HENRY JAMES FRA RETICENZA E AUTOCENSURA: IL GIRO DI VITE

 

 

Poche opere letterarie sono state concepite per "dire e non dire" come Il giro di vite (The Turn of the Screw), romanzo breve di Henry James (1843-1916) del 1898, considerato dalla critica un capolavoro del genere "gotico", salutato da Oscar Wilde come un racconto meraviglioso, altrettanto violento e scioccante di una tragedia elisabettiana.

Il suo successo fu tale da ispirare l'omonima opera lirica di Benjamin Britten, del 1954, ed una serie impressionante di film: Suspense (The Innocents, 1961), Improvvisamente un uomo nella notte (The Nightcomers, 1972), Un altro giro di vite (Otra vuelta de tuerca, 1985), Presenze (The Turn of the Screw, 1994), Presence of Mind (1999), The Others (2001), The Turn of the Screw (2003), In a Dark Place (2006), e perfino un episodio di Lost (la puntata numero sette).

Fra questi, soltanto Suspense (The Innocents) di Jack Clayton del 1961 si può considerare una trasposizione fedele del libro; il film è molto riuscito, sorretto dall'ottima interpretazione di un'intensissima Deborah Kerr, una delle attrici più interessanti e meno convenzionali di quel periodo. Il film vinse numerosi premi e candidature, tra i quali l’Edgar Allan Poe Awards (Miglior Film), il National Board of Review, USA (Miglior Regia), BAFTA Awards (Nomination Miglior Film). Ne proporrò di seguito due scene.

 

 

Henry James all'età di 17 anni

 

Pur tenendo conto del fatto che il romanzo nasce in piena epoca vittoriana (1837-1901), un periodo incredibilmente puritano (si dice che si coprissero le gambe dei tavolini), non è certo questo, o solo questo, il motivo per cui quest'opera risulta così reticente. Si tratta di una ben precisa scelta dell'autore, che ha voluto consegnarci un enigma, un puzzle impossibile da ricostruire, illudendoci continuamente di aver trovato la "chiave" e puntualmente beffandoci. Il romanzo allude ma non dice, accenna ma non svela, rimanda costantemente ad un "non detto" che tocca a noi immaginare: ma quanto correttamente? Non lo sapremo mai. Il fatto è che la realtà alla quale questo romanzo breve sembra accennare - sempre che l'abbiamo ben compresa - è così imbarazzante da rendere comprensibile la scelta della reticenza.

Ma procediamo con ordine, seguendo anzitutto la falsariga di questo articolo.

Henry James nasce a New York nel 1843, e come molti suoi contemporanei subisce prepotente il fascino del cossidetto virus europeo che indusse buona parte degli scrittori e degli intellettuali dell’epoca a viaggiare in lungo e in largo per il vecchio continente assumendone e assimilandone la cultura e la storia.

A Parigi viene influenzato dalla frequentazione con Flaubert, Zola e Maupassant, dopodichè si stabilisce definitivamente a Londra, dove dà vita alla maggior parte dei suoi capolavori, tra cui Il giro di vite.