Censura politica:
consiste nell'impedire a
individui, associazioni,
partiti e mezzi
di informazione
di divulgare
informazioni
ed esprimere
opinioni contrarie
a quelle del
potere costituito
(specialmente,
ma non solo,
nei regimi autoritari).
Tale censura
si realizza
attraverso il
divieto di trattare
taluni argomenti
o, più
astutamente
e più
frequentemente, attraverso
il controllo
preventivo dei
contenuti divulgati
dai mezzi di
informazione.
Quest'ultimo
è il
mezzo di controllo
delle masse
più efficace,
dal momento
che si impedisce
"alla radice"
alla gente di
venire a conoscenza
della realtà
e le si fornisce
una versione
di comodo dei
fatti: i telegiornali
ne sono un esempio
più che
eloquente. Da
questo punto
di vista
l'invenzione
di internet
rappresenta
una rivoluzione
di portata incalcolabile,
perché,
consentendo
(almeno finora)
la libera e
rapidissima
circolazione
delle idee e
delle informazioni,
di fatto espropria
il potere della
sua arma più
micidiale; non
è un
caso che tutte
le più
recenti rivoluzioni
(in particolare
nel Nord Africa)
siano state
organizzate attraverso
internet.
Forse
il miglior esempio
di censura politica
a 360°
che sia mai
stato immaginato
è 1984
di George
Orwell,
celebre romanzo
distopico pubblicato
nel 1949.
In
Oceania (uno
dei tre macrostati
in cui è
diviso il mondo
nel romanzo
di Orwell)
l'unica forma di pensiero ammissibile è il Bipensiero,
termine coniato dal Partito del Grande Fratello per indicare la volontà e la capacità di sostenere un'idea ed il suo esatto
opposto, dimenticando nel medesimo istante il cambio di opinione e perfino l'atto stesso del dimenticare
(atteggiamento
quotidianamente
messo in pratica
da taluni politici
italiani). Così
pure l'unica
lingua ammessa
è la Neolingua,
un nuovo linguaggio in cui tutte le parole hanno un'unica accezione, che
riduce il significato ai concetti più elementari e rende così
impossibile
concepire un pensiero critico adulto.
In questo modo diventa impossibile formulare, e a
lungo andare anche solo pensare, qualcosa di "proibito". I
semplici concetti che renderebbero discutibile l'operato del partito
diventano inesprimibili. Pensare in modo divergente dai dettami del governo totalitario sotto il Grande Fratello
viene definito
"psicoreato".
Cambiare
il significato
delle parole
è uno
strumento primario
di controllo
delle menti:
le parole vengono stravolte
e piegate ad
esprimere significati
opposti a quelli
richiesti dalla
logica (con
l'inevitabile
conseguenza
dello stravolgimento
della logica
stessa, che
produce l'incapacità
di pensare).
Ne è
un esempio
il nome del ministero
da cui è governato il
partito, il
MINAMOR,
acronimo di Ministero dell'Amore, la
cui funzione è quella di controllare i membri del partito e di convertire i dissidenti alla sua ideologia, se
necessario facendo
ricorso alla forza
mediante la
"psicopolizia", che interviene in ogni situazione sospetta.
E' questo
che viene definito
"Amore".
In
ambito letterario
si danno
innumerevoli esempi
di censura politica
ai danni di
opere considerate
non consone
ai dettami del
regime vigente,
che vanno dalla
epurazione di
alcuni contenuti
alla distruzione
delle opere
stesse, fino
alla vera e
propria eliminazione
fisica ed alla
damnatio
memoriae dell'autore.
Ho
dedicato tre
capitoli della
mia tesina
ad altrettanti
esempi, due
antichi ed uno moderno,
di censura letteraria: la
condanna a morte
di Sotade
di Maronea
da parte di
Tolomeo II Filadelfo,
la censura da
parte di Nerone
del Bellum
civile di
Lucano
e il divieto
di pubblicazione
del romanzo
Censura
di
Corrado
Govoni (titolo
che è
tutto un programma) da
parte di Mussolini.
I roghi dei
libri sono
una costante
dei regimi autoritari
e una manifestazione
tipica dell'intolleranza
ideologica e
religiosa: da
Ottaviano Augusto
all'Index librorum prohibitorum della
Chiesa
cattolica alla
distruzione
delle
opere della
cosiddetta "arte
degenerata"
(fra cui quelle
di Thomas e
Heinrich Mann),
bruciate in
piazza dai nazisti
il 10 maggio
1933 (vedi foto
sotto),
la storia purtroppo
è
tutta una carrellata
di roghi, che
spesso ci hanno
privati di opere
fondamentali
per l'umanità.
E'
il caso, ad
esempio, di
quasi tutta
la storiografia
di opposizione
latina, che
aveva dato numerosi
e importanti
frutti nel periodo
Giulio-Claudio
e che è
stata fatta
sparire quasi
per intero dalla
censura imperiale;
un esempio ben
noto è
quello di Cremuzio
Cordo, di
cui parla Seneca
nella Consolatio
ad Marciam
del 39 d.C.,
il quale non
volle sopravvivere
al rogo dei
suoi Annales da
parte di Tiberio
e si diede la
morte nel 25
d.C.
Quello
della distruzione
dei libri è
il tema portante
del romanzo
distopico Fahrenheit
451 di
Ray Bradbury
del 1951,
da cui è
stato tratto
anche un film
del 1966 diretto
da François
Truffaut, di
cui vediamo
qui sotto un
fotogramma;
qui possiamo
vederne un'intera scena
(la drammatica
conclusione
è qui).
Il
titolo, secondo
l'opinione corrente, nascerebbe
dal fatto che
451 gradi Fahrenheit
(cioè
232,78°
C) sono la temperatura
di autocombustione
della carta,
ma, a parte
il fatto che
questo non è
vero, di tale
temperatura
non si parla
mai nel racconto
(451 è
il numero scritto
sull'elmetto
del protagonista).
Nella società
immaginata da
Bradbury vige
un totalitarismo
"soft"
che ha creato
un fittizio
benessere puramente
materiale (la
bella casa,
la bella moglie
etc.); tutti i cittadini rispettosi della legge devono utilizzare esclusivamente
la televisione per istruirsi, mentre
ogni altra forma di comunicazione
è bandita,
in primis
i libri. La televisione,
elemento ossessivo
e onnipresente,
viene utilizzata dal governo per "informare"
i cittadini
di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Il protagonista, Guy Montag, lavora nel corpo dei vigili del fuoco, i
quali nel romanzo non solo non sono addetti a spegnere gli incendi, ma al contrario
usano i lanciafiamme
per distruggere:
essi infatti
hanno il compito di rintracciare chi si è macchiato del "reato di
lettura" e di bruciarne i libri. Sennonché, un giorno, Montag
commette un'infrazione
gravissima:
porta
con sé
un libro
e ne legge un
paragrafo. Sarà
per lui l'inizio
della fine:
la moglie, donna
bella e completamente
stupida,
prodotto perfetto
della nullità
pubblicitaria
e televisiva, lo
scopre, lo denuncia
e lo abbandona;
egli viene costretto
a bruciare la
sua stessa casa;
alla fine si
ribella e fugge
lungo un fiume,
sulle cui rive
incontra gli
uomini-libro, individui
che hanno salvato il
sapere e
la memoria dell'umanità
tramandandosi
oralmente i
testi come
gli antichi
aedi, e si
unisce ad essi.
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