HENRY JAMES FRA RETICENZA
E AUTOCENSURA:
IL GIRO DI VITE
Ma presto qualcosa si inceppa, il meraviglioso meccanismo perde dei
colpi, il pacifico progredire dei giorni esce dai consueti binari della
tranquillità quotidiana, le apparizioni si moltiplicano, si insinua
prima il dubbio, e poi la terrificante certezza che anche i bambini
sappiano, che anche i bambini vedano… ma che per qualche oscuro motivo
essi non dicano nulla.
Anche la governante sa, [...]
e confidandosi
narra di malefiche influenze, di oscure malvagità che a tratti
affiorano nel comportamento di quelle angeliche creature, di parole
irripetibili proferite dalla piccola, di comportamenti indecorosi
tenuti dal ragazzo; si insinua presto l’ombra di un maleficio, i
ragazzi sanno, i ragazzi vedono, essi sono posseduti, vittime di un
maleficio, colpiti da una maledizione.
Ed i fantasmi che appaiono ora sono due, la precedente istitutrice e
l’intendente, colpevoli di una bieca relazione amorosa che infrangeva e
i limiti di classe e i confini della decenza, fuggiti, morti, defunti,
scomparsi, eppure vivi, tornati a prendere possesso dei ragazzi, o
forse a rivivere attraverso essi e dentro di loro.
Ma sono veri questi fantasmi? Ci sono davvero? O sono
frutto della mente malata dell’istitutrice?
Una
scena
di Suspense
(The innocents)
del 1961
Forse le troppe responsabilità, il peso eccessivo che grava su di
lei, forse la gioventù, l’inesperienza, un supposto amore ideale e
impossibile per il suo austero datore di lavore, un eccesso di
romanticismo, il forzato isolamento, forse tutto questo ha avuto
ragione del suo equilibrio mentale, e la posseduta, la folle, la
visionaria potrebbe alla fine essere solo lei? Ma allora perchè questi
ragazzi sono così angelici, così perfetti nella loro arrendevolezza,
così assolutamente candidi e innocenti, al punto da apparire quasi
sospetti? Non sappiamo e mai potremo dire da che parte sta la verità.
Quando ecco nelle pagine finali il mistero sembra svelarsi, dal
fondo del tunnel cominciamo a intravedere una luce, che si avvicina,
ora sta per illuminarci, quasi vediamo, quasi crediamo di capire, quasi
comprendiamo il macabro gioco di prestigio di cui sicuramente siamo
stati vittime [...], e un attimo prima che la soluzione ci venga svelata, o
forse giusto un attimo dopo, ricadiamo perplessi nelle tenebre più
oscure della più impenetrabile non conoscenza. [...]
La
giovane e coraggiosa istitutrice, colta in fondo anch’essa dal dubbio
di essere pazza, decide di uscire allo scoperto, e costringe le piccole
creature ad affrontare le inquietanti visioni, di cui ovviamente
davanti alla loro possibile o supposta innocenza prima non si era mai
parlato. [...] Ottenendo dalla
bimba un collasso immediato e una fortissima crisi di febbri
epilettiche, che la costringono ad allontanarla e a mandarla
sollecitamente dal medico di città accompagnata dalla governante. Fatto
questo l’istitutrice resta ovviamente sola col ragazzo, il quale a
momenti appare un bimbo sprovveduto ed ingenuo, ancora rivestito dei
candidi panni dell’infanzia, a tratti invece appare un semi-adolescente
inquieto e spavaldo, quasi in tentazione di sedurla. Messo a confronto
anch’esso, brutalmente e con violenza, con l’ennesima apparizione, al
reiterato: dimmi che anche tu la vedi… egli crolla folgorato tra le
braccia della povera sconsolata avventata folle e coraggiosa
istitutrice e, ci dice l’autore, il suo povero cuore ora non batte più."
E
così,
alla fine
ne sappiamo
meno che all'inizio:
probabilmente,
conclude l'articolo,
abbiamo assistito
solo ad "un
grande, meraviglioso, incomparabile gioco di alchimia letteraria". O forse
no. Forse l'autore
voleva comunicarci
un messaggio
ben più
terribile, qualcosa
che riguarda
proprio i due
piccoli "innocenti".
Significativo
in tal senso
il fatto che
la versione
del romanzo
proposta nel
filmImprovvisamente un uomo nella notte (The Nightcomers)
del 1972, che
in pratica recupera
l'antefatto
del romanzo
mettendo in
scena la torbida
love story tra
Miss Jessel
e Peter Quint
(interpretato
da un intenso
Marlon Brando),
attribuisca
il loro assassinio
ai due perfidi
bambini,
rappresentati
come allievi
fin troppo
attenti e precoci
dei due amanti
maledetti.