CHE COS'E' L'IRONIA

 

 

Ma occupiamoci specificamente dell'ironia.

Come tropo della parola, l'ironia è la caratteristica espressione antifrastica, che fa perno sul contesto linguistico o extra linguistico perché sia avvertito lo scarto.
Il Lausberg la definisce così: "l'uso del vocabolario partigiano della parte avversa, utilizzato nella ferma convinzione che il pubblico riconosca la incredibilità di questo vocabolario. La credibilità della propria parte risulterà, quindi, rafforzata tanto che, come risultato finale, le parole ironiche verranno intese in un senso che sarà completamente opposto al loro senso proprio" (tr. it. pagg. 128s).

Come tropo del pensiero "è in primo luogo ironia di parola continuata come ironia di pensiero, e consiste nella sostituzione del pensiero che si vuole intendere con un altro pensiero che sta in un rapporto di senso contrario al primo e che corrisponde quindi al pensiero dell'avversario" (tr. it. pag. 237).

L'esempio sublime di ironia retorica del pensiero è il Socrate dei dialoghi platonici (ironia socratica). Egli, dissimulando la sua opinione in un modo simile all'èiron della commedia, si presenta con modestia e fa professione di ignoranza, pronto ad assumere il punto di vista dell'avversario per condurlo però al punto estremo di assurdità e quindi alla sua negazione (cfr. Lausberg pag. 237).

Casi particolari dell'ironia retorica possono essere considerati il sarcasmo, lo humour, il paradosso (o l'ossimoro) e il doppio senso.

 

 

 

Socrate ritratto da Lisippo (IV a.C.)

Definiamoli uno per uno:

- il sarcasmo è l'uso crudele e beffardo di un'affermazione per esprimere in realtà la sua negazione;

- lo humour si ha "quando il riso entra in azione ad una certa distanza dall'oggetto, intriso d'affetto o venato di simpatia" (la definizione è di Luis Alonso Shökel);

- il paradosso è un uso sintagmatico di termini tra loro incongruenti o addirittura contraddittori (esempio il raggio delle tenebre);

- il doppio senso è dato dall'utilizzazione di termini "aperti" o di sintagmi che possono essere interpretati a diversi livelli, e corrisponde a ciò che la poetica araba classifica sotto il nome di taurija o di talhin.