LA STRANA COPPIA APULEIO-PUDENTILLA

 

 

Una delle figure più affascinanti e poliedriche dell’antichità, ancora avvolta nel più fitto mistero, a noi quasi sconosciuta nonostante ci abbia tramandato uno dei più importanti romanzi dell’antichità, è Apuleio di Madaura.
Nato intorno al 125 nei pressi appunto di Madaura, nell'attuale Algeria, grazie alle condizioni agiate della sua famiglia si potè permettere viaggi di studi in tutti i grandi centri di cultura dell’epoca, tra Cartagine, Atene e Alessandria, e rimase immediatamente affascinato dalla filosofia.
Fu un colpo di fulmine inusuale per l’epoca: la filosofia di moda negli alti livelli della società, lo Stoicismo, non parve attrarre particolarmente il giovane Apuleio: egli cercava infatti un pensiero nel quale la religione potesse fare la sua parte. Un'unione, quella tra filosofia e religione, che lo condurrà al platonismo; ma un platonismo estremamente impregnato di misticismo e magia, quello che noi conosciamo come neoplatonismo, il cui principale esponente sarà Plotino nel III secolo d.C.
Da lì il passo verso la religione fu breve: l'attrazione verso ogni cosa che riguardasse il mistero lo portò all’iniziazione ad ogni culto più o meno segreto, ed i culti segreti in quei tempi abbondavano nell’Oriente mediterraneo: misteri di Eleusi, di Mitra e soprattutto, come vedremo tra poco, di Iside. Il suo obiettivo era svelare il “segreto delle cose”, una costante curiositas che lo porterà sempre ai limiti del sacrilegio.

 

Frontespizio di un'antica edizione delle Metamorfosi
con il ritratto di Apuleio

E' proprio la magia che ad Oea (l’odierna Tripoli) lo condurrà incontro una delle sue avventure più pericolose della sua vita: infatti qui conobbe Pudentilla, madre di uno dei suoi compagni di studi ad Atene, Ponziano, che, a suo dire, lo implorò di prendersi in moglie la madre per difenderla dai numerosi cacciatori di eredità che le stavano attorno.
Strana richiesta, ancor più strana risposta: i due si sposarono. La coppia, a dir poco anomala, finì subito nel mirino dell'opinione pubblica, e soprattutto del parentado; del resto non poteva che essere così: se non "maledetta", quanto meno la coppia era inverosimile: come pensare seriamente che un ventottenne in carriera, giovane e bello, si fosse innamorato di una sessantenne, oltre tutto (per sua stessa ammissione) ben poco attraente? La situazione era troppo strana e molti pensavano che dovesse per forza esserci "qualcosa sotto". Cosa, è fin troppo facile capirlo: la vedova era molto ricca.

Il matrimonio però, come ci rivela senza peli sulla lingua Apuleio stesso, fu abbondantemente consumato con reciproca soddisfazione, e i due sposi avrebbero forse continuato a vivere felici se non fosse stato per la malignità del prossimo. Ben presto lo scandalo esplose, mettendo Apuleio a gravissimo rischio.

Morto prematuramente Ponziano, infatti, i parenti della donna, primo fra tutti il figlio minore Pudente, allarmati nel vedere compromessa l'eredità, intentarono un processo al filosofo straniero accusandolo di aver plagiato e sedotto Pudentilla con arti magiche per impossessarsi dei suoi averi, e lo tradussero davanti al governatore della provincia.