Il
discorso
di
Baldini
prosegue
in
un
successivo
articolo
da
lui
pubblicato
sul
medesimo
numero
di
Episteme,
intitolato
Postilla
a
"Una
questione
relativa
alle
origini
della
massoneria".
In
tale
articolo
egli
ritorna
sulla
sua
precedente
teoria
ed
aggiunge
importanti
notizie
a
proposito
dei
vari
passaggi
attraverso
i
quali
l'Arcadia
si
sarebbe
trasformata
in
Massoneria: il
terreno
su
cui
questa
trasformazione
sarebbe
avvenuta
è
l'Inghilterra, e
cruciale
in
questo
trapasso
fu,
a
suo
parere,
la
mediazione
di
John
Dee
(1527-1608),
matematico,
geografo
e
alchimista,
nonché
studioso
di
occultismo,
divinazione
e
filosofia
ermetica,
attivo presso
la
corte
della
regina
Elisabetta
I.
Siamo
in
un
periodo
di
pochissimo
posteriore
all'arrivo
in
Francia
della
misteriosa
setta
veneziana
nota
come
Voarchadumia,
costretta
a
cessare
la
sua
attività
in
Italia
nel
1488,
ed
è
pressoché
inevitabile
che
membri
della
setta,
forse
ormai
trasformatasi
in
Le
Brouillard,
abbiano
in
quel
periodo
attraversato
la
Manica,
divulgando
anche
in
Inghilterra
il
loro
misterioso
Verbo
alchemico-arcadico. John Dee, che
fu
a
Venezia
in
quegli
anni,
conobbe
ed
annotò l’opera
del Pantheus; nella sua Monas
Jerogliphica, come abbiamo già accennato, compare espressamente
la parola Voarchadumia.
E'
assai
probabile
che
la
responsabilità
della
diffusione
del
mito
dell'Arcadia
in
Inghilterra
spetti
proprio
a
lui.
In
effetti
la
tematica
dell'Arcadia
fu introdotta
in
Inghilterra
da
un
allievo
di
Dee, Sir
Philip
Sidney
(1554-1586),
letterato-ermetista
amico
di
Giordano
Bruno,
autore
di
un
poema
intitolato
appunto
Arcadia
(titolo
completo
The Countess of Pembroke's Arcadia),
più
volte
rivisto
e
pubblicato
in
versione
definitiva
solo
nel
1590,
quattro
anni
dopo
la
morte
dell'autore.
Si
tratta
di
un
singolare
romanzo
in
5
libri,
che
combina
elementi
pastorali
con
un'atmosfera
di
fondo
derivata
dal
modello
del
romanzo
di
Eliodoro
di
Emesa
(III-IV
sec.
d.C.)
Le
avventure
etiopiche
di
Teagene
e
Cariclea,
fondendo
la
vita
dei
pastori
con
storie
di
intrighi
politici,
rapimenti
e battaglie.
Di
fatto
i
personaggi
centrali
del
romanzo,
pur
sotto
il
paludamento
bucolico,
sono
tutti
di
sangue
reale.
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Ritratto
di
John
Dee
(XVI
secolo,
artista
ignoto,
Ashmolean
Museum)
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Ritratto
di
Sir Philip Sydney
(artista
ignoto,
circa
1576,
Londra,
National
Gallery)
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La
carrellata
che
Baldini
ci
propone
attraverso
i
personaggi
e
le
associazioni
segrete
che
avrebbero
garantito
il
trapasso
fra
l'Arcadia
e
la
Massoneria
è
lunga
ed
interessante,
e
passa
attraverso
l'Hell-Fire Club
di
Sir Philip Wharton (1698-1731), uno dei primi Grand Master della Gran Loggia di Londra,
che
si
fece
espressamente
ritrarre
in
abiti
da
pastore
d'Arcadia
in
questo
splendido
dipinto
di
Van
Dyck:
Anthony
Van
Dyck,
Ritratto
di
Sir
Philip
Wharton,
1632
Dell'Hell-Fire
Club
è
stato
detto
di
tutto:
i
suoi
adepti
erano
accusati
di
essere
dei
satanisti
e
dei
pervertiti.
In
realtà
pare
che
praticassero
il
culto
pagano
di
Dioniso,
il
che
non
stupisce
affatto,
trattandosi
di
un
culto
"lunare"
e
matriarcale
come
quello
che
era
proprio
degli
Arcadi
dell'antica
Grecia.
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