6.
CHI
ERA
SEPOLTO
NELLA
TOMBA?
Torniamo
ora
alla
tomba
di
Les
Pontils:
se
è
vero
che fu
profanata
dall'abate
Bigou
verso
la
fine
del
Settecento
e
che
i
resti
in
essa
contenuti
sono
stati
traslati
dal
curato
nella
tomba
della
marchesa
di
Hautpoul-Blanchefort,
è
giocoforza
porsi
la domanda
alla
quale
abbiamo
già
accennato
in
precedenza:
di
chi
erano
quei
resti?
Ecco
dunque
l'ipotesi-shock:
Poussin,
che
già
nel
primo
dipinto
sembrava
alludere
ad
un
"dio
racchiuso
nell'arca",
ma
senza
poter
(o
voler)
fornire
indizi
precisi
in
proposito,
avrebbe
ora
inteso
alludere
a
ciò
che
nel
frattempo,
dopo
dieci
anni
di
frequentazione
di
ambienti
esoterici, aveva
appreso,
o
credeva
di
avere
appreso:
che
cioè
Gesù si
sarebbe
messo
in
salvo
a
Rennes
e
che
il
suo
corpo,
il
"corpo
di
Dio",
sarebbe
stato
sepolto
a
Les
Pontils.
La
tomba
da
lui
riprodotta
nel
quadro
sarebbe
dunque
proprio
quella
di
Les
Pontils.
A
tale
scopo
il
pittore
avrebbe
creato
una
sorta
di
rebus
tanto
astruso
quanto
geniale:
1.
la
collina
dei
Blanchefort
sulla
sinistra
=
Rennes
=
l'arrivo
di
Gesù
in
Francia;
2.
la
tomba
al
centro
=
Les
Pontils =
il
luogo
della
sua
sepoltura;
3.
il
monte
sulla destra,
Cardou
=
"corps
de
Dieu"
=
l'identità
del
sepolto.
La sconcertante
congettura
che
ne
risulterebbe
è
che
il
sepolcro di
Les
Pontils
ritratto
da
Poussin
era, né
più
né
meno,
la tomba
di
Gesù,
i
cui
resti
però
sarebbero
stati
trafugati
da
Bigou
e
trasferiti a
Rennes,
nella
tomba
della
marchesa.
Questo
spiegherebbe
perché
sulla
lapide
tombale
della
nobildonna,
proveniente
dalla
tomba
di
Les
Pontils,
figurava
il
motto
Et
in
Arcadia
Ego,
fedelmente
riprodotto
da
Poussin
in
un'epoca
in
cui
la
lastra
non
era
ancora
stata
trafugata.
Questa
ipotesi,
naturalmente,
si
riconnette
a
quella
già
presa
in
esame
secondo
la
quale
proprio
in
Arcadia
avrebbero
trovato
rifugio
i
Beniaminiti
prima
di
trasferirsi
in
Francia
e
di
dare
origine
alla
stirpe
dei
Franchi
Sicambri,
da
cui
derivano
i
Merovingi;
e
forse
già
in
Arcadia,
presso
i
Beniaminiti,
avrebbe
trovato
rifugio
Maria
Maddalena,
giunta
in
seguito
in
Provenza.
C'è
però
una differenza
sostanziale
tra
questa
versione
dei
fatti,
nota
ad
alcune
fonti
medievali
fra
cui
la
Legenda
Aurea
di
Jacopo
da
Varagine,
e
quella
che
si
rispecchierebbe nel
dipinto
di
Poussin:
ed
è
che
in
questa
seconda
ipotesi
Gesù
sarebbe sopravvissuto
alla
crocifissione
ed
avrebbe raggiunto
la
Francia
insieme
alla
sua
compagna.
La
tesi
è
doppiamente
sconcertante
se
si
pensa
che
all'epoca
di
Poussin
il
Vangelo
apocrifo
di
Tommaso,
dal
quale
si
ricaverebbe
la tesi della
sopravvivenza
di
Gesù
(ma
sulla
questione
abbiamo
già
espresso
seri
dubbi
in
questo
approfondimento),
non
era
ancora
ufficialmente
noto,
essendo
stato
scoperto
a
Nag
Hammadi
nel
1945.
Sarebbe
questo
il
temibile
segreto
di
cui
era
venuto
a
conoscenza
Poussin,
quello
al
quale
allude
Louis
Fouquet
nella
sua
lettera?
Se
così
fosse,
indubbiamente
esso
avrebbe
comportato dei
"vantaggi
dalla
portata
enorme"
per
chi
ne
era
al
corrente:
si
trattava
infatti
di
tenere
sotto
scacco
la
Chiesa
cattolica,
minacciandola
di
rivelare
al
mondo
l'inconsistenza
dei
dogmi
su
cui
essa
fondava
il
suo
potere:
uno
strumento
potentissimo
nelle
mani
del
Re
Sole.
Sono
in
molti
a
ritenere,
del
resto,
che
l'origine
delle
improvvise
ricchezze
di
Bérenger
Saunière,
a
sua
volta
scopritore
del
segreto proprio
grazie
al
dipinto
di
Poussin, non
fosse
altro
che il
ricatto
nei
confronti
delle
alte
sfere
ecclesiastiche,
disposte
a
tutto
pur
di
chiudergli
la
bocca.
Data
la
posta
in
gioco,
ci
si
domanderà
perché
non
vengano
fatte
ricerche
più
approfondite
su
questo
misterioso
sepolcro,
e
la
risposta
è
semplice:
perché
non
esiste
più.
Ripercorriamo
brevemente
anche
questa
strana e
sconcertante
vicenda.
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