POUSSIN: LES BERGERS D'ARCADIE, 1639-40

 

 

Oggi, a cose fatte (e a tomba distrutta), ha buon gioco chi afferma che la tomba di Les Pontils sarebbe stata costruita nel XX secolo, e che dunque non può essere quella ritratta da Poussin semplicemente perché ai suoi tempi non esisteva ancora. Ma sarà vero?

Il francese Pierre Jarnac nel 1985 scrisse un volume intitolato Storia del tesoro di Rennes Le Château: nel libro, Jarnac racconta la storia di Louis Galibert, che, nel 1880, comprò la zona chiamata Moulin des Pontils, che comprende, appunto, la zona dove si trova il sepolcro. Nel 1903 vi fece costruire una tomba, entro la quale collocò i resti della nonna. In seguito, non sappiamo quando precisamente, la tomba accolse anche i resti della moglie Elisabeth.

Nel 1921 la famiglia Galibert si trasferì a Limoux: dunque, i corpi dei partenti di Louis furono trasferiti da Les Pontils al cimitero di Limoux. La nuova tomba fu realizzata con il materiale della tomba di Les Pontils.

Messi in vendita, i beni di Les Pontils furono acquistati da Emily Rivarès, francese nata a Paterson, negli Stati Uniti, e da suo figlio, Louis Bertram Lawrence. La nonna di questi, Marie Rivarès, morì il 28 novembre 1922 e, come suo volere, fu imbalsamata. In seguito, nel 1931 o 1932, stessa sorte toccò anche alla madre di Louis, Emily.

Fu allora che Louis Lawrence fece modificare la tomba di Les Pontils, rendendola assai simile a quella di Poussin.

Quindi, nella migliore delle ipotesi (1903), la tomba avrebbe avuto un'ottantina d'anni, nella peggiore (1932) soltanto una cinquantina: il che esclude che possa essere la stessa ritratta da Poussin.

In seguito un cercatore di tesori danneggiò seriamente la tomba con la dinamite, e per finire il suo stesso proprietario, seccato da tutto l'interesse suscitato da quel sepolcro, lo distrusse completamente, facendolo sciaguratamente saltare per aria nel 1988.

Oggi quella zona si presenta desolatamente vuota, com'è possibile vedere in questa recente foto:

 

 

Tali informazioni sarebbero state fornite all’autore Jarnac da Adrien Bourrel, secondo figlio di Lawrence, dunque da quella che parrebbe una fonte certa. Tuttavia i dubbi sussistono: anzitutto gli abitanti del luogo asseriscono che la tomba era sempre stata lì a memoria d'uomo; inoltre è ben difficile pensare che una tomba di pietra, in meno di cent’anni, raggiunga uno stato di degrado come quello visibile in queste fotografie:

 

 

 

Fantastoria? E' possibile. Ma prima di liquidare sbrigativamente il tutto come una serie di deliranti fantasticherie, sarebbe opportuno soffermarsi a riflettere sul fatto che la pista del Santo Graal venne presa tremendamente sul serio anche da alcuni importanti protagonisti della storia del Novecento, primo fra tutti Adolf Hitler: è risaputo infatti che il Führer, dopo essersi impadronito della lancia di Longino (quella che avrebbe trapassato il costato di Gesù), fece cercare ovunque, dalle SS, il Santo Graal, convinto che concedesse al suo possessore un potere enorme; verso la metà degli anni ’30 un giovane ufficiale delle SS, Otto Rahn, venne inviato nella regione dei Pirenei da Hitler e da Himmler alla ricerca del Graal e dei tesori perduti di questo territorio. Nel più ampio spettro di ricerche e studi condotti sotto il nazismo per la ricerca di sacre reliquie, la "quête du Graal" avrebbe, a quanto si dice, condotto Rahn ad avvicinarsi al mistero legato a Rennes le Château e all’antico castello di Montségur, ultima roccaforte catara. Ma nel 1939 Otto Rahn scomparve misteriosamente nelle Alpi svizzere e il suo corpo non fu mai più ritrovato: non sapremo mai cosa cercasse esattamente, e dove.

Ed anche sulla misteriosa tomba, sulla sua ubicazione, sul suo contenuto e sulle eventuali iscrizioni presenti su di essa, non è più possibile sapere alcunché: tutto è andato irrimediabilmente perduto.