Ad
Alan
Turing
spetta il merito
(che condivide
con il matematico
francese Louis
Coffignal,
il quale ebbe
la medesima
intuizione in
modo del tutto
indipendente)
di avere riscoperto
nel 1936 il
calcolo binario,
proponendo di
usarlo come
linguaggio di
base nelle calcolatrici
meccaniche esistenti
a quell'epoca.
Tuttavia
la paternità
(almeno in Occidente)
di questo sistema
numerico spetta
al grande filosofo
e matematico
Gottfried Wilhelm von Leibniz
(1646-1716);
in realtà
quella di Leibiniz
fu una rivisitazione
di un sistema
di calcolo introdotto
in Cina tremila
anni fa condotta
nell'ambito
di uno studio
sugli ideogrammi.
Leibniz in tale
circostanza
studiò
questo sistema
definendo le
caratteristiche
della cosiddetta
"aritmetica
binaria".
Nel
1666 il filosofo
con l'Arte
combinatoria
gettò
le basi della
logica simbolica,
su cui si regge
il funzionamento
dei moderni
calcolatori,
e formulò
per l'appunto l'idea
di un 'calcolo
binario',
che riduca in
forma più
semplice le
'leggi del
pensiero'.
Gottfried Wilhelm von Leibniz
Gli
sviluppi del
calcolo combinatorio,
ad opera di
G. Boole,
A.N. Whitehead
e B. Russell,
hanno dato forma
al sogno di
Leibniz di un
ragionamento
simbolico universale,
con la nascita
di una nuova
disciplina matematica,
detta appunto logica
simbolica.
L'idea
di fondo dell'“arte
combinatoria”
è quella
di trovare
una logica capace
non soltanto
di dimostrare
la verità
di ogni proposizione,
ma
anche di costruire
nuove proposizioni
fornite della
certezza dei
procedimenti
matematici.
Il
punto di partenza
è la
logica aristotelica:
il “genere”
è una
classe di enti
con differenze
specifiche fra
loro ma con
elementi comuni
(che appunto
definiscono
il “genere”):
ad esempio,
nell'espressione
“animale razionale”,
il termine “animale”
costituisce
il “genere”
che accomuna
la “specie”
degli uomini
(definiti dalla
razionalità)
a tutte le altre
e diverse “specie”
di animali;
“essere vivente”
è un
genere piú
ampio di “animale”
e quindi contiene
in sé
altri generi.
Il
“genere sommo”
è
quello che non
può essere
contenuto in
nessun altro
genere (ad esempio,
le categorie
di Aristotele).
Leibniz
propone di indicare
i generi sommi
con lettere,
le quali, combinate
fra loro, possano
poi formare
le “nozioni
inferiori”.
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