Nel
1543 l'astronomo
Niccolò
Copernico
(1473-1543),
con il suo De
Revolutionibus
orbium coelestium
(Le rivoluzioni
dei mondi celesti),
ripropose una visione
del sistema
solare simile
a quella già
formulata nel
III secolo a.C.
da Aristarco
di Samo,
ovvero una
teoria eliocentrica,
nata per sostituire
totalmente la
teoria tolemaica.
In
questa visione
il sistema solare è
un sistema planetario
costituito da
una varietà
di oggetti celesti
mantenuti in
orbita dalla
forza di gravità
del Sole; vi
appartiene anche
la Terra. È
costituito da
otto pianeti,
dai rispettivi
satelliti naturali,
da cinque pianeti
nani e da miliardi
di corpi minori.
Quest'ultima
categoria comprende
gli asteroidi,
in gran parte
ripartiti fra
due cinture
asteroidali
(la fascia principale
e la fascia
di Kuiper),
le comete, le
meteoroidi e
la polvere interplanetaria.
In
modo schematico,
procedendo dall'interno
verso l'esterno,
il sistema solare
è così
composto:
-
il Sole
-
i quattro pianeti
rocciosi interni
(Mercurio,
Venere, Terra,
Marte)
-
la fascia
principale degli
asteroidi
-
i
quattro giganti
gassosi esterni
(Giove,
Saturno, Urano,
Nettuno)
-
i cinque pianeti
nani (fra cui
Plutone)
-
la
cintura di Kuiper
-
il disco diffuso
-
l'ipotetica
nube di Oort,
sede di gran
parte delle
comete.
Il
vento solare,
un flusso di
plasma generato
dall'espansione
continua della
corona solare,
permea l'intero
sistema solare.
Questo crea
una bolla nel
mezzo interstellare
conosciuta come
eliosfera, che
si estende fino
oltre alla metà
del disco diffuso.
In
ordine di distanza
dal Sole, gli
otto pianeti
sono: Mercurio,
Venere, Terra,
Marte, Giove,
Saturno, Urano
e Nettuno.
A
metà
2008 cinque
oggetti del
sistema solare
sono stati classificati
come pianeti
nani: Cerere,
situato nella
fascia degli
asteroidi, e
altri quattro
corpi situati
al di là
dell'orbita
di Nettuno,
Plutone (in
precedenza classificato
come il nono
pianeta), Haumea,
Makemake e
Eris.
Sei
dei pianeti
e tre dei pianeti
nani hanno in
orbita attorno
a essi dei satelliti
naturali; inoltre
tutti i pianeti
esterni sono
circondati da
anelli planetari,
composti di
polvere e altre
particelle (è
noto quello
di Saturno).
Raffigurazione
del sistema
solare
Si
ritiene che
il Sole e i
pianeti si siano
formati da una
nebulosa di
gas interstellari
in contrazione,
circa 4,6 miliardi
di anni fa.
L'ipotesi di
un'origine comune
trova conferma
nell'analisi
di alcune regolarità
di comportamento
dei pianeti,
che ruotano
attorno al Sole
muovendosi tutti
nello stesso
verso e percorrendo
orbite sostanzialmente
complanari.
Secondo
le attuali teorie,
la nebulosa
primordiale
aveva una temperatura
molto bassa
ed era costituita
da idrogeno, elio, una grande varietà
di elementi
chimici più
pesanti e polveri.
Circa
5 miliardi di
anni fa al centro
della nebulosa
si sarebbe creata
una parte più
densa e di conseguenza
la nube, sotto
la spinta della
forza gravitazionale,
avrebbe cominciato
a contrarsi.
In
pochi milioni
di anni, nella
zona centrale,
la densità
e la temperatura
sarebbero aumentate
e si sarebbe
formato il proto-Sole.
Contemporaneamente,
la contrazione
avrebbe causato
un aumento della
velocità
di rotazione
e della forza
centrifuga del
sistema. Così
la nube si sarebbe
appiattita,
assumendo un
aspetto simile
a un disco rotante
intorno al Sole.
Il collasso
gravitazionale
della massa
del proto-Sole
avrebbe causato
un incremento
della temperatura
nella zona più
centrale.
Nelle
fasi finali
del processo,
un forte vento
solare avrebbe
trascinato verso
le regioni più
esterne tutti
gli elementi
leggeri, soprattutto
idrogeno ed
elio.
Mentre
il nucleo del
proto-Sole si
riscaldava fino
a raggiungere
le temperature
necessarie per
le reazioni
termonucleari,
nel disco circostante
si accrescevano
alcuni corpi
attraverso delle
collisioni e
attirando frammenti
più piccoli
presenti nello
spazio circostante.
Si sarebbero
formati così
i proto-pianeti,
dai quali sarebbero
derivati gli
attuali pianeti,
mentre il proto-Sole
si trasformava
in una stella
gialla e stabile.
Raffigurazione
ipotetica della
nebulosa originaria
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