi, il che indica la convenienza (rapporto rischio/guadagno) dei titoli dei vari Stati in competizione tra di loro.

Lo spread, come abbiamo appena detto, viene influenzato dal giudizio che le società di rating danno ai vari Stati circa i loro requisiti di solvibilità e le loro prospettive economiche.  Lo spread non dipende da chi governa, con buona pace di Mario Monti che ce lo ha fatto credere per un anno, ma dal fatto che gli operatori del mercato sanno che i Paesi dell’area Euro sono ricattabili, in quanto non si creano la propria moneta e hanno effettivo bisogno di reperire il denaro tramite l’emissione di titoli (bond).

Perciò tali Paesi sono ritenuti inaffidabili, poiché sono davvero nella condizione di non poter ripagare i propri debiti, a differenza degli Stati che emettono la propria moneta.

 


 

Fonte:

www.scribd.com/doc/106392215/FALSIMITI