VINCENT  E THEO VAN GOGH

 

 

Se Vincent rispecchia in qualche modo la figura dell'idiota, nella sua variante geniale, visionaria e autolesionista, ancor meglio la rappresenta Theo, il fratello così somigliante e così affezionato da essere quasi una specie di gemello o di alter ego: egli infatti incarna quasi alla perfezione la figura del "semplice", dell'uomo puro e senza malizia, che, come il principe Myškin, affronta la vita armato solo del proprio idealismo e del proprio ingenuo candore; uscendone inevitabilmente con le ossa rotte.

Nella sua assoluta dedizione al fratello genio, Théo è totalmente inerme di fronte alla sua tragedia, totalmente incapace di comprenderla e di fronteggiarla. Era stato l'unico a credere ciecamente nell'opera di Vincent, e quando si rende conto dell'insufficienza del suo amore crolla di colpo: non riesce a sopravvivere.

Forse sopraffatto dal dolore, forse anche dal rimorso per non avere compreso quanto profondo fosse il disagio di Vincent, forse da un assurdo senso di colpa per non aver saputo rinunciare ad avere una vita propria per restargli accanto, o forse da tutto questo insieme, Theo smarrisce la ragione, segue Vincent nella follia e ben presto anche nella morte.

 

 

Vincent e Théo Van Gogh

 

Egli cade in assoluta apatia per un mese, poi ha un crollo nervoso completo e viene ricoverato in diverse cliniche per alienati: morirà in una casa di cura a Utrecht il 25 gennaio 1891, appena sei mesi dopo Vincent.

In un certo senso Vincent ha voluto Theo tutto per sé, in un estremo gesto di amore e di egoismo; e Theo non era capace di opporsi alla volontà del fratello, perché il suo era amore vero.

Nel 1914 le sue spoglie, per volontà della vedova, furono trasferite ad Auvers e tumulate accanto a quelle di Vincent. Questa è la tomba dei due fratelli, uniti per sempre anche nella morte:

 

 

(Fonti:

http://dacampo.altervista.org/arteepazzia/vangogh

http://it.wikipedia.org/wiki/Vincent_van_Gogh

http://it.wikipedia.org/wiki/Theodorus_van_Gogh)