Lo spaventoso incremento
del fenomeno
dell'infanticidio
emerge con
chiarezza da
questo
articolo:
"Ci
sono i
neonati ritrovati
nei cassonetti,
fagotti già
immobili o che
piangono ancora.
Non abbandonati,
ma chiusi in
un sacco di
plastica da
chi li ha appena
messi al mondo.
Poi, spesso
da angoli di
provincia, da
cittadine tranquille
di cui ignoravi
il nome, vengono
ogni tanto storie
di maternità
sovvertite:
figli buttati
in una roggia,
soffocati da
madri non si
sa se folli,
eppure fino
al giorno prima
apparentemente
normali. E in
quei paesi -
le porte chiuse,
la gente sbigottita
- si tace, o
si parla, come
sperando, di
rapinatori assassini,
che nessuno
però
ha mai visto.
Allo psichiatra
Vittorino
Andreoli abbiamo
chiesto se c'è,
e qual è,
un male oscuro
comune dietro
a certi titoli
- che cominciano
a parere troppi.
«L'aumento
degli infanticidi
- risponde Andreoli
- è un
dato reale:
nel decennio
1993-2003 in
Italia sono
cresciuti del
41% rispetto
al decennio
precedente,
all'interno
del numero complessivo
degli omicidi
che è
invece rimasto
sostanzialmente
invariato».
Un aumento impressionante."
Le
cattive madri,
splendido dipinto di Giovanni
Segantini, del
1894; cliccando
sull'immagine
è possibile
vederla ingrandita
Già,
ma perché?
Per quale motivo
una donna uccide,
spesso con ferocia
e per motivazioni
totalmente futili, il
suo bambino?
L'articolista,
con l'aiuto
di Vittorino
Andreoli, tenta
di spiegarlo
con motivazioni
sociologiche
che lasciano
interdetti:
nessuna motivazione
dovrebbe essere
abbastanza forte
da far
dimenticare
un istinto così
naturale e così
radicato nella
natura umana
e animale in
genere; ma
leggiamo l'articolo:
"Ancora
dieci anni fa
in criminologia
dominava, su
questo argomento,
un principio
di derivazione
lombrosiana.
Lombroso affermava,
in generale,
che se un individuo
fino a quel
momento sano
un giorno uccide
significa che
quell'uomo è
mentalmente
degenerato.
Circa l'infanticidio,
il "corollario"
lombrosiano
era che una
donna che uccide
il figlio non
è più
madre, è
un "lusus
naturae",
uno scherzo
maligno della
natura. [...]
Noi dunque siamo
da questa eredità
lombrosiana
condizionati
per cui, quando
una madre uccide,
si pensa che
certamente debba
avere "qualcosa
di storto",
che la sua mente
l'abbia tradita."
Ma
questo
non
sempre è
vero.
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