CHI
PUO' SPENDERE A
DEFICIT E PERCHE'
- IL PROBLEMA DEI
TITOLI DI STATO
Lo
Stato sovrano: un
debito che non è
un problema, anzi.
La
cosa migliore che
uno Stato a moneta
sovrana può
fare per i propri
cittadini è
di spendere a deficit,
cioè creare
debito pubblico,
perché, come
abbiamo visto, la
spesa a deficit
produce ricchezza
fra i cittadini.
E'
importante sapere
che il debito dello
Stato a moneta sovrana
non
è mai il
debito dei cittadini:
questa è
una menzogna diffusa
per disinformare.
Cos'ha
compreso il Capitano?
Che il
debito di uno Stato
a moneta sovrana
- com’era l’Italia
fino al 2002 - non
è mai un
vero debito,
sia che decida di
spendere accreditando
direttamente i conti
correnti dei privati,
sia che decida di
emettere titoli
di Stato.
Se
emette titoli di
Stato, la gente
glieli compra e i
suoi soldi gli rientrano
nelle casse; se,
alla scadenza, li
onora, gli stessi
soldi rientrano
nelle banche (rimangono
fuori solo gli interessi)
e il gioco ricomincia:
per pagare i titoli
in scadenza lo Stato
ne venderà
altri ai risparmiatori
e con il ricavato
salderà i
primi, e così
via.
E
gli interessi non
pesano alle casse
dello Stato? No,
neppure quelli:
lo Stato a moneta
sovrana li onora
inventando denaro
dal nulla. Quando
poi i titoli di
Stato finiscono
alle Banche Centrali, esse sono
tenute per legge
a restituire un'alta
percentuale dei
profitti al Tesoro.
A
cosa servono i titoli
di Stato in uno
Stato sovrano? Non
certo a finanziare
la spesa pubblica:
uno Stato con sovranità
monetaria si autofinanzia
emettendo moneta.
Quando
la Banca Centrale
attua il cosiddetto
"quantitative
easing",
vale a dire compra
i titoli che lo
Stato ha appena
venduto, in pratica
succede questo:
1. lo
Stato (il governo)
spende per primo,
accreditando il
conto corrente della
Banca centrale;
2. il
Tesoro vende i titoli,
e i soldi passano
dal conto corrente
al conto di risparmio
(che è quello
dedicato ai titoli);
3. la
Banca centrale compra
i titoli: i soldi
passano dal conto
di risparmio al
conto corrente.
Questo
apparente circolo
vizioso è
ciò che viene
chiamato gestione
del debito:
come osserva Warren
Mosler, uno
dei padri della
Modern Money Theory
(MMT), "in
economia ci sono
diversi giochetti
di questo tipo,
che spaventano gli
inesperti. Consideriamo
il bilancio della
Banca Centrale:
il governo che emette
la propria valuta
deve prima
spendere per poter
poi incassare
le imposte. Da
dove vengono questi
soldi? Loro sono
gli unici ad emettere
valuta: i privati
non possono farlo;
e quindi come
possono riscuotere
prima di emettere?
È un assurdo
logico.
Di
conseguenza i
governi devono prendere
a prestito la moneta
dopo
averla spesa per
primi.
È un po'
come farsi vidimare
il biglietto di
ingresso di uno
stadio di calcio:
ciò può
avvenire solo perché
prima il biglietto
è stato emesso.
In generale tutti
quelli che creano
qualcosa la possono
riscuotere solo
dopo che l'hanno
distribuita: è
un fatto di logica."
Perché
dunque vengono emessi
i titoli di Stato,
in uno Stato sovrano?
Si
noti che essi
(nel
caso dello Stato
sovrano) non sono affatto
necessari: sempre
a detta di Mosler,
i titoli di Stato
sono un anacronismo:
il motivo che sta
alla base dell'esistenza
dei titoli, infatti, ci
riporta all'epoca
del Gold
Standard ("standard
aureo"), quando non
si voleva che la
gente incassasse
i soldi e si prendesse
l'oro, e quindi
glielo si faceva
mettere da parte
in titoli. Tuttavia
essi non vanno
demonizzati: prima
di tutto non
è affatto
vero che
in questo modo lo
Stato s'indebita;
in secondo
luogo essi sono utili
ai cittadini:
quando infatti un
cittadino o una
banca acquistano
un titolo di Stato
a moneta sovrana,
il loro denaro
passa da un conto
corrente (del
cittadino) o da
una riserva (della
banca), che fruttano
praticamente zero,
ad una sorta di
"libretto di
risparmio"
(il titolo) che
gli frutta assai
di più. Esiste
poi un altro scopo
più tecnico
per l'emissione
dei titoli di Stato,
ed è quello
di sostenere
i tassi d'interesse
bancari (come
ben chiarito dallo
stesso
Warren
Mosler in diverse
occasioni).
L'importante
è tenere presente
un concetto per
lo più travisato,
soprattutto dai
cosiddetti "signoraggisti":
qualunque cosa decida
di fare uno Stato
a moneta sovrana,
esso crea
denaro dal nulla
e dunque non
s'indebita con nessuno.
In nessun caso lo
prende in prestito
dalle banche:
il fatto che affidi
fisicamente ad una
Banca Centrale il
compito di
produrlo non significa
assolutamente che
il denaro "appartenga"
alla banca, né
men che meno che
essa lo "presti"
allo Stato ricavandone
degli interessi
(il cosiddetto "signoraggio"):
con quale autorità
lo farebbe? Chi
gliel'avrebbe conferita? E
perché mai
lo Stato dovrebbe
accettarlo?
La
banca lo stampa
a nome e per conto
dello Stato, ma è
sempre lo Stato
che spende per primo,
accreditando i conti
correnti dei privati
e delle banche.
In caso contrario
il denaro non avrebbe
alcun valore, perché,
da quando non esiste
più il controvalore
in oro del denaro
(il Gold Standard
è stato abolito nel 1971) e
si è passati
alla cosiddetta
moneta "fiat",
è solo
lo Stato che conferisce
un valore al denaro,
imponendolo come
moneta unica valida
per pagare le tasse.
Potendone
dunque disporre
a suo piacimento,
lo Stato sovrano
può tranquillamente
decidere di spendere
a deficit, se
lo ritiene opportuno
(la scelta è
ovviamente di natura
politica).
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