COPPIE ASSASSINE

 

 

Nella storia del delitto la coppia assassina è un fenomeno piuttosto raro: in genere gli assassini uccidono da soli o coinvolgono altre persone solo per caso. Tuttavia tale fenomeno presenta tratti particolarmente inquietanti, e proprio per questo è stato molto studiato dai recenti criminologi. Si tratta di un punto di partenza ideale per la mia ricerca.

Tutto ha inizio con il bresciano Scipio Sighele, psicologo e docente di diritto penale alle Università di Pisa e di Roma. Laureatosi in giurisprudenza a Roma nel 1890 con Enrico Ferri, raggiunse subito la notorietà con l'opera La folla delinquente (1891), tradotta immediatamente in lingua francese. Iniziò così la sua riflessione sulla psicologia collettiva, di cui viene considerato uno dei pionieri (La delinquenza settaria, 1897; L'intelligenza della folla, 1903). Nel 1892 pubblicò il fondamentale saggio La coppia criminale, in cui riprese le tematiche della suggestione collettiva e della folie à deux; ne seguirà le linee generali nell'arringa per il celebre processo Murri (1905). Tenne corsi di psicologia collettiva e di sociologia criminale all'Institut des Hautes Etudes dell'Università di Bruxelles. Le sue opere ebbero molte edizioni e furono tradotte in parecchie lingue straniere.

Nel 1909 egli pubblicò la terza e definitiva edizione de La coppia criminale, che è quella che maggiormente m'interessa; si trattava di un tema nuovo, studiato fino allora solo da alcuni autori francesi.

Una tipica coppia criminale dell'antichità: Medea e Giasone
(John William Waterhouse, Medea e Giasone, 1907)

Secondo Sighele la coppia assassina ha nella suggestione il suo motore principale: essa è infatti composta dall'incube (carattere forte, dominante) e dal succube (carattere debole, dominato).

Il rapporto che si stabilisce fra i due è ciò che si potrebbe definire una patologia complementare e funziona all'incirca così:

- da una parte c'è una persona che si sente una nullità, e che in un rapporto con qualcuno che la domina si sente importante, come se essere stata "prescelta" per questo ruolo fosse un privilegio: il dominante la fa sentire viva;

- dall'altra parte c'è un individuo arrogante con manie di grandezza, al quale il fatto che una persona gli consenta di dominarla fa pensare di essere molto potente: il dominato è una grande conferma per lui.

Ora, il fatto è che il massimo dominio esercitato da una persona su un'altra è proprio costringerla a commettere un atto definitivo, irrimediabile, come l'omicidio: e questo spiega perché queste coppie diventino assassine.