La
storia dello
sviluppo dell'antroposofia
va di pari passo
con le esperienze
biografiche di Steiner,
che occorre
ripercorrere
in breve.
All'età
di poco oltre
vent'anni, Steiner
fu incaricato
di curare l'edizione
degli scritti
scientifici
di Goethe per
un'importante
pubblicazione
che raccogliesse
l'opera completa
dello scrittore.
Mentre attendeva
al lavoro editoriale,
Steiner iniziò
a pubblicare
vari scritti
che anticipavano
le sue future
idee, ma che
erano situabili
all'interno
del clima filosofico
e scientifico
della sua epoca:
soprattutto
La concezione
Goethiana del
mondo e
i commenti alle
opere scientifiche
di Goethe. Il
suo primo scritto
fondamentale
fu La
filosofia della
libertà
(Die Philosophie
der Freiheit),
pubblicato nel
1894. Qui, Steiner
espone un concetto
di libero
volere fondato
sull'esperienza
interiore del
pensare puro,
libero dai sensi
corporei, in
modo che una
lettura adeguata
di tale testo
possa costituire
l'esperienza
stessa di tale
pensare puro.
I suoi primi
accenni all'antroposofia
risalgono a
questo periodo.
Lo
sviluppo di
Steiner e i
suoi studi lo
condussero sempre
più verso
l'esplicita
ricerca spirituale
e filosofica.
Questi studi
interessarono
soprattutto
chi già
era orientato
verso idee di
carattere spirituale; tra
questi, almeno
nella prima
fase di sviluppo
di Steiner,
vi era la Società
Teosofica,
cofondata nel
1875 a New York
dalla nobildonna
russa Helena
Petrovna Blavatsky
e dal colonnello
americano Henry Steel
Olcott,
società
che appunto
si proponeva
di divulgare
il pensiero
teosofico, secondo
il quale tutte
le religioni
deriverebbero
da un'unica
verità
divina. Tale
verità
sarebbe stata
tramandata nel
corso della
storia attraverso
una strettissima
cerchia di iniziati,
i quali avrebbero
rivelato solo
gli aspetti
conformi al
periodo storico
in cui si sono
venuti a trovare.
Madame
Blavatsky e
il colonnello
Olcott
Inoltre
la Blavatsky
sosteneva di
essere in contatto
medianico con
gli antichi
"Superiori
sconosciuti"
e di ricevere
ordini da costoro.
Essi, che a
suo dire erano
i sopravvissuti
di una razza
eletta vissuta tra
Tibet e Nepal, si sarebbero
rifugiati in
seguito a una
spaventosa catastrofe
nelle viscere
della terra,
dove avrebbero
fondato una
straordinaria
civiltà
sotterranea,
la mitica Agarthi.
Di queste convinzioni
è profondamente
imbevuto
il pensiero
esoterico nazista:
per non parlar
d'altro, Hitler
fece a lungo
cercare l'ingresso
di Agarthi in
Tibet.
Quando
gli fu chiesto
di dirigere
la sezione tedesca
di questo gruppo
ai primi del
Novecento (composta
allora soprattutto
da anglo-americani),
Steiner accettò,
a condizione
di potervi sempre
esporre i risultati
della sua propria
indagine soprasensibile.
Il suo lavoro
si distinse
da quello di
molti membri
della società
(le eccezioni
includono Bertram
Kingsley in
Inghilterra)
e sia egli che
il presidente
della Società
Teosofica sembrarono
coltivare "l'accordo
nel disaccordo",
restando comunque
in armonia.
Dal
1907, tuttavia,
ci fu un continuo
allontanamento
tra il gruppo
che faceva capo
a Steiner,
che stava lavorando
per costruire
una via che
tenesse conto
delle pietre
miliari della
cultura occidentale,
quali la cristianità
e la scienza
naturale, e
la corrente
principale della
Società
Teosofica,
che era orientata
verso l'Oriente
e in particolare
verso l'India.
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