La
genetica classica
definisce genoma
(o patrimonio
genetico) il
corredo di cromosomi
contenuti in
ogni cellula
di un organismo.
In
biologia molecolare,
il genoma è
definito come
l'informazione
ereditabile
di un organismo
(contenuta nel
DNA o,
per alcuni virus,
nell'RNA). Più
nel dettaglio,
il genoma include
sia i geni che
il DNA non codificante.
Il
termine fu coniato
nel 1920 da
Hans Winkler
(professore
di botanica
ad Amburgo).
Secondo l'Oxford
English Dictionary
il nome potrebbe
essere un portmanteau
delle parole
gene e cromosoma,
ma non se ne
vede la necessità:
esistono molte
altre parole
terminanti in
-oma e del tutto
scorrelate da
cromosoma (come
bioma o rizoma).
Il
patrimonio genetico
strutturale
è scritto
nella catena
del DNA con
un codice detto
codice genetico,
che mette in
corrispondenza
le quattro basi
azotate che
entrano nella
composizione
del DNA stesso
con gli amminoacidi.
In particolare,
ciascuna parola
del codice è
costituita da
una serie
di tre basi
detta codone
o tripletta.
Ognuna di esse
indica in modo
univoco un solo
amminoacido.
Nella
biologia
evolutiva dello
sviluppo
con il termine
genoma si intende
l'assetto completo
di tutto il
materiale genetico
contenuto in
una cellula,
pertanto tale
disciplina estende
il termine genoma
anche all'assetto
(= il modo in
cui) il materiale
genetico viene
arrangiato nella
cellula; per
esempio il termine
genoma viene
impiegato anche
in riferimento
alla frazione
ereditabile
della regolazione
genica quali
operoni e promotori
ed al modo in
cui la cellula
dispone i propri
cromosomi all'interno
del proprio
nucleo.
Nella
biologia molecolare
con il termine
genoma si intende
più frequentemente
tutto il
materiale genetico
ereditabile
contenuto in
una cellula
od in una struttura
virale: pertanto
tale disciplina
tende a trascurare
l'eventuale
materiale genetico
non ereditabile;
per esempio,
durante il ciclo
virale alcune
porzioni del
genoma virale
possono non
essere trasferite
alla generazione
successiva di
virus: a questa
generazione
successiva di
virus verrà
assegnata una
dimensione del
genoma differente.
La
dimensione
del genoma
viene calcolata
in base al C-value
(valore costante):
tale parametro
misura la quantità
costante di
materiale genetico
contenuto nella
cellula aploide
di tutti gli
individui di
una data specie
animale.
La
dimensione del
genoma umano
è pari
a 3.50 C-value(pg).
Altri
metodi di misurazione
del genoma consistono
nel conteggio
del numero delle
paia di basi
(basi azotate)
di cui è
composto il
genoma della
cellula aploide
di una data
specie animale:
tali metodi
trovano difficile
applicazioni
al di fuori
della microbiologia
e della virologia,
viste le grandi
dimensioni del
genoma di molti
organismi.
Genoma
umano
Il
genoma umano
può essere
considerato
come un libretto
di istruzioni
contenente l'informazione
necessaria perché
sia costituito
l'intero organismo;
esso ha le seguenti
caratteristiche:
- ha
più di
un miliardo
di parole;
-
è composto
da 5000 volumi,
ognuno lungo
300 pagine;
-
è contenuto
nel nucleo di
una cellula
(delle dimensioni
di una capocchia
di spillo);
-
è contenuto
in quasi tutte
le cellule dell'organismo.
Il
genoma umano
è composto
da un numero
di geni non
del tutto sicuro.
Secondo i dati
raccolti dal
Progetto Genoma
Umano, tale
numero sarebbe
di poco superiore
ai 30.000, mentre
il sequenziamento
di Celera Genomics
ne ha predetti
circa 37.000.
Stime successive
hanno abbassato
la stima a 25.000
geni.
Tali
geni si trovano
su 23 coppie
di cromosomi
presenti nel
nucleo di ciascuna
cellula.
Ogni
gene è
formato da un
tratto di molecola
di DNA, e contiene
una sequenza
di coppie di
basi azotate.
Diversi
geni si trovano
sui cromosomi
e sono osservabili
nelle cellule
al momento della
divisione (mitosi).
http://it.wikipedia.org/wiki/Genoma
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