10. I tecnocrati tengono a bada lo spread


"Aiuto, è di nuovo fuori controllo!!!"

FALSO!

 

Lo spread è un parametro, un numero che serve a valutare la liquidità del mercato dei titoli. Attraverso lo spread si mettono a confronto titoli di stato e si valutano le differenze in termini di rendimento. Esso è anche la misura del grado di rischio connesso all'investimento sui titoli.

Quando parliamo di spread ci riferiamo al differenziale tra il rendimento dei Btp (titoli italiani) e dei Bund (titoli tedeschi) con scadenza a 10 anni. Ne risulta un numero che misura il grado di rischio dello Stato italiano di non riuscire, alla scadenza, a rimborsare le somme previste da quel titolo, maggiorate degli interessi. La valutazione è condotta prendendo come parametro di riferimento il tasso di interesse dei titoli tedeschi, perché sono quelli con il rischio più basso in Europa. Se lo spread tra Btp e Bund è elevato e in aumento, significa che il rendimento (e quindi il grado di rischio) del nostro Btp sta aumentando nei confronti del rendimento offerto da un’obbligazione ritenuta più sicura, come il Bund: infatti, più un investimento è considerato rischioso, più gli investitori pretendono di essere remunerati con un elevato rendimento.

Ma chi decide tutto questo?

L’affidabilità o la valutazione sulle capacità di pagamento alla scadenza dei titoli viene decisa attraverso una vera e propria azione ricattatoria che, nel sistema Euro, è imposta da una dittatura finanziaria. Se la BCE fosse, come la FED americana, "prestatore di ultima istanza", cioè comprasse i nostri Btp togliendoli dal mercato, ridurrebbe non solo il rischio connesso all’investimento, ma anche gli effetti speculativi susseguenti, perché in tal caso lo spread si appiattirebbe e si abbasserebbe. Invece lo spread aumenta, lasciando aumentare così il rischio di default per lo Stato.

Ovviamente i ricatti imposti dalla dittatura finanziaria per non farci finire in default (o per non imporci, peggio ancora,  l'"aiuto" del M.E.S.) sono:

  • le privatizzazioni
  • la svendita del patrimonio pubblico
  • il pareggio di bilancio in costituzione
  • le deregolamentazioni per favorire il libero mercato.

Nel sistema Euro lo Stato italiano non è sovrano, non ha cioè potere di emissione di moneta: può solo prenderla in prestito sui mercati dei capitali privati, e questo fatto lo rende ricattabile perché scarsamente affidabile circa la possibilità di onorare il pagamento dei Btp alla scadenza.

Quindi, non solo non è vero che i tecnocrati tengono a bada lo spread, ma è vero esattamente il contrario: è proprio la loro azione ricattatoria a farlo salire.
 

11. Se usciamo dall'euro la lira non varrà nulla


"To', beccati 'sta lisca: sempre meglio di una lira..."

FALSO!

 

La svalutazione non è automatica. Potrebbe esserci, ma non è detto. Diverse stime bancarie, confermate dagli studi di autorevoli economisti, prevedono che se si tornasse alla Lira ci sarebbe una svalutazione di circa il 30% rispetto all’Euro.

Intanto occorre precisare che questo sarebbe benefico per le nostre esportazioni, tradizionalmente basate sulla svalutazione competitiva.

Inoltre è importante sapere che gli Euro potrebbero restare Euro, senza che questo crei alcun problema. Semplicemente, il governo dovrebbe cominciare a pretendere le tasse in Lire. A questo punto chi possiede gli Euro sarebbe costretto a venderli per avere le Lire con cui pagare le tasse, e il processo si avvierebbe spontaneamente e gradualmente. In questo modo, vendendo Euro per acquistare Lire, il valore di mercato della nostra moneta potrebbe addirittura aumentare.

Il governo dovrebbe invece evitare di convertire i depositi bancari in Lire, perché questo sì che porterebbe ad un crollo immediato della nuova valuta.

Se si ritorna alla Lira, e se noi cittadini reclamiamo che il governo agisca in maniera corretta, non ci sarà nessuna corsa alle banche per ritirare i soldi dal conto. Non ce ne sarebbe motivo: com’è stato per l’introduzione dell’Euro, così sarebbe per il ritorno alla nuova Lira.

 

12. Se si ritorna alla Lira siamo alla fame


"Ci speravi, eh, in quell'uovo al padellino..."

 

FALSO!!!

 

Chi ci conduce, in maniera graduale e definitiva, alla fame e alla povertà, è proprio il sistema Euro.

E’ la schiavitù del debito causato dall’Euro, che è moneta di nessuno Stato, ad imporre politiche recessive con aumenti di tasse e tagli alla spesa sociale, perdite di diritti che si ripercuotono sulla vita quotidiana delle persone.

Ai tempi della Lira le condizioni di vita erano di gran lunga migliori di quelle odierne: per esempio negli anni '70-'80 uno stipendio di un insegnante o di un operaio permetteva ad un’intera famiglia di poter vivere con dignità.

La società di allora, pur non avendo consapevolezza delle potenzialità insite nel funzionamento della moneta moderna, ne traeva comunque delle buone utilità. Pertanto, se si ritornasse alla nuova Lira consapevoli di queste potenzialità, non potremmo che trarne immensi benefici.

 


 

Fonte:

www.scribd.com/doc/106392215/FALSIMITI