LA GNOSI: IL MITO DI SOPHIA

 

 

L'Eone Saggezza, Sophia o Achamoth, ha un ruolo centrale in molti sistemi gnostici. Essa sembra rappresentare il principio femminile supremo, e secondo Wilhelm Bousset non è altro che una trasformazione della dea Syra,  Ishtar o Astarte.
Si tratta però di un personaggio profondamente ambiguo: una volta dea casta e verginale, ora, a causa della sua caduta dalla purezza originale, è "la Lussuriosa", l'originatrice del mondo materiale, come lei peccaminoso.
Una delle prime forme di questo mito si trova in Simon Mago. Nel sistema di Valentino, descritto da Sant'Ippolito di Roma (Libro VI, XXV-XXVI), Sophia è la più giovane dei ventotto eoni.
Di lei si dice che, osservando la moltitudine degli eoni, venne assalita dal desiderio di generarli; tornò allora nella profondità del Padre e cercò di imitarlo, producendo discendenti senza alcuna unione sessuale; ma in tal modo produsse solamente un aborto, una sostanza amorfa indistinta. Per questo fu espulsa dal Pleroma.
Allora Sophia s'innamorò del Primo Padre stesso, o forse, con il pretesto dell'amore, cercò di conoscere l'Inconoscibile e di comprendere la sua grandezza.
Secondo il Vangelo gnostico chiamato Pistis Sophia (capitolo XXIX), Sophia era figlia di Barbelos (termine probabilmente derivante dalla storpiatura del greco parthènos = "vergine"), la Vergine originaria venerata dai cosiddetti Barbelognostici.
Costei, prima emanazione del Padre, aveva a sua volta emanato Ennoia (il Primo Pensiero) e il Demiurgo, ma era stata tradita da quest'ultimo, che l'aveva derubata della Luce.
Da allora Barbelos non fece altro che cercar di sedurre gli altri Eoni per appropriarsi della loro luce.

Sophia in un'icona del 1812

Appunto per questa sua attitudine seduttiva essa era identificata da altre sette con Sophia stessa, e spesso madre e figlia risultano indistinguibili. Originariamente Sophia risiedeva nel cielo più alto, il tredicesimo, ma fu sedotta dal demone Authades (= "tracotante, sfrontato") per mezzo di un raggio di luce, che lei, innamorata del Primo Padre, scambiò per una Sua emanazione. Authades, così, la trascinò nel Caos, dove ella divenne prigioniera di poteri malvagi.
Secondo lo gnosticismo di Valentino, quindi, la materia è il frutto del peccato di Sophia. Nelle più antiche speculazioni gnostiche, invece, l'esistenza della materia veniva presupposta tacitamente come eterna, insieme al Pleròma.
In ogni caso, questa teoria valentiniana venne presto abbandonata in favore dell'emanazionismo panteistico. Il mito di Sophia è completamente assente, per esempio, nel sistema di Basilide.
Esiste poi in alcune sette gnostiche una divisione tra "alta saggezza" e "bassa saggezza", come sappiamo dal vescovo Ireneo di Lione: Sophia Achamoth è la Bassa Saggezza, figlia dell'Alta Saggezza, ed è lei ad essere la madre del Demiurgo; lei è l'Ogdoad, suo figlio l'Hebdomad.