IL DIAVOLETTO DI MAXWELL E L'ENTROPIA

 

 

        «Se concepiamo un essere con una vista così acuta da poter seguire ogni molecola nel suo movimento,

pur avendo le medesime nostre limitazioni per quanto riguarda altri attributi,

questi potrebbe fare ciò che a noi oggi è impossibile»

(James Clerk Maxwell)

 

Il diavoletto di Maxwell, detto anche demone di Maxwell, è una minuscola creatura immaginaria che può controllare una botola in un gas per separare gli atomi caldi da quelli freddi. Maxwell propose questo esperimento intellettuale circa 150 anni fa come una sorta di sfida, per verificare se il secondo principio della termidinamica sia veramente un principio, e come tale inviolabile.

L'esperimento infatti sembrava offrire un modo piuttosto semplice di violarlo, producendo una variazione di temperatura tra due corpi senza alcuna spesa di energia e riducendo così l'entropia1 in un sistema isolato2.

 

 

Esistono molte formulazioni equivalenti del secondo principio della termodinamica; quelle storicamente più importanti sono le seguenti:

1) È impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia quello di trasferire calore da un corpo più freddo a uno più caldo (formulazione di Clausius).

2) È impossibile realizzare una trasformazione ciclica il cui unico risultato sia la trasformazione in lavoro di tutto il calore assorbito da una sorgente omogenea (formulazione di Kelvin-Planck).

3) Non è possibile - nemmeno in linea di principio - realizzare una macchina termica il cui rendimento sia pari al 100%.

4) In un sistema isolato l'entropia è una funzione non decrescente nel tempo.

Nella fisica moderna la formulazione più ampiamente usata è quest'ultima.

 


 

Un passo essenziale per arrivare alla formulazione del secondo principio della termodinamica fu il teorema di Carnot.

Esso afferma che non è possibile realizzare una macchina termica operante tra due sorgenti che abbia un rendimento maggiore di quello della macchina di Carnot operante tra le stesse sorgenti.

L'efficienza termica (rendimento) del motore è la percentuale di energia che viene trasformata in lavoro durante una trasformazione di energia termica in energia meccanica.

L'efficienza termica è definita come:

\eta_{t} = \frac{L_{out}}{Q_{in}}

dove:

  • Lout è il lavoro in uscita dal sistema (lavoro prodotto),
  • Qin è il calore assorbito dal sistema (calore richiesto).

Carnot dimostrò che la massima efficienza possibile di un qualsiasi motore ha un limite definito da η:

\eta=\frac{\Delta L}{\Delta Q_1}=1-\frac{T_2}{T_1} \

dove:

  • ΔL è il lavoro fornito dal sistema (energia esistente nel sistema sotto forma di lavoro),
  • ΔQ1 è il calore in ingresso nel sistema (energia termica entrante nel sistema),
  • T2 è la temperatura assoluta del serbatoio più freddo, e
  • T1 è la temperatura del serbatoio più caldo.

Il teorema di Carnot impone quindi una limitazione essenziale nella resa di un motore termico ciclico: il motore può trasformare solo una parte del calore in energia meccanica e il rendimento non è mai del 100%.

Naturalmente nulla va perduto: lo vieta il primo principio della termodinamica, detto della conservazione di energia, il quale afferma che la quantità totale di energia di un sistema isolato è costante, cioè che il suo valore si mantiene immutato nel tempo.

Tuttavia una parte dell'energia assume la forma di calore degradato, che si disperde nell'atmosfera e non può più essere riutilizzato.

In sintesi: nessuna trasformazione di energia da una forma in un’altra presenta un rendimento del 100%; una certa quantità va sempre perduta in una forma inutilizzabile, rappresentata dal calore che viene disperso nell’atmosfera.

 


 

(1) L'entropia è una grandezza che viene interpretata come una misura del caos in un sistema fisico o più in generale nell'universo; descrive il fenomeno per il quale le trasformazioni fisiche avvengono invariabilmente in una direzione sola, ovvero quella verso il maggior disordine.

(2) Un sistema si dice isolato se non permette un flusso né di energia né di massa con l'ambiente esterno.