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T.S. ELIOT
E LA "TERRA STERILE"
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The
waste
land
è
uno
dei
capolavori
assoluti
della
letteratura
novecentesca,
uno
dei
vertici
della
cosiddetta
letteratura
modernista. Eliot
compose
il
poemetto
tra
il
dicembre
del
1921
ed
il
gennaio
del
1922
mentre
era
in
Svizzera,
a
Losanna,
dove
la
moglie
era
ricoverata
per
problemi
di
instabilità
psichica
e
dove
egli
stesso
si
era
sottoposto
a
cure
psicanalitiche.
Eliot
visse
con
profondo
tormento
interiore il
rapporto
con
questa
donna,
la ballerina
Vivienne Haigh-Wood,
che
aveva
sposato
nel
1915
contro
il
parere
dei
suoi
genitori
e
dalla
quale si
separerà in
seguito
all'aggravarsi
delle sue
condizioni
mentali.
La
separazione,
e
la
morte
di
lei
nel
1947,
lasceranno
un
senso
di
rimorso
incancellabile
nell'animo
del
poeta,
sebbene
egli
si
sia
risposato
nel
1957.
Nel
periodo
del
ricovero
svizzero
l'angoscia
esistenziale,
sommata
ai
problemi
familiari,
opprime
Eliot
con
un
peso
insopportabile,
trovando
una
meravigliosa
sublimazione, oltre
che
una
valvola
di
sfogo,
nella
composizione
del
poemetto. Il
poeta
spedì
il
dattiloscritto
all'amico
e
connazionale
Ezra
Pound,
che
revisionò
attentamente
il
testo,
tanto
che
Eliot
gli
dedicò
il
poemetto
definendolo
"il
miglior
fabbro",
come
Dante
Alighieri chiamò il
poeta
provenzale
Arnaut
Daniel
(canto
XXVI
del
Purgatorio). Pound
intervenne
abbastanza
pesantemente
sul
testo,
operando
dei
tagli
che
portarono
all'eliminazione
di
decine
e
decine
di
versi
(soprattutto
nella
sezione
IV).
La
versione
dattiloscritta
speditagli
da
Eliot
era
lunga
quasi
il
doppio
della
versione
pubblicata
nel
1922
(la
versione
integrale
del
poemetto
è
oggi
disponibile
nell'edizione
Rizzoli).
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Una
foto
giovanile
di
T.S.
Eliot
|
Vivienne Haigh-Wood
(a
sinistra)
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La
"terra
desolata"
di
Eliot
è
contemporaneamente
la
terre
gaste
dei
poemi
epici
medievali,
cioè
un
territorio
devastato,
sterile
e
pieno
di
pericoli che
i
cavalieri
devono
attraversare
per
arrivare
al
Graal
(uno
dei
simboli
centrali
del
poemetto),
e
il
mondo
moderno,
segnato dalla
crisi
e
dalla
sterilità
della
civiltà
occidentale,
giunta
secondo
Eliot al
termine
del
suo
percorso:
la
prima
guerra
mondiale
era terminata
neanche
quattro
anni
prima
della
pubblicazione
del
poemetto
ed
ora
se
ne
percepiva
chiaramente
la
natura
folle,
l'insensatezza
di
un'esplosione
di
violenza
che
aveva
distrutto milioni
di
vite
e
le
economie
delle
grandi
nazioni
europee,
portandole
quasi
al
collasso.
Infine,
la
"terra
desolata"
è
anche
Londra,
città
dove
Eliot
risiedeva,
nella
quale
sono ambientate
alcune
scene
del
poemetto.
Di
recente si
è
fatta
strada
un'altra
ipotesi
per
quanto
riguarda
il titolo:
Eliot,
profondo
conoscitore
di Dante
Alighieri
e
suo
grande
ammiratore,
potrebbe
avere
"tradotto"
un'espressione
dantesca:
In mezzo mar siede un paese guasto
(Dante, Inferno, XIV, 94).
Anche
il suono
delle
parole,
quasi
identico
(waste-guasto)
farebbe
propendere
per
questa
ipotesi,
suffragata
anche
dalla
presenza
di altre
citazioni
dantesche
e dal
fatto
che
il poemetto
riporta
in chiusa
un verso
della
Divina
Commedia in
lingua
originale:
Poi
s'ascose
nel
foco
che
gli
affina
(Purgatorio,
XXVI,
148).
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Molto
probabilmente,
però,
il titolo
eliotiano
vuole
significare tutte
queste
cose
insieme.
Non
bisogna
inoltre
dimenticare
che
"The
Waste
Land" è
un
prestito
da
Jessie
Weston,
autrice
di
From
ritual
to
romance,
opera
a
cui
Eliot
deve
molto,
in
cui
l'antropologa
analizza
il
vasto
materiale
su
miti
e
leggende
di
età
medioevale,
in
particolare
sul
Sacro
Graal
e
i
tarocchi.
Riporto
a parte
l'intero
testo
del
poemetto
seguito
dalla
traduzione.
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