Oggi,
a
cose
fatte
(e
a
tomba
distrutta),
ha
buon
gioco
chi
afferma
che la tomba
di Les Pontils sarebbe stata costruita nel XX secolo, e che dunque non può
essere
quella
ritratta
da
Poussin
semplicemente
perché
ai
suoi
tempi
non
esisteva
ancora. Ma
sarà
vero?
Il francese Pierre Jarnac nel 1985 scrisse un volume
intitolato Storia del tesoro di Rennes Le Château: nel libro, Jarnac
racconta la storia di Louis Galibert, che, nel 1880, comprò
la zona chiamata Moulin des Pontils, che comprende,
appunto, la zona dove si trova il sepolcro. Nel 1903 vi fece costruire una
tomba, entro la
quale collocò i resti della nonna. In seguito, non sappiamo quando
precisamente, la tomba accolse anche i resti della moglie Elisabeth.
Nel 1921 la
famiglia Galibert si trasferì a Limoux: dunque, i corpi dei partenti di Louis
furono trasferiti da Les Pontils al cimitero di Limoux. La nuova tomba fu
realizzata con il materiale della tomba di Les Pontils.
Messi in vendita, i beni
di Les Pontils furono acquistati da Emily Rivarès, francese nata a Paterson,
negli Stati Uniti, e da suo figlio, Louis Bertram Lawrence. La nonna di questi,
Marie Rivarès, morì il 28 novembre 1922 e, come suo volere, fu imbalsamata. In
seguito, nel 1931 o 1932, stessa sorte toccò anche alla madre di Louis, Emily.
Fu allora che Louis Lawrence fece modificare la tomba di Les Pontils, rendendola
assai simile a quella di
Poussin.
Quindi,
nella
migliore
delle
ipotesi
(1903),
la
tomba
avrebbe
avuto
un'ottantina
d'anni,
nella
peggiore
(1932)
soltanto
una
cinquantina:
il
che
esclude
che
possa
essere
la
stessa
ritratta
da
Poussin.
In
seguito
un
cercatore
di
tesori
danneggiò seriamente
la
tomba
con
la
dinamite,
e
per
finire
il
suo
stesso
proprietario,
seccato
da
tutto
l'interesse
suscitato
da
quel
sepolcro,
lo
distrusse
completamente,
facendolo
sciaguratamente saltare
per
aria nel
1988.
Oggi
quella
zona si
presenta
desolatamente
vuota,
com'è
possibile
vedere
in
questa
recente
foto:
Tali informazioni sarebbero state fornite all’autore Jarnac da Adrien
Bourrel, secondo figlio di Lawrence, dunque da quella che parrebbe una fonte
certa. Tuttavia i dubbi sussistono:
anzitutto
gli
abitanti
del
luogo
asseriscono
che
la
tomba
era
sempre
stata
lì
a
memoria
d'uomo;
inoltre è
ben difficile pensare che una
tomba di pietra, in meno di cent’anni, raggiunga uno stato di degrado come
quello
visibile
in
queste
fotografie:
Fantastoria?
E'
possibile.
Ma
prima
di
liquidare
sbrigativamente
il
tutto
come
una
serie
di deliranti
fantasticherie,
sarebbe
opportuno
soffermarsi
a riflettere
sul
fatto
che
la
pista
del
Santo
Graal
venne
presa
tremendamente
sul
serio
anche da
alcuni
importanti
protagonisti
della
storia
del
Novecento,
primo
fra
tutti
Adolf
Hitler:
è
risaputo
infatti
che
il
Führer,
dopo
essersi
impadronito della
lancia
di
Longino
(quella
che
avrebbe
trapassato
il
costato
di
Gesù), fece cercare ovunque, dalle SS,
il
Santo
Graal,
convinto
che
concedesse
al
suo
possessore
un
potere
enorme;
verso la metà degli anni ’30 un giovane
ufficiale delle SS, Otto Rahn, venne inviato nella regione dei Pirenei
da Hitler e da Himmler alla ricerca del Graal
e dei tesori perduti di questo territorio. Nel più ampio spettro di
ricerche e studi condotti sotto il nazismo per la ricerca di sacre
reliquie, la "quête du Graal" avrebbe, a quanto si dice, condotto Rahn ad avvicinarsi al
mistero legato a Rennes le Château e all’antico castello di Montségur,
ultima roccaforte catara. Ma nel 1939 Otto Rahn scomparve misteriosamente nelle Alpi svizzere e il suo corpo non fu mai più ritrovato:
non
sapremo
mai
cosa
cercasse
esattamente,
e
dove.
Ed
anche
sulla
misteriosa
tomba,
sulla
sua
ubicazione,
sul
suo
contenuto
e
sulle
eventuali
iscrizioni
presenti
su
di
essa,
non
è
più
possibile
sapere
alcunché:
tutto
è andato
irrimediabilmente
perduto.
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