Il Corpus hermeticum, così come era noto agli studiosi
in
età
medievale,
era composto
da
17
trattati,
numerati
da
1
a
14
e
da
16
a
18
(il
quindicesimo
trattato,
inserito
nel
corpus
nel
1554
dal
filologo
Adriano
Turnebus,
era
in
realtà
un
insieme
di
tre
estratti
dell'antologia
di
Stobeo).
Si
tratta
di
una
serie
di
testi
raggruppati
ed
ordinati
in
età
bizantina,
scelti
probabilmente
per
la
loro
ispirazione
filosofica
e
l’assonanza
delle
dottrine
ivi
presentate
con
gli
elementi
della
cultura
cristiana.
Da
questa
collezione
risultano
infatti
eliminati,
o
comunque
sensibilmente
ridotti,
quegli
aspetti
legati
alle
pratiche
occulte
(magia,
astrologia,
alchimia)
che
spiccavano
invece
nei
titoli
delle
più
antiche
testimonianze
greche
attribuite
ad
Hermes
che
ci
sono
pervenute.
Alla
scomparsa
(o
meglio,
all'occultamento)
della letteratura ermetica
contribuì
in
modo
decisivo
l'attacco
sferrato
contro
di
essa
da molti filosofi e
dai
Padri della Chiesa, tanto che il Cristianesimo definì l'ermetismo una dottrina
eretica, mettendo al bando definitivamente ogni tipo di trattato di matrice
ermetica. Passò quindi molto tempo prima che si sentisse ancora parlare di
ermetismo, tanto più essendo sparito tutto il corpus dei trattati.
Gli
scritti
di
magia,
medicina
magica
ed
astrologica,
alchimia
che
in
età
medievale
circolarono
sotto
l’attribuzione
ad
Hermes,
furono
in
gran
parte
tradotti
dall’arabo,
sebbene
originariamente
costituiti
da
materiali
risalenti
all’età
ellenistica.
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Hermes
Trismegisto
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Fu Michele
Psello, uno studioso bizantino vissuto a cavallo del XI secolo, a dare nuova
vita alla dottrina ermetica e al Corpus Hermeticum, che però rimase
ignoto
in
Occidente.
L'esistenza
del
testo
venne
probabilmente
resa
nota in
occasione
del
concilio
tenutosi
a Firenze
sotto Cosimo
de'
Medici
nel
1438
nel
tentativo
di sanare
lo
scisma
d'Oriente. La
data
del
1438
è
veramente
epocale,
perché in
quell'occasione
l'imperatore
Giovanni
VIII
di
Bisanzio
e
il
patriarca
di
Costantinopoli
Gennadio
II
arrivarono in
Italia
con
un
seguito
di
ben
650
studiosi,
eruditi
ed
ecclesiastici.
Fra
i
testi
resi
noti
in
quell'anno
c'è
anche
il
Timeo
di
Platone,
fino
ad
allora
sconosciuto.
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