POUSSIN: LES BERGERS D'ARCADIE, 1639-40

 

 

6. CHI ERA SEPOLTO NELLA TOMBA?

 

Torniamo ora alla tomba di Les Pontils: se è vero che fu profanata dall'abate Bigou verso la fine del Settecento e che i resti in essa contenuti sono stati traslati dal curato nella tomba della marchesa di Hautpoul-Blanchefort, è giocoforza porsi la domanda alla quale abbiamo già accennato in precedenza: di chi erano quei resti?

Ecco dunque l'ipotesi-shock: Poussin, che già nel primo dipinto sembrava alludere ad un "dio racchiuso nell'arca", ma senza poter (o voler) fornire indizi precisi in proposito, avrebbe ora inteso alludere a ciò che nel frattempo, dopo dieci anni di frequentazione di ambienti esoterici, aveva appreso, o credeva di avere appreso: che cioè Gesù si sarebbe messo in salvo a Rennes e che il suo corpo, il "corpo di Dio", sarebbe stato sepolto a Les Pontils. La tomba da lui riprodotta nel quadro sarebbe dunque proprio quella di Les Pontils.

A tale scopo il pittore avrebbe creato una sorta di rebus tanto astruso quanto geniale:

1. la collina dei Blanchefort sulla sinistra = Rennes = l'arrivo di Gesù in Francia;

2. la tomba al centro = Les Pontils = il luogo della sua sepoltura;

3. il monte sulla destra, Cardou = "corps de Dieu" = l'identità del sepolto.

 

 

La sconcertante congettura che ne risulterebbe è che il sepolcro di Les Pontils ritratto da Poussin era, né più né meno, la tomba di Gesù, i cui resti però sarebbero stati trafugati da Bigou e trasferiti a Rennes, nella tomba della marchesa. Questo spiegherebbe perché sulla lapide tombale della nobildonna, proveniente dalla tomba di Les Pontils,  figurava il motto Et in Arcadia Ego, fedelmente riprodotto da Poussin in un'epoca in cui la lastra non era ancora stata trafugata.

Questa ipotesi, naturalmente, si riconnette a quella già presa in esame secondo la quale proprio in Arcadia avrebbero trovato rifugio i Beniaminiti prima di trasferirsi in Francia e di dare origine alla stirpe dei Franchi Sicambri, da cui derivano i Merovingi; e forse già in Arcadia, presso i Beniaminiti, avrebbe trovato rifugio Maria Maddalena, giunta in seguito in Provenza. C'è però una differenza sostanziale tra questa versione dei fatti, nota ad alcune fonti medievali fra cui la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, e quella che si rispecchierebbe nel dipinto di Poussin: ed è che in questa seconda ipotesi Gesù sarebbe sopravvissuto alla crocifissione ed avrebbe raggiunto la Francia insieme alla sua compagna. La tesi è doppiamente sconcertante se si pensa che all'epoca di Poussin il Vangelo apocrifo di Tommaso, dal quale si ricaverebbe la tesi della sopravvivenza di Gesù (ma sulla questione abbiamo già espresso seri dubbi in questo approfondimento), non era ancora ufficialmente noto, essendo stato scoperto a Nag Hammadi nel 1945.

Sarebbe questo il temibile segreto di cui era venuto a conoscenza Poussin, quello al quale allude Louis Fouquet nella sua lettera?

Se così fosse, indubbiamente esso avrebbe comportato dei "vantaggi dalla portata enorme" per chi ne era al corrente: si trattava infatti di tenere sotto scacco la Chiesa cattolica, minacciandola di rivelare al mondo l'inconsistenza dei dogmi su cui essa fondava il suo potere: uno strumento potentissimo nelle mani del Re Sole. Sono in molti a ritenere, del resto, che l'origine delle improvvise ricchezze di Bérenger Saunière, a sua volta scopritore del segreto proprio grazie al dipinto di Poussin, non fosse altro che il ricatto nei confronti delle alte sfere ecclesiastiche, disposte a tutto pur di chiudergli la bocca.

 

 

Data la posta in gioco, ci si domanderà perché non vengano fatte ricerche più approfondite su questo misterioso sepolcro, e la risposta è semplice: perché non esiste più.

Ripercorriamo brevemente anche questa strana e sconcertante vicenda.