CHE COS'E' L'IRONIA

 

 

Due altri generi vanno menzionati, in quanto, pur non essendo sempre legati all'ironia, possono tuttavia utilizzarne il linguaggio: la parodia e la satira.

La satira è un genere fluttuante, che sfugge ad ogni interpretazione precisa. È difficile trovare oggi due autori che concordino nel definirla, come nota J.T. Shipley. Tuttavia, alcune caratteristiche sono rimaste costanti nella sua definizione, da Quintiliano a Northrop Frye: la satira è concepita "as attack to expose folly or vice, dullness or evil - or even to advance some amoral position (e.g., H.L. Mencken) or an immoral stance (e.g. Machiavelli) - whether by gentle rebuke or scarifying verbal onslaught, by ridicule or invective, whether direct through burlesque or indirect through irony" (J.T. Shipley, Dictionary of World Literary Terms, The Writer Inc., Boston, 1970); ovvero "come attacco per esporre follia o vizio, ottusità o male - o anche per proporre qualche posizione amorale (ad esempio, H.L. Mencken) o un atteggiamento immorale (ad esempio Machiavelli) - sia attraverso un blando rimprovero che un furibondo assalto verbale, sia attraverso il ridicolo che l'invettiva, sia direttamente attraverso il burlesco che indirettamente attraverso l'ironia".

Interessante è notare che proprio Northrop Frye (Anatomy of Criticism: Four Essays, Princeton University Press, 1957, pag. 223) distingue la satira dall'ironia per il fatto che nella satira la situazione viene percepita immediatamente "grottesca", mentre nell'ironia il conflitto viene celato sotto un'apparente contenuto realistico.

 

Northrop Frye

La satira sarebbe dunque una militant irony: "Irony is consistent both with complete realism of content and with the suppression of attitude on the part of the author. Satire demands at least a token fantasy, a content which the reader recognize as grotesque, and at least an implicit moral standard, the latter being essential in a militant attitude to experience" (op.cit. pag. 124).

La parodia, infine, potrebbe in qualche misura essere considerata una forma di ironia socratica: essa presuppone una conoscenza previa da parte dell'interprete di uno standard (narrativo o di valori), a cui l'autore fa riferimento per discostarsene e offrirne una reinterpretazione più o meno sarcastica o satirica. Per citare un esempio dalla letteratura greca, si pensi alla parodia dei poemi omerici nella Batracomiomachia.