Successivamente
si scoprirà
che il vero
colpevole dell'omicidio
è un
monaco albino
di nome Silas,
che fa parte
dell'Opus
Dei e lavora
per un misterioso
personaggio
chiamato "Il
Maestro",
il quale intende
scoprire la
"chiave"
per il ritrovamento
del Santo Graal.
Si viene a sapere
inoltre che
Saunière
faceva parte di
un'antica e
misteriosa società
segreta nota
come Priorato
di Sion,
che nasconde
un segreto che
potrebbe compromettere
i fondamenti
stessi del Cristianesimo
nella versione
tramandata dalla
Chiesa cattolica,
ossia quello
del matrimonio
di Gesù
con Maria Maddalena
e della nascita
di una discendenza
da queste nozze:
una discendenza
che, perseguitata
dalla Chiesa
e creduta estinta,
sopravvive invece
in forma segreta,
protetta appunto
dal Priorato
di Sion, di
cui i Templari
non sarebbero
che il braccio
armato. La chiave del segreto
del Graal è però da ricercare
nell'allusivo linguaggio della pittura, dal momento che proprio i pittori,
in primis Leonardo
Da Vinci e Nicolas Poussin,
si sono assunti
il compito di
nascondere in
una complessa
rete di simboli,
nascosti all'interno
delle loro opere,
il segreto del
Graal. Decifrare
questi simboli
sarà
appunto il compito
di Langdon e
di Sophie Neveau,
che alla fine
riusciranno
a risolvere
l'enigma.
Silas
(alias
Paul Bettany),
il sinistro
monaco albino
dell'Opus Dei
in
una scena del
film del 2006
Non
è difficile
comprendere
perché
il romanzo abbia
suscitato tanto
scalpore: l’idea di fondo è che la Chiesa
sia stata artefice della "più
grande opera di insabbiamento della storia", allo scopo di nascondere la chiave del segreto
del Graal e di far sparire il ricordo delle sue pesanti responsabilità
nell'annientamento
della discendenza di
Cristo (soprattutto
attraverso l'avallo
dell'eliminazione
dell'ultimo
dei Merovingi,
i "re taumaturghi" ritenuti
discendenti
diretti di Gesù
e di Maria Maddalena,
da parte dei
Carolingi).
Dan
Brown aderisce
dunque in pieno
alla "teoria
del complotto",
tesi che invece
Umberto
Eco rifiuta
come risibile.
Come
accennavo all'inizio,
Baigent,
Lincoln e
Leigh, autori de Il Santo Graal, hanno subito gridato al plagio,
e non senza
motivo: le loro tesi
sono riprese
quasi alla lettera
ne Il codice
Da Vinci;
ma anche Umberto
Eco si è
sentito non
poco indispettito
dalla evidente
rielaborazione
della falsariga
da lui stesso
tracciata nel
1988 con il
romanzo Il
pendolo di Foucault,
rielaborazione
doppiamente
irritante, dal
suo punto di
vista, perché
completamente
priva di quell'ironia
che costituiva
la chiave di
comprensione
dell'intero
romanzo: Dan
Brown sembra
prendere sul
serio il "piano
del complotto"
inventato per
gioco dai tre
protagonisti
del Pendolo
ed il relativo
"ciarpame
occultista",
con il risultato
che, come osserva
Eco
in un'intervista,
Brown stesso
finisce per
essere "una
delle sue creature". Che
Dan Brown sia
consapevole
del pesante
debito che
paga nei confronti
de Il Santo
Graal è
evidente da
numerosi indizi: il
nome di
uno dei personaggi del romanzo, lo
storico Leigh Teabing, è stato creato utilizzando il cognome di Richard
Leigh e l’anagramma del cognome di Michael Baigent; inoltre il cognome del curatore
del Louvre,
Saunière,
è lo
stesso del curato
di Rennes-le-Château
legato con il
Priorato di
Sion, che è
al centro delle
indagini di
Baigent, Leigh
e Lincoln.
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