Nell'Alessandria
d'Egitto
dei
Tolomei
(III secolo
a.C.) si
ebbe la
prima grande
fioritura
del pensiero
scientifico,
il primo
tentativo
veramente
prometeico
di emancipare
l'uomo dalla
dipendenza
da credenze
e superstizioni
di varia
natura per
dotarlo
di strumenti
di comprensione
della realtà
universalmente validi
e dimostrabili.
Concetti
come "esattezza",
"settorialità" e
"ripetibilità"
si affacciarono
allora per
la prima
volta alla
ribalta della
cultura
occidentale,
andando
a costituire
i capisaldi
di quella
che chiamiamo
scienza.
In seguito
questi concetti
furono dimenticati
per secoli:
si dovrà
attendere
il Seicento,
con Copernico, Keplero
e Galilei,
per assistere
alla riscoperta
di qualcosa
di analogo.
Nel
contesto del Mousèion,
la faraonica istituzione finanziata
dai Tolomei
e destinata
ad ospitare una
serie di gabinetti
scientifici (oltre
ad un osservatorio
astronomico e alla
celebre biblioteca), operò
Ipparco di Nicea
(185-127 a.C.),
probabilmente il
massimo astronomo
dell'antichità,
al quale si deve
fra l'altro il primo
tentativo di calcolare
la distanza terra-luna
e terra-sole mediante
l'applicazione della
trigonometria;
in precedenza già
il grande Eratòstene
di Cirene (III
sec. a.C.) aveva
calcolato in questo
modo la misura della
circonferenza
terrestre, ottenendo
un dato sorprendentemente
vicino a quello
reale:
250.000 stadi egizi (1 stadio egizio = 157.5 metri), quindi
39.375 km contro i 40.075 reali, con un errore dell'1.5% circa.
Ipparco
ottenne una misurazione
molto precisa
della distanza terra-luna,
mentre non altrettanto
esatto, a causa
della enorme lontananza
e della imprecisione
degli strumenti
allora disponibili,
fu il calcolo della
distanza terra-sole,
che tuttavia risulta metodologicamente
impeccabile.
Per determinare la distanza Terra-Luna, che gli consentì, successivamente, di stabilire la distanza tra la Terra e il Sole,
Ipparco utilizzò il metodo della parallasse, già usato da Aristarco di Samo (il
grande astronomo
che per primo aveva
formulato la teoria
eliocentrica) circa un secolo prima.
La
parallasse è
lo spostamento apparente
che un oggetto S
sembra subire se
viene osservato
da due punti di
vista diversi: O
e O’.
Osserviamo
la figura: immaginiamo
due osservatori,
posti uno in posizione
O e l'altro in posizione
O', con un uomo
di fronte a loro
in posizione centrale; sulla
parete di fondo,
O e O’ vedono l’immagine
dell’uomo in due
posizioni diverse.
Meglio ancora, potremmo
immaginare due riflettori
in una stanza buia,
posti uno in O e
l'altro in O': l'ombra
dell'uomo posto
centralmente rispetto
ad essi viene proiettata
sullo sfondo in
due posizioni diverse.
L’angolo
che congiunge queste
posizioni con l’uomo
è l’angolo
di parallasse.
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