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I VANGELI
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La
questione della datazione
dei quattro Vangeli
"canonici"
è estremamente spinosa
e controversa: la tesi prevalente
fra i biblisti era, fino a poco
tempo fa, che essi fossero stati
composti dopo la fatidica data
del 70 d.C. (distruzione del
Tempio di Gerusalemme ed inizio
della diàspora), il che
creerebbe una evidente discontinuità
fra la tradizione ebraica e
quella cristiana, consentendo
di emancipare la seconda religione
dalla prima. Si tratta tuttavia
di un'arma a doppio taglio:
più lontani sono nel
tempo i Vangeli da Gesù, meno
è probabile che ne riflettano
la reale figura storica. Inoltre
questa tesi è stata messa
fortemente in discussione dalla
scoperta dei "rotoli di
Qumran" (o Manoscritti
del Mar Morto), avvenuta tra
il 1947 e il 1956.
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Tali papiri
contengono alcuni testi
sacri della setta degli Esseni
(della quale, secondo alcuni,
faceva parte anche Gesù)
e sono databili tra il 150 a.C.
e il 70 d.C. In particolare
il frammento 7Q5 è
stato identificato con un brano
del Vangelo secondo Marco (anche
se l'identificazione è
rifiutata da alcuni biblisti).
Poiché il frammento in
questione è databile
tra il 50 a.C. ed il 50 d.C.,
se si accetta la sua identificazione,
occorre ammettere che i testi
sulla cui base il vangelo di
Marco è stato composto
risalgano a prima del 50. Inoltre la
cosiddetta "scuola di Madrid"
sostiene da tempo che i Vangeli
a noi giunti in lingua greca
non sono altro che la traduzione
di originali aramaici composti
nell'ambito della primitiva
comunità cristiana di
Gerusalemme, che si disperse
prima del 70: anche secondo
questa scuola, quindi,
i Vangeli furono
composti poco dopo
la morte di Cristo.
Alcuni ritengono
che per un lasso di tempo di
alcuni decenni la tradizione
relativa a Gesù sia stata
trasmessa oralmente, o per mezzo
di altri vangeli o documenti
perduti, tra cui la cosiddetta
fonte Q (dal tedesco
Quelle =
"fonte"), dalla quale
dipenderebbero i tre "sinottici"
(Marco, Matteo e Luca).
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Uno
dei "rotoli di Qumran"
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Altri
fanno notare che gli Atti
degli Apostoli terminano bruscamente con
la prigionia di Paolo a Roma,
che viene generalmente datata
al 62 circa; si può pensare
che questa strana interruzione
sia dovuta al fatto che Luca
terminò di scriverli
in quell'anno e poi non ebbe
modo di proseguire il racconto,
e poiché gli Atti sono
la continuazione del Vangelo
di Luca, quest'ultimo dovrebbe
essere stato scritto prima
di quella data. Ancora,
la scuola di Madrid prende
in esame un passo della
Seconda lettera ai Corinzi di
Paolo (2 Cor. 8, 18), generalmente
datata tra il 54 e il 57, da
cui risulterebbe che, quando
Paolo scriveva, il Vangelo di
Luca circolava già "in
tutte le Chiese". Poiché
tra le fonti del Vangelo secondo
Luca c'è il Vangelo
secondo Marco, che Luca legge
in traduzione greca, ne conseguirebbe
che la stesura in aramaico del
Vangelo secondo Marco sia ancora
precedente: essa perciò
sarebbe da datare tra il 30
e il 40, subito dopo la morte
di Gesù. Certo
crea qualche imbarazzo la descrizione della
distruzione del Tempio di Gerusalemme
(avvenuta nell'anno 70) da parte
di Gesù, proprio nel
Vangelo di Marco (Marco 13):
a meno di non voler ammettere
che si tratti di una vera profezia,
essa sarebbe da considerare
una profezia post eventum.
Come si vede, i problemi non
mancano e il buio è ancora
fitto. Allo stato attuale
dei fatti vengono proposte
per i vangeli datazioni
che oscillano dal 40 circa
fino al 150 e oltre. Il più
antico sarebbe comunque il Vangelo
secondo Marco, composto secondo
i più tra il 65 e l'80;
successivamente sarebbero stati
composti il Vangelo secondo
Matteo e il Vangelo secondo
Luca; il Vangelo secondo Giovanni
è certamente l'ultimo
e sarebbe stato scritto
tra il 100 e il 120, in più
fasi.
Nello stesso periodo
in cui vennero messi per
iscritto i Vangeli sinottici,
furono composti anche gli
Atti degli Apostoli, probabilmente
da un autore di impostazione
filo-romana, identificato dalla
tradizione con l'evangelista
Luca.
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