Com'è
noto,
il
giudizio
di Nietzsche
da
Socrate
fino al
pensiero
filosofico moderno
è
profondamente
negativo:
nella
decadenza della
civiltà
occidentale
il cristianesimo
ha giocato
un
ruolo primario.
Esso
infatti
condanna
e
reprime il dionisiaco,
l'istinto
primario
che
afferma
la vita
e l'arte, insegnando a cercare la verità in un altrove metafisico.
A
parere
di
Nietzsche tutto
ciò
non è
altro che espressione
del disgusto per
la vita,
dal
quale sorge
il temuto nichilismo.
Quando
il
filosofo
afferma
che
"Dio
è
morto",
infatti,
egli
mette
in
guardia proprio
contro
l'avvento
del
nichilismo,
inteso
come
attitudine
a
credere
nel
nulla.
"Gott
ist tot"
è
la celebre
affermazione
che si trova in Così
parlò
Zarathustra
del 1885,
ma essa
si trova
espressa
per la prima
volta dal
"folle"
de La
gaia scienza
del
1882, una
sorta di
idiota
che gira
in pieno
giorno con
una lanterna
accesa,
urlando
"Cerco
Dio!",
attirandosi
così
lo scherno
dei presenti.
Alla richiesta
di spiegazioni
l'uomo afferma
che Dio
è
morto, ovvero
che nessuno
crede più
veramente:
«Dio
è
morto. -
egli dice
- Dio resta
morto. E
noi l'abbiamo
ucciso.
Come potremmo
sentirci
a posto,
noi assassini
di tutti
gli assassini?
Nulla esisteva
di più
sacro e
grande in
tutto il
mondo, ed
ora è
sanguinante
sotto le
nostre ginocchia:
chi ci ripulirà
dal sangue?
Che acqua
useremo
per lavarci?
Che festività
di perdono,
che sacro
gioco dovremo
inventarci?
Non è
forse la
grandezza
di questa
morte troppo
grande per
noi? Non
dovremmo
forse diventare
divinità
semplicemente
per esserne
degni?»
|
Friedrich
Nietzsche
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Ma
nell'atto
stesso di
compiere
questa affermazione
il "folle"
si trova
di fronte
allo scetticismo
e all'indifferenza,
quando non
alla derisione.
Egli stesso
si definisce
come il
"testimone"
di un omicidio
compiuto
dall'intera
Umanità.
"Vengo
troppo presto"
egli ammette,
poiché
gli uomini
non sono
ancora pronti
ad accettare
questo cambiamento
epocale.
I valori
tradizionali
sono sempre
più
pallidi,
sempre più
estranei
alla coscienza,
ma i
nuovi valori,
quelli della
gioiosa
accettazione
della vita
e della
fedeltà
alla terra,
sono ancora
al di là
dell'orizzonte:
"Questo
enorme evento
è
ancora per
strada e
sta facendo
il suo cammino".
L'annuncio
della morte
di Dio non
è
stato sempre
compreso
a fondo:
taluni interpreti
si sono
limitati
a leggerlo
come
l'ennesimo
attacco
al Cristianesimo
e non ne
hanno percepito
la profondità
e la complessità.
Nietzsche
con questa
affermazione
intende
annunciare
la fine
di ogni
realtà
trascendente,
indipendentemente
dal culto
che predichi
tale realtà.
L'idea di
Dio non
è
più
fonte di
alcun codice
morale o
teleologico.
"Rompendo
uno dei
principali
concetti
della cristianità,
la fede
in Dio,
cade il
tutto: nulla
di necessario
rimane nelle
mani",
egli afferma.
Il folle
infatti
si rivolge
non ai credenti,
ma agli
atei, ed il
problema
è
proprio
quello di
ritenere
valido un
qualunque
sistema
di valori
in assenza
di un ordine
divino.
La
morte di
Dio condurrà,
secondo
Nietzsche,
non solo
al rifiuto
della credenza
in qualsivoglia
ordine cosmico
o fisico,
ma anche
al rifiuto
dei valori
assoluti
stessi -
al rifiuto
di credere
in un'oggettiva
ed universale
legge morale
che lega
tutti gli
individui.
In questa
maniera,
la perdita
di una base
sicura della
morale condurrà
al nichilismo.
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