Andrea
Sperelli ed
Elena Muti
sono i due protagonisti
del romanzo
Il Piacere
di Gabriele
D’Annunzio,
pubblicato nel
1888. La
vicenda si svolge
a Roma e dintorni
tra gli anni
1885 e 1887.
Il
romanzo si apre
con la figura
del conte Andrea
Sperelli, giovane
esteta e amante
raffinato ed
elegantissimo,
che si prepara
a ricevere nella
sua casa Elena
Muti, donna
alla quale è
legato da una
passione travolgente
e con la quale
spera di riprendere
la relazione:
ella, infatti,
due
anni prima aveva
deciso di lasciarlo,
senza dargli
spiegazioni.
Raggiunto il
conte Elena
annuncia però
ad Andrea la
volontà
di mettere fine
al loro rapporto:
"-
Taci! - ella
disse. - Io
non debbo ascoltarti;
io non sono
più tua;
io non potrò
essere tua più
mai. Taci! Taci!
-
No, ascoltami.
-
Non voglio.
Addio. Bisogna
ch'io vada.
Addio, Andrea.
E' già
tardi, lasciami.
Ella
sviluppò
la mano dalla
stretta del
giovine; e,
superando ogni
interno languore,
fece atto di
levarsi.
-
Perché
dunque sei venuta?
- chiese egli,
con la voce
un po' roca,
impedendole
quell'atto.
Sebbene
la violenza
fosse lievissima,
ella corrugò
i sopraccigli,
ed esitò
prima di rispondere.
-
Son venuta -
ella rispose,
con una certa
lentezza misurata,
guardando l'amante
negli occhi
- son venuta
perché
tu m'hai chiamata.
Per l'amore
d'una volta,
per il modo
con cui quell'amore
fu rotto, per
il lungo silenzio
oscuro della
lontananza,
io non avrei
potuto senza
durezza ricusare
l'invito. E
poi, io voleva
dirti quel che
t'ho detto:
ch'io non sono
più tua,
che non potrò
essere tua più
mai. Volevo
dirti questo,
lealmente, per
evitare a me
e a te qualunque
inganno doloroso,
qualunque pericolo,
qualunque amarezza,
nell'avvenire.
Hai inteso?"
Subito
dopo la donna
gli offre
la sua amicizia
e la sua materna
tenerezza (Elena
è un
po' più
grande di lui);
ma Andrea
rifiuta sdegnato
e si
separa dalla
donna con immenso
dolore.
Gustav
Klimt, Giuditta
e Oloferne,
1901
Le
donne dipinte
da Klimt sono
un classico
esempio di "femme
fatale"
decadente
Ora
l’autore ha
la possibilità
di rievocare la
storia dei due
protagonisti,
dal primo incontro
fino al ritrovamento
casuale dei
due ex amanti.
Elena e Andrea
si erano conosciuti
durante l’abituale
cena del mercoledì
in casa della
marchesa d’Ateleta,
cugina del conte.
Già la
sera precedente,
la marchesa
aveva maliziosamente
avvisato il
cugino di non
mancare alla
cena del giorno
dopo, poiché
in quell’occasione
avrebbe potuto
conoscere una
donna fatale,
capace di ammaliarlo.
La sera successiva,
difatti, sarà
lei a presentare
i due personaggi: "Cugino Sperelli,
inchinatevi
alla divina
Elena”. Vedendo la donna,
Andrea aveva
pensato
subito: “Ecco
la mia donna”.
Il giovane
era rimasto
folgorato dalla
figura e dalle
movenze sensuali
della duchessa:
"ella parlava
con qualche
pausa. Aveva
la voce così
insinuante che
quasi dava la
sensazione d’una
carezza carnale;
e aveva quello
sguardo involontariamente
amoroso e voluttuoso
che turba tutti
gli uomini e
ne accende d’improvviso
la brama".
La
vera scintilla
si era accesa quando
Andrea aveva
visto
Elena "bagnare
le labbra in
un vino biondo
come un miele
liquido",
e aveva deciso di
bere lo stesso
vino; dopo
aver bevuto,
i due avevano
posato
simultaneamente
i bicchieri
sulla tavola:
"la comunità
dell’atto fece
volgere l’una
verso l’altro.
E lo sguardo
li accese ambedue,
più assai
del sorso".
Da
quel momento
avevano continuato
a guardarsi
e studiarsi,
dissimulati
nella conversazione
generale.
I
due dunque,
immediatamente
attratti l'uno
dall'altra, avevano
iniziato
una relazione
fondata sulla
ricerca del
piacere, ricca
di passione
ma anche di
forti tensioni.
Il capitolo
quarto descrive
proprio l’intenso
rapporto fra
i protagonisti
a partire dalla
“rapida dedizione”
di Elena che
dà avvio
alla relazione,
fino al momento
in cui, cinque
mesi dopo, la
donna annuncia
all’amante la
propria intenzione
di partire.
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