L'ERUZIONE DEL VESUVIO DEL 79 D.C.

 

 

Dopo l'ultima eruzione, verificatasi nel 1944, il Vesuvio sembra essere entrato in uno strano stato di quiescenza che mette in allarme gli scienziati: in precedenza, infatti, non risulta che esso sia mai rimasto così a lungo inattivo.
Alcuni ritengono che il condotto del vulcano si sia ostruito in profondità, o che si siano svuotate le "sacche" di magma che alimentavano le eruzioni, e che quindi il Vesuvio sia definitivamente uscito dalla sua fase attiva. 
Prevale però l'opinione opposta: pare infatti che una ricerca condotta nel 2001 dalle Università di Napoli e di Nizza abbia accertato la presenza ad una profondità di circa otto chilometri sotto la superficie di un accumulo di magma che si estende per circa quattrocento chilometri quadrati, dal centro del golfo di Napoli fino quasi all'Appennino, il che induce gli studiosi ad aspettarsi una ripresa dell'attività (che potrebbe essere violentissima) in qualunque momento
Per questo motivo il Vesuvio è oggetto di continuo monitoraggio.

Il Vesuvio visto dal satellite

L'apprensione degli scienziati pare del resto completamente fine a se stessa, dato che le pendici del Vesuvio sono oggi più popolate che mai, e questo nel totale disinteresse dei politici: oggi come oggi gli abitanti dei dintorni di Napoli non avrebbero scampo in caso di eruzione esplosiva del Vesuvio.
La gente non è mai stata così disinformata sui pericoli che corre come nell'era dell'informazione: si veda questo breve documentario trasmesso il 6 maggio 2009 su Current.it:

Prescindendo dal pericolo e limitandosi all'aspetto estetico della questione, si tratta di un vulcano di enorme fascino, che ha suggestionato la fantasia di artisti di ogni epoca, in particolare i pittori. Nella letteratura la descrizione più famosa è senz'altro quella di Plinio il Giovane, che all'epoca dei fatti aveva diciassette anni e ci fornisce una testimonianza oculare di enorme rilievo documentario.