IL "PERTURBANTE": FREUD E HENRY JAMES

 

 

Una possibile interpretazione in chiave psicoanalitica del fitto mistero de Il giro di vite ci è suggerita da un articolo di Maddalena Damasso intitolato Il perturbante secondo Freud come chiave di lettura del romanzo Giro di vite di Henry James, leggibile per intero qui.

"Freud tratta il perturbante, Unheimliche in lingua tedesca, in un saggio pubblicato per la prima volta in Imago nel 1919, ma elaborato già diversi anni prima. L’autore è insoddisfatto dalla identificazione tout court del termine con: insolito, orrido, angoscioso e poco convinto dal tentativo di definizione effettuato da Jentsch, che concludeva il suo saggio Zur Psychologie das Unheimlichen del 1906 con l’equazione "perturbante = inconsueto"; si propone pertanto di chiarire ulteriormente che cosa sia l’Unheimliche.

“Non c’è dubbio che esso appartiene alla sfera dello spaventoso, di ciò che ingenera angoscia e orrore, tanto che quasi sempre coincide con ciò che è genericamente angoscioso. E’ lecito tuttavia aspettarsi che esista un nucleo particolare che giustifichi l'impiego di una particolare terminologia concettuale. Ciò che vorremmo sapere è: che cos’è questo nucleo comune che consente appunto di distinguere, nell’ambito dell’angoscioso, un che di perturbante”.

Che cosa sia questo nucleo particolare egli lo anticipa subito, per passare poi ad illustrare il percorso di ricerca fatto per giungervi: “il perturbante è quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare”.

 

 

Sigmund Freud

 

Spaventoso e familiare sono sicuramente due termini ossimorici, se non addirittura antitetici, il perturbante scaturirebbe dal loro incontro. Perturbante non è equivalente a spaventoso e non è neppure il contrario di familiare, come potrebbe apparire dal fatto che l’aggettivo tedesco Unheimlich è, nella sua accezione più immediata, la negazione di Heimlich, familiare appunto (da Heim che significa casa), secondo la prima definizione che offe il dizionario di lingua tedesca di Daniel Sanders, cui Freud fa riferimento.

Se infatti si passa alla seconda definizione di Heimlich, il dizionario riporta i termini: nascosto, celato e frasi idiomatiche in cui Heimlich è abbinato alla magia ed al mondo sotterraneo. In questa seconda accezione, dunque, Heimlich viene quasi a coincidere, a sovrapporsi alla sua negazione Unheimlich, quando appunto lo si intende come “tutto ciò che dovrebbe restar… segreto, nascosto e che invece è affiorato” come dice Schelling nell’espressione riportata nel dizionario di Sanders a titolo esplicativo.

Ora, osservando bene, si può trovare lo stesso significato espresso da James in altri termini ed in altro ambito, quello letterario; egli infatti, in una recensione critica apparsa su The Nation nel 1865, a proposito del nuovo genere gotico, afferma che questo, per catturare lo smaliziato lettore del XIX secolo, non può ricorrere più come in passato ad ingredienti esagerati quali: luoghi orrorosi, apparizioni apocalittiche ed altre mostruosità, ma deve giocare il suo gioco sapiente di seduzione introducendo una nuova alchimia: “i misteri che si trovano alle nostre porte”. “Una storia dell’orrore oggi - continua James nella sua recensione - deve essere collegata in cento modi con gli oggetti quotidiani della vita ed il suo successo dipenderà dai suoi accessori prosaici, comuni e diurni”."