CALVINO E LA SCIENZA: LE "COSMICOMICHE"

 

 

Le Cosmicomiche di Italo Calvino (1923-1985) sono 33 racconti scritti da Calvino e pubblicati in quattro raccolte: Le cosmicomiche, Einaudi, Supercoralli, 1965, Ti con zero, Einaudi, Supercoralli, 1967, La memoria del mondo e altre storie cosmicomiche, Club degli editori, 1968, Cosmicomiche vecchie e nuove, Garzanti, 1984.

I primi 12 racconti, che costituiscono le originarie Cosmicomiche, furono scritti tra il 1963 ed il 1964; in origine pubblicati per la maggior parte sui periodici Il caffè ed Il giorno, furono successivamente ripubblicati sotto forma di raccolta da Einaudi nel 1965.

Sono storie umoristiche e paradossali relative all'universo, all'evoluzione, a tempo e spazio, nate dalla libera immaginazione di Italo Calvino, ma basate su ipotesi teoriche avanzate dalla scienza per dare una spiegazione sull'origine del nostro mondo.

 

 

Italo Calvino

 

"La letteratura italiana sta attraversando un momento di trombonaggine generale. Il mio solo terrore è di essere in qualche modo confuso con i tromboni che imperversano. Un caro saluto, Italo Calvino".

Con queste poche righe, asciutte e critiche, Italo Calvino annuncia a Giambattista Vicari, direttore della rivista Il caffè, che nel numero a lui dedicato intende far debuttare un suo nuovo esperimento narrativo. Lo scrittore ligure mantiene le promesse e nel novembre del 1964 "uno speciale tipo di racconto comicosmico (o cosmicomico)" fa il suo ingresso nella vita letteraria italiana, prendendo le distanze da qualche trombone di troppo che imperversa e senza nessun timore reverenziale. Da questo momento fino al '68, Calvino comporrà quasi tutte le cosmicomiche della sua produzione, eccetto un paio di racconti aggiunti nel 1984.

I primi anni '60 sono un periodo assai fecondo per la riflessione letteraria. In Italia le avanguardie del Gruppo '63, ma anche artisti molto meno disposti a lasciarsi inquadrare, come Pier Paolo Pasolini, cercano nuove risposte a domande vecchie e nuove: il ruolo del letterato e della letteratura in un mondo che appare meccanizzato e artificiale; il ruolo del linguaggio e della comunicazione; il rapporto fra uomo e società.

La grande espansione delle città costruisce intorno all'uomo un groviglio di strade, di palazzi, di suoni, di luci senza precedenti: cambia lo spazio stesso in cui l'uomo vive, cambiano i ritmi che ne regolano la vita. Il mondo si trasforma in un labirinto, immagine che in questi anni emerge con forza e che rappresenta in modo vivido la condizione esistenziale dell'uomo, così complicata da apparire inestricabile. Lo smarrimento dei nuovi cittadini è dipinto da Calvino in Marcovaldo, ovvero le stagioni in città (1963) con racconti divertenti e falsamente ingenui, spesso scambiati per racconti per bambini.

Ma Calvino fa un passo avanti. Per recuperare il rapporto con un ambiente di vita apparentemente del tutto impoetico e degradato come la periferia urbana, occorre fare i conti con la nuova situazione senza rifiutarla. Calvino indica nell'osservazione e nella descrizione il metodo per avvicinarsi a quel che ci serve: "e quello che oggi ci serve è la mappa del labirinto, la più particolareggiata possibile. Quel che la letteratura può fare è definire l'atteggiamento migliore per trovare la via d'uscita. [...] E' una letteratura della sfida al labirinto che vogliamo enucleare e distinguere dalla letteratura della resa al labirinto" (La sfida al labirinto, 1961).

La sfida lanciata da Calvino poggia dunque su due elementi che caratterizzano il metodo scientifico moderno: l'osservazione e la descrizione. E la ricerca linguistica stessa di Calvino, come pure l'inclusione della esattezza fra i tratti da trasmettere alla letteratura del nuovo millennio (Lezioni americane, 1985), testimoniano quanto da vicino l'autore condivida con il mondo scientifico la ricerca di un linguaggio rigoroso e puntuale.

Insomma, i tratti che delineano il metodo di analisi del mondo necessario per interpretarlo e per cambiarlo appaiono, secondo Calvino, strettamente imparentati con il metodo scientifico.

Ma Calvino non si ferma qui. Ne Le cosmicomiche si rivolge direttamente al patrimonio dell'immaginario scientifico per trarne un aiuto tutto letterario ed esistenziale. Questo rende le cosmicomiche racconti così speciali da essere unici: nessuno sarà in grado di seguirlo nella sua proposta.