I PASTORI COME CUSTODI DI UN SAPERE ESOTERICO

 

 

2. PERCHE' I PASTORI?

 

Se ci si domanda quando, dove e perché sia nata la metafora del pastore come depositario e custode di un sapere occulto, la risposta va cercata secondo diversi studiosi nell'antico Egitto. Cruciale, a tale proposito, è ciò che Franco Baldini afferma circa le origini dell'Arcadia in un paragrafo di Una questione relativa alle origini della Massoneria, apparso nel 2001 sul numero 3 della rivista Episteme:

 

L'Arcadia era sostanzialmente un movimento esoterico che - in piena Controriforma - proseguiva sotto altra veste l'ermetismo delle cosiddette accademie neoplatoniche. Il nome del movimento proviene dal fatto che l'Arcadia era l'unico luogo in cui - secondo Erodoto - dopo l'invasione dei Dori erano stati conservati e tramandati i misteri di Demetra - l'Iside degli Egizi - originariamente portati in Grecia dalle figlie di Danao e da queste trasmessi ai Pelasgi.

La qualifica di "pastori" è parimenti da riconnettere al nome di Pimandro, titolo di un importante scritto ermetico.

Uno dei primi commentatori moderni dell'ermetismo, Louis Ménard, pone infatti l'accento su una sorta di tradizione "pastorale" - la parola Pimandro significa in effetti "pastore" - derivata dalle scuole dei Terapeuti egizi: l'insegnamento di questa tradizione si sarebbe tramandato proprio attraverso la rivelazione ermetica. È anche da ricordare che i sacerdoti del culto di Dioniso - l'Osiride egizio - erano noti come boukóloi, cioè "mandriani". Echi di questa definizione pastorale del sacerdozio rimangono notoriamente anche nella religione cristiana.

 

Naturalmente quest'ultimo dettaglio fa sorgere qualche dubbio anche a proposito delle Bucoliche di Virgilio; ma ciò che conta dal nostro punto di vista è il resto. In queste poche righe, infatti, Baldini sembra dare risposta a ben tre dei quesiti posti all'inizio. E precisamente: quando, dove e perché è nata la metafora del pastore come depositario e custode di un sapere occulto? Chi e perché ha imposto l'Arcadia come regione-simbolo del sapere occulto? In che cosa consisteva il sapere occulto degli Arcadi?

Ma procediamo per ordine ed occupiamoci della prima domanda.

 

Il dio Thoth "tre volte grandissimo"

  

Nell'antico Egitto, in tempi assai remoti (impossibile identificare con precisione l'epoca), nelle "scuole dei Terapeuti", a detta di Louis Ménard (Reverie d'un paién mystique, Paris, 1886) già vigeva una tradizione "pastorale" di questo tipo, in cui la figura del pastore ha il valore simbolico-metaforico di custode e tutore di un sapere riservato a pochi. Dall'Egitto proviene la rivelazione di Hermes Trismegisto, cioè Thoth "tre volte grandissimo", che trovò la sua sistemazione definitiva (pare in età alessandrina) nel Corpus Hermeticum, che è giunto fino a noi in lingua greca.

Il primo trattato del Corpus, di gran lunga il più importante, s'intitola proprio Pimander o Poimandres, variamente tradotto come "uomo pastore" o (meglio) "pastore di uomini", dalle parole greche ποιμήν ("pastore") e ἀνήρ ("uomo"). Qualcosa però, in questo composto, stride alle orecchie di chi conosce il greco antico: la terminazione -nder, evidentemente nominativo singolare, non si spiega in nessun modo, dato che "uomo" si dice "anèr" e non "ànder"; anche la terminazione della seconda variante del titolo, -ndres, suona strana, perché "àndres" è nominativo plurale ("uomini"), e se esso significasse "pastore di uomini" la parola "uomini" precederebbe la parola "pastore" e sarebbe in caso genitivo.

Insomma, questo titolo suona "poco greco"; ed infatti recenti studi hanno messo in luce un'etimologia ben più plausibile, dall'egizio Peime-nte-rê, cioè "Conoscenza di Re" o "Comprensione di Re", dove Re è Ra, il dio solare supremo.

Il nome Poimandres è quindi probabilmente di origine egiziana; solo in seguito fu grecizzato e utilizzato a designare il mediatore della rivelazione: nel trattato si descrive infatti l'iniziazione di Hermes Trismegisto sotto la guida di un'Intelligenza Suprema, Poimandres appunto.