Leonardo
Fibonacci, detto
anche Leonardo da
Pisa (Pisa, 1170
– Pisa, 1250), era
figlio di Guglielmo
dei Bonacci (Fibonacci
significa infatti
filius Bonacci),
rappresentante dei
mercanti della Repubblica
di Pisa in Algeria.
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Durante
il soggiorno in
Africa egli ebbe modo
di conoscere le
tecniche aritmetiche
che i matematici musulmani
stavano diffondendo
nel mondo islamico;
alcune di queste
tecniche erano
state apprese dagli
Indiani. Appassionatosi
agli studi matematici,
Fibonacci viaggiò
molto, approfittando
delle occasioni
di contatto con
il mondo islamico
offertegli dalla
sua attività
di commerciante.
Conobbe in tal modo le
opere di Muhammad
ibn Musa al-Khwarizmi,
Abu Kamil ed altri maestri
arabi. Ritornato
in Italia, divenne
così famoso
che l'imperatore
Federico II
gli assegnò un
vitalizio per permettergli di
dedicarsi completamente
ai suoi studi. A
partire dal 1228
non si hanno più
sue notizie. Gli
venne dedicata nel
1863 una statua
nel Camposanto di
Pisa, opera di Giovanni
Paganucci. La sua
fama è enorme
anche al giorno
d'oggi: basti
pensare al "Fibonacci
Quarterly",
periodico dedicato
interamente alla
sequenza aritmetica
da lui elaborata;
gli è stato dedicato anche
un asteroide, 6765
Fibonacci. Fu
autore di diverse
opere, le più
notevoli della quali
sono il Liber
abaci (con il
quale introdusse
per la prima volta
in Europa le nove
cifre, da lui chiamate
indiane, ed il segno
0) e la Practica
geometriae (applicazione
dell'algebra alla
soluzione di problemi
geometrici). Fibonacci
però è
noto soprattutto
per la sequenza
di numeri da lui
individuata,
e che da lui prende
il nome:
0,
1, 1, 2, 3, 5, 8,
13, 21, 34, 55,
89...
La
peculiarità di questa
sequenza
è che ogni termine,
tranne i primi due,
è la somma
dei due che lo precedono. Una
proprietà davvero
affascinante della
sequenza di Fibonacci
è che il
rapporto tra due
termini successivi
diminuisce progressivamente
per poi tendere
molto rapidamente
al numero 1,61803...:
tale numero, come
abbiamo visto, è
noto col nome di
rapporto aureo o
sezione
aurea. Questa
proprietà fu
scoperta da Keplero
nel 1611.
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