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LA CONDANNA DELLA MATERIA:
I DUALISTI
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Molte dottrine
antiche concepiscono
il mondo come
originato da
un unico
principio,
identificato
per lo più
con ciò
che chiamiamo
Dio. In questa
visione del
mondo, detta
monistica
(dal greco
μόνος
= "solo,
unico"),
non c'è
spazio per il
Male: se esiste
un solo principio,
e questo principio
è Dio,
esso non può
essere che Bene.
Questa
è ad
esempio la convinzione
degli Stoici,
i quali fanno
derivare tutto
dalla razionalità
universale immanente
(il Lògos)
e sostengono che
chi afferma
che qualcosa
è male
non può
che commettere
un "errore
di giudizio",
dal momento
che non vi è
spazio per il
male nell'universo
e questo è
necessariamente
il migliore
dei mondi possibili.
Il
dualismo,
al contrario,
considera l'universo intelligibile soltanto come un tutto composto da due elementi distinti
e reciprocamente irriducibili. Già l'antica
religione persiana di Zoroastro afferma l'esistenza di due divinità
contrapposte, il Bene e il Male (ovvero la Luce e le Tenebre), in lotta
fra loro. Tale opposizione non è però solo evidente sul piano cosmico,
ma si ripropone all'interno dell'uomo. "Ci sono due spiriti
irriducibilmente opposti", è scritto nell'Avesta, "nel pensiero, nella
parola e nell'azione. L'uno apporta la vita, l'altro la morte. I due
spiriti si affrontano in ogni uomo, e si affrontano dalle origini fino
alla fine dei tempi". |
Il
movimento dal
quale prese
avvio, in Occidente,
la visione
dualistica del
mondo, che
porta come vedremo
ad una concezione
oltremodo negativa
e pessimistica
dell'esistenza
e con essa al
rifiuto della
procreazione
ed alla conseguente
svalutazione
della maternità,
è lo
gnosticismo.
La concezione gnostica
fu ripresa anche nel
manicheismo, contro cui si rivolse la riflessione teologica di
sant'Agostino, il quale pure vi aveva inizialmente aderito, ma che finirà
per approdare
ad un rigoroso
monismo, affermando
che il male
non è
altro che assenza
di bene.
L'atteggiamento dualistico dello gnosticismo e del manicheismo ispirò anche alcune eresie
medievali, in particolare, come vedremo, quella dei catari. Il termine "gnosticismo"
deriva dal greco γνῶσις, ossia "conoscenza"; esso designa un gruppo di correnti filosofico-religiose dell'antichità,
che hanno avuto la loro massima diffusione nei secoli II e III d.C. nei maggiori
centri culturali dell'area mediterranea, come Roma e Alessandria d'Egitto.
In certi casi si tratta di scuole fondate da personaggi sconosciuti ai profani
ma ben noti
agli studiosi
delle religioni, come Basilide, Marcione
o Valentino - tutti vissuti nel secolo II d.C. -, in altri casi di gruppi di cui non
si conoscono i fondatori e la cui denominazione deriva da elementi dottrinali
(per esempio, gli ofiti erano così detti perché attribuivano un ruolo importante al serpente, in greco
ofis, i cainiti perché si richiamavano a Caino, e così via).
La scoperta
dei Vangeli detti
“gnostici” o di Nag Hammadi,
avvenuta
nel 1945, ci ha restituito
alcuni testi databili al I o
II secolo d.C., di fondamentale
importanza per la
ricostruzione del
pensiero gnostico:
infatti la scarsa conoscenza
che in precedenza si aveva di
tale corrente di
pensiero non ci
permetteva nemmeno di risolvere
un problema di fondo: se cioè lo
gnosticismo fosse un movimento
eretico staccatosi dal cristianesimo,
o un indirizzo filosofico-religioso
indipendente dal cristianesimo.
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Lo
gnostico Valentino
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Dopo
lo studio dei testi
di Nag Hammadi è opinione
pressoché
concorde dei critici
che lo
gnosticismo non abbia avuto origine da una degenerazione del cristianesimo, ma rinvii ad
elementi derivati da varie religioni misteriche, dalle correnti magico-astrologiche
dell'Oriente, dall'ermetismo, alla qabbalah ebraica e dal giudaismo alessandrino (Aristobulo,
Filone), e perfino dalle filosofie ellenistiche. Questo insieme dottrinario,
tutt'altro
che coerente, è poi approdato nel cristianesimo,
andando a definire una corrente
di pensiero che trovò
oppositori fin dal II secolo
d.C. (si veda
Ireneo, vescovo
di Lione e la sua Denuncia e confutazione della pseudo-gnosi) e fu ben
presto dichiarata eretica. Si suole inoltre distinguere una gnosi volgare (Cerinto, Carpocrate, Simon Mago,
Menandro), divisa anche in numerosissime sette (che, non richiamandosi ad alcun
caposcuola, vengono dette in generale degli ofiti per il comune culto del serpente,
ma anche dei barbelioti, perati, cainiti ecc.), in cui prevalgono le pratiche
magiche e gli elementi dell'astrologia iranico-babilonese; e una gnosi dotta, che ha
il suo centro principale ad Alessandria ed è rappresentata da figure in cui è
notevole l'impegno speculativo: Basilide, Valentino e Marcione.
Il cristianesimo "ortodosso"
nei
primi secoli fu attaccato dallo gnosticismo tanto dall'esterno, cioè
da movimenti che si ponevano dichiaratamente in posizione alternativa a esso,
quanto dall'interno, da gruppi che si rifacevano appunto ai vangeli apocrifi.
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