E'
il momento di affrontare
un tema cruciale:
se la maternità,
in quanto traduzione
in atto della
volontà procreativa,
sia da considerare
un fenomeno
positivo in
prospettiva
religiosa,
ove per religiosa
intendo specificamente
cristiana:
abbiamo visto
infatti come
dalle religioni
delle società
matriarcali
la positività
della procreazione
sia considerata ovvia e
come da quelle
delle società
patriarcali
in genere, dominate
dalla figura
di un Dio Padre
rigorosamente
di sesso maschile, il
dato non venga
messo in discussione,
poiché
si dà
per scontato
che la continuazione
della stirpe debba
avvenire:
l'unica cosa
che cambia è
il ruolo della
donna-madre,
che perde la
sua posizione
di predominio
e si fa
docile strumento
della supremazia maschile.
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Ma
il cristianesimo
rappresenta
una svolta radicale
in tal senso,
ed anche se
la Chiesa cattolica
tende a minimizzare
la portata rivoluzionaria
della parola
di Cristo, prospettandola
come ideale
completamento
dell'Antico
Testamento,
la verità
è che
si aprono con
Gesù
scenari completamente
nuovi anche
per la sessualità,
soprattutto
quella
procreativa,
e dunque per
la valutazione
del fenomeno-maternità;
senza contare
che, al di là
dei luoghi comuni,
il problema
è ben
lungi dal potersi
considerare
pacificamente
risolto anche
all'interno
della Chiesa
stessa. A tale
proposito prendo
spunto da un
articolo trovato
in rete
che tratta di
questo spinoso
problema.
Come
sanno tutti,
il matrimonio,
la procreazione
e l’unione sessuale
nella sua accezione
più ampia
rappresentano
i fondamenti
della continuazione
della nostra
specie umana
qui sulla Terra.
Anche
se la pratica
dell’istituzione
“ortodossa”
del matrimonio
è il
principio fondante
della Chiesa
e del cristianesimo,
fin dai tempi
immediatamente
susseguenti
alla morte di
Cristo vari
eretici, ricordo
tra tutti Marcione
(85-160
d.C.),
hanno cominciato
a ragionare
su questa delicata
questione, se
cioè
il sesso possa
in un certo
senso essere
regolato entro
i canoni e le
categorie cristiane,
oppure se esso
non sia in
un certo senso
alla base di
tutti i peccati
e delle sciagure
occorse alla
vita umana.
Non
c’è dubbio
che siamo dinanzi
ad una problematica
molto complessa,
anche perché
a nessuno sfugge
il carattere
assai lusinghiero
e affascinante
dello sfogo
sessuale, visto
dalla stragrande
maggioranza
delle persone
come una delle
realtà
più appetibili
e indispensabili
alla vita e
alla società.
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Ary
Scheffer, Tentazione
di Cristo,
1854 (cliccando
sull'immagine
si può
ingrandirla)
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Il
Potere, il Sesso
e la Ricchezza
sono sempre
stati visti
come una sorta
di triade della
potenza e felicità
umane, eppure
fra queste tre
categorie socio-psicologiche
che contraddistinguono
fin dagli albori
il nostro essere
e la nostra
coscienza e
per le quali
tanto sangue
è stato
fatto versare agli
innocenti, non
sfugge a nessuno
che la sessualità
è
quella che più
di tutti ci
interroga sul
senso più
profondo della
nostra esistenza,
poiché
è fin
troppo facile
arguire che
è proprio
su di essa che
si fonda la
vita stessa
e la sua più
profonda motivazione.
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