PASOLINI, "SUPPLICA A MIA MADRE"

 

 

 Supplica a mia madre

 

È difficile dire con parole di figlio

ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,

ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:

è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

Sei insostituibile. Per questo è dannata

alla solitudine la vita che mi hai data.

E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame

d’amore, dell’amore di corpi senz’anima.

Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu

sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l’infanzia schiavo di questo senso

alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

Era l’unico modo per sentire la vita,

l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.

Sopravviviamo: ed è la confusione

di una vita rinata fuori dalla ragione.

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.

Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

 

 

Scritta negli anni sessanta, Supplica a mia madre di Pier Paolo Pasolini è una toccante lirica inclusa nel libro in versi Poesia in forma di rosa, pubblicato nel 1964.

Il ricorso ad un linguaggio discorsivo, quotidiano, quasi prosaico, tipico di questo testo poetico, ha un significato diametralmente opposto a quello usuale: il linguaggio quotidiano infatti aiuta gli uomini a scambiarsi dati, nozioni, informazioni, opinioni, ma al contempo li costringe a sperimentare una sorta d’alienazione, di incomunicabilità. Pur impegnati nel dialogo, essi restano dei perfetti estranei a se stessi ed agli altri.

La poesia è uno strumento del linguaggio nato proprio per superare questa estraneità tra gli esseri, per consentire agli uomini di comunicare i loro affetti e per uscire da una sorte di carcere esistenziale.

Da questa prospettiva Supplica a mia madre è una poesia esemplare, perché in un tono dimesso e prosaico il poeta confessa subito il suo intento di rivelare quel che di segreto, di nascosto si cela nel suo cuore, dire quel ch’è orrendo conoscere, quello che appunto nella conversazione quotidiana non si potrebbe mai dire.

Questa esigenza della confessione in Pasolini non nasce da un bisogno di perdono, di assoluzione del peccato, bensì da un sentimento d'amore. Non ci si può nascondere dinnanzi all’essere che si ama e dal quale si è riamati. L’amore comporta  un rapporto di vicinanza, di confidenza che esclude l’alienazione, l’incomunicabilità, il sentimento di estraneità.

Qual è dunque il segreto che Pasolini nella Supplica rivela alla madre e, pubblicando la poesia, a noi lettori?

L’omosessualità, un complesso edipico non risolto, la pratica della promiscuità sessuale (l’amore dei corpi senz’anima), l’amore della purezza assoluta (l’amore dell’anima, della grazia, rappresentata dalla madre)?

Tutto questo insieme ed anche altro, ma soprattutto il disperato bisogno di avere accanto sua madre: è irrilevante quale ne sia la ragione, se sia "patologica" o meno; il vero male, incurabile, è il male di vivere, di fronte al quale ogni considerazione di "sanità" o "diversità" diventa risibile. La sola cosa che importa è che ci sia ancora "un futuro aprile", una nuova primavera, per poter rinascere accanto a lei, solo con lei.

Pasolini, nella Supplica, con il bisturi della poesia apre il suo cuore agli uomini, mostrandone la complessità e la vulnerabilità, confessando le implicazioni psicologiche di una forte dipendenza, la schiavitù dell’amore materno e quel che essa comporta: lo scandalo, la dannazione, la solitudine della sua condizione esistenziale.

Proprio questa poesia è stata scelta dal regista Marco Tullio Giordana come omaggio alla coraggiosa madre di Peppino Impastato nel film I cento passi del 2000, un capolavoro del nostro cinema. La poesia è letta da Peppino stesso (interpretato da Luigi Lo Cascio) a sua madre (Lucia Sardo) all'interno del garage in cui il ragazzo è costretto a nascondersi. Riporto di seguito la scena, visibile anche qui:

 

 

(Fonti:

 

http://www.literary.it/dati/literary/luzzio_fra/la_figura_materna_tra_cielo_e_te.html

http://pieromontana.splinder.com/post/22271592/commento-di-piero-montana-alla-poesia-di-pasolini-supplica-a-mia-madre)