Perché la luna ci mostra sempre la stessa faccia?
Uno
sprovveduto potrebbe pensare che il nostro satellite ci mostra sempre la stessa
faccia perché non ruota, ma non è affatto vero. La Luna ruota sia intorno alla
terra, sia su se stessa. Il motivo per cui vediamo sempre lo
stesso lato è perché sulla Luna il tempo impiegato a compiere un giro
su se stessa, chiamiamolo impropriamente un giorno, è identico
al tempo impiegato per fare un giro intorno alla terra che per analogia
al sistema sole-terra, potremmo altrettanto impropriamente chiamare anno.
In poche parole, un giorno è lungo un anno.
Ogni volta che guardo la Luna dalla Terra, questa si sarà
ruotata di un certo angolo in modo da mostrarmi sempre la stessa parte:
Verrebbe da dire: che
assurda
ironia
della sorte! Ma
non poteva esserci un po' di differenza tra il giorno e l'anno lunare, così da vederne tutta la superficie?
Siamo davvero sfortunati.
Non è questione di fortuna o sfortuna: è proprio la fisica
che impone questa rotazione sincrona.
La risposta
sta in una deformazione del campo gravitazionale del
sistema terra-luna, ovvero ad un momento di forze che modifica il
momento angolare del nostro satellite. Ma facciamo un passo alla
volta.
Tutta colpa della marea Questo effetto in inglese si chiama Tidal Locking, che possiamo
interpretare come sincronia di marea, e si applica tutte le volte che un
corpo astronomico di dimensioni ridotte ruota intorno ad un corpo
più grande, come nel caso del sistema Terra-Luna.
Seguiamo
il discorso
attraverso
tre fasi.
Fase 1: la deformazione della marea
Prendiamo
due corpi celesti come per esempio la Terra (T) e la Luna (L), con L
che ruota intorno a T, mentre entrambi ruotano su se stessi in modo non
sincrono, cioè il giorno di L è diverso dal suo anno ed un
ipotetico osservatore su T vedrebbe tutta la superficie di L.
L è
molto più piccolo di T e di conseguenza T esercita un'intensa
attrazione gravitazionale su L, tanto da deformarlo. Esagerando
l'effetto per renderlo più visibile è come se L si trasformasse da un
pallone da calcio perfettamente sferico in uno da rugby con le due
punte posizionate sulla retta che unisce il centro di L al centro di T.
Queste punte si chiamano onde di marea.
Fase 2: la marea che gira
Abbiamo detto che L, oltre a girare intorno al suo asse, gira anche
intorno a T.
Le due creste alte
dell'onda di marea (le punte del pallone da rugby) sono sempre
orientate lungo la direzione che unisce i due corpi.
Però L ruota su
se stesso: di conseguenza la posizione della deformazione di marea si sposta
sulla superficie di L in modo da rimanere sempre allineata verso il
centro di T.
Fase 3: ruotare le maniglie
Consideriamo ora
cosa accadrebbe
nel caso in cui il giorno lunare
fosse più breve dell'anno. Il caso opposto si risolve in modo del tutto analogo.
La deformazione di L risentirà di una maggiore attrazione
verso T provocando un rallentamento della rotazione di L
Sempre esagerando le dimensioni, possiamo immaginare le sporgenze
dovute alla marea come se fossero un paio di maniglie: come mostrato
nella figura qui a fianco, possiamo immaginare come
la sporgenza più vicina a T risenta maggiormente della gravità rispetto
agli altri punti della superficie.
Questo agisce come una sorta di
freno: nel tentativo di tenere la sporgenza di L il più vicino
possibile a T (si ricordi che le due creste alte
dell'onda di marea sono sempre
orientate lungo la direzione che unisce i due corpi), l'intera rotazione di L subirà un rallentamento,
fino a
quando la deformazione non tenderà né a precedere né a seguire la
rotazione sul proprio asse di L, ovvero fino a quando un giorno sarà
lungo esattamente come un anno.
(Fonte:
http://unico-lab.blogspot.com/2011_01_01_archive.html)
|