L’unica opera filosofica attribuita ad
Hermes Trismegisto che fu letta
e commentata nel Medioevo è l’Asclepius,
traduzione di un originale greco che ci è
pervenuto in modo frammentario attraverso
l’opera del cristiano Lattanzio, dal titolo Logos
teleios (= "Discorso perfetto"), datato solitamente
intorno al III secolo. Inserito nel "Corpus Apuleianum",
l'Asclepius
veniva ricondotto ad Apuleio di
Madaura:
si
diceva
che ne
fosse
stato
il
traduttore
o
addirittura
l'autore. Scopo
dichiarato di
quest'opera
è l’insegnamento, ottenuto mediante
rivelazione, di un mysterium che permetterà
l'accesso del discepolo alla gnosi.
Il testo ha uno stile oscuro e solenne, che
solo gli iniziati possono comprendere, e un
carattere asistematico che crea
agli interpreti non poche difficoltà
di comprensione. Il messaggio che si riesce a cogliere è
che il concetto di gnosi è strettamente
correlato ad una visione complessiva di Dio,
del mondo e dell’uomo, che viene esposta al discepolo.
Dio è l’essere privo di nomi che
allo stesso tempo li possiede tutti, è
padre ma è maschio e femmina; è onnipotente
(primipotens, ‘potente tra i primi’)
e buono, ma non è il Sommo Bene dei platonici;
è conoscibile per l’essere umano
solo attraverso l’intelletto ed esprime
la sua potenza nella creazione del mondo, che
poi governa mediante la provvidenza. L’Asclepius
afferma l’unità di creatore e creatura
in questi termini: “Non ho detto infatti
che tutto è uno e uno è tutto,
cosicché nel creatore c’erano tutte
le cose prima che tutte le creasse? Non è
detto male affermare che egli è tutto,
poiché le sue membra sono tutte le cose”. In una visione
cosmologica piena di punti oscuri, il primo
Dio è presentato come il signore dell’eternità;
secondo è il cosmo, terzo viene l’uomo.
František
Kupka, La via
ermetica, 1903
Tra Dio e il mondo è istituito un complesso rapporto di mediazione, rappresentato
da una gerarchia di dèi minori e di dèmoni:
la fede nell'esistenza dei dèmoni
conduce alla teurgia
(magia rituale): addirittura si afferma che
gli uomini possano introdurre nelle statue da
loro fabbricate il principio divino, per dar loro il dono della profezia. Proprio questo
è
il motivo
per
cui Sant'Agostino
esprime
un
giudizio
negativo
su
Hermes
Trismegisto,
che
considera un profeta ispirato dai
dèmoni e portatore di un culto pagano idolatrico. L’antropologia dell’Asclepius
è profondamente ottimistica:
pur ribadendo il dualismo tra anima
e corpo, e la superiorità della prima,
che ha una natura divina, sul secondo, considera positiva questa doppia natura
dell'essere
umano:
grazie
ad
essa, infatti, questi,
come un
microcosmo,
contiene in sé
tutti gli aspetti della realtà, e di conseguenza
ha la capacità di governare il mondo,
che gli esseri puramente spirituali non hanno.
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