Etimologicamente
il termine censura
deriva dal latino
censeo,
che significa
"valuto,
stimo".
Del tutto destituita
di fondamento
sembra
l'ipotesi di
chi (si veda
questo
sito) propone
l'esistenza
di una radice comune
tra la parola
"censura"
e l'aggettivo
"sincero",
che ha un'etimologia
oltremodo controversa,
ricondotta dal
taluni a sine
cera,
"senza
cera",
intendendo con
ciò il
miele puro,
da altri a sin-
+ cerus,
"insieme
+ puro",
da altri ancora
a sin- +
skar-,
"senza
inquinamento",
cioè
"puro". "Sincerare" (o
meglio "sincerarsi")
e "censurare"
possono essere
accostati solo
in virtù
del fatto che
entrambi i verbi
possono essere
usati nell'accezione
di "accertarsi,
assicurarsi".
Nell'antica
Roma la
censura era
una importante
magistratura,
che fu istituita nel 443 a.C. e rimase
operante fino al 350 d.C.,
ricoperta in
età repubblicana
da due magistrati
che rimanevano
in carica per
cinque anni
(poi ridotti
a 18 mesi) e
si occupavano principalmente del censimento della popolazione, della cura morum (cioè della sorveglianza sui comportamenti individuali e collettivi) e della
lectio senatus, compito quest'ultimo
particolarmente importante e
delicato perché, in pratica, permetteva al censore di decretare i
candidati alla carica senatoriale. Ovviamente era frequente l'uso politico di
tale prerogativa, che
consentiva ai
due censores
di respingere
gli avversari politici
per "indegnità"
morale.
La cura
morum
è
la funzione
per la quale
i censori sono
più celebri,
ed il più
noto fra di
essi è
certamente Marco Porcio Catone il Vecchio
(234-149 a.C.), che proprio dalla carica prese il
soprannome di Censor.
Appunto dalla
funzione di
controllo della
moralità
pubblica e privata
deriva il senso
odierno del
vocabolo.
Presunto
ritratto di
Marco Porcio
Catone il Censore
Infatti
per censura
si intende oggi
il
controllo della
comunicazione
o di altre forme
di libertà
(libertà
di espressione,
di pensiero,
di parola) da
parte di un'autorità.
Nella maggior
parte dei casi
tale controllo
è applicato
all'ambito della
comunicazione
pubblica, per
esempio quella
per mezzo della
stampa o altri
mezzi di comunicazione
di massa; ma
si può
anche riferire
al controllo
dell'espressione
dei singoli.
E'
interessante
osservare, sulla
scorta dell'enciclopedia Wikipedia,
che, a seconda
dell'autorità
che esercita
il controllo,
il termine censura
assume significati
specifici in
contesti particolari,
che elencherò
ed esemplificherò
nella pagine
che seguono.
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