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I CATARI
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A dire il vero sin da una
ventina d'anni prima il
prevosto Evervino di Steinfeld
aveva avvertito con preoccupata
apprensione la presenza
e la diffusione in Colonia
di un gruppo particolare
di eretici e ne aveva scritto
a san Bernardo di Clairvaux
[ispiratore
fra l'altro
della creazione
del movimento
Templare].
"Costoro - Evervino afferma
- si ritengono i veri depositari
dell'insegnamento di Cristo
e gli unici legittimati
a chiamarsi suoi discepoli
perché come Cristo
e gli apostoli nulla possiedono;
hanno una loro gerarchia;
condannano il matrimonio
e si astengono da latticini
e carne, da tutto ciò
insomma che è originato
da un rapporto sessuale;
non hanno sacramenti tranne
il battesimo, che impartiscono
non con l'acqua ma imponendo
le mani, e tranne l'eucarestia,
che consiste nello spezzare
il pane recitando il Pater,
unica preghiera da essi
ammessa. Non solo, ma il
loro credo è tale
che, condannati al rogo,
sopportano il martirio stoicamente
e una loro giovane compagna,
cui si voleva risparmiare
tale fine, preferisce addirittura
gettarsi spontaneamente
nelle fiamme piuttosto che
rinnegare la propria fede".
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Filippino
Lippi, Visione
di San Bernardo
da Chiaravalle,
1486
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Evervino, poi, riferendo
che gli eretici coloniesi
«affermano che la
loro eresia è rimasta
nascosta dal tempo dei martiri
fino ai nostri giorni in
Grecia e in altre regioni»
donde sarebbe trasmigrata
in Germania, conferma quei
legami con la chiesa orientale
che la presenza di un «papa»
Niceta a St Félix lascia
intuire. Il prevosto tedesco,
tuttavia, non coglie nei
temi propri del movimento
quella che ne è la
peculiarità, l'adesione
cioè ad un dualismo
di tipo mitigato, riconducibile
ai Bogomili della Tracia
e della Macedonia, ben diverso
dal dualismo radicale che
a St Félix sarà predicato
da Niceta e che, d'ispirazione
chiaramente pauliciana,
si affiancherà al
primo e determinerà
non poco lo sviluppo e la
storia dell'eresia occidentale.
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