LA CENSURA NELLA CANZONE ITALIANA SOTTO IL FASCISMO

 

 

Negli anni '20 comincia il regime: il fascismo, negli anni dell'ascesa e del consolidamento, esercita un rigido controllo su tutti i mezzi di comunicazione di massa e sui fenomeni artistici. La parola d'ordine era "nazionalizzazione": il cocktail diventava "coda di gallo", il cognac "arzente" e il pullover "farsetto".

Vediamo qualche riflesso di questo clima sul panorama musicale.

1924: Una circolare del PNF reca l'ordine di presentare tutte le canzoni straniere con parole "comunque tradotte". Se ne vedranno delle belle. Anche gli artisti videro liberamente italianizzati i loro nomi, Louis Armstrong diverrà per il pubblico italiano Luigi Braccioforte e Benny Goodman Beniamino Buonomo (!).

1926: Il censore ordina di cambiare alcuni versi a "La leggenda del Piave" di E.A. Mario, che conteneva nella prima stesura espressioni sconvenienti come "tradimento" o "onta consumata a Caporetto", in riferimento alla tragica rotta dell'esercito italiano nell'ottobre 1917. Quei termini vennero ritenuti inaccettabili per l'onore della nuova patria fascista.

1928: Citiamo un articolo apparso su "Il Popolo d'Italia" (il giornale di Mussolini) il 30 marzo a firma Carlo Ravasio: "E' nefando e ingiurioso per la tradizione e per la stirpe riporre in soffitta violini e mandolini per dare fiato a sassofoni e percuotere timpani secondo barbare melodie che vivono soltanto per le effemeridi della moda. E' stupido, ridicolo e antifascista andare in sollucchero per le danze ombellicali di una mulatta o accorrere come babbei ad ogni americanata che ci venga da oltreoceano.". In seguito a questo pezzo, l'EIAR riduse notevolmente la messa in onda di musica straniera ed americana in particolare.

1929: I carabinieri emanano una serie di circolari riservate aventi per oggetto i dischi contrari all'ordine nazionale o comunque lesivi dell'autorità costituita: figurano nell'elenco inni nazionali come "La Marsigliese", ballate sulla ricostruzione della sfortunata impresa di Umberto Nobile al Polo Nord, oltre naturalmente a canti socialisti o anarchici. In particolare si segnala l'arresto a Milano di due uomini, presumibilmente anarchici, sorpresi a cantare motivi inneggianti a Gaetano Bresci, il regicida che il 29 luglio 1900 uccise Umberto I.

 

 

Il "Trio Lescano"

 

E siamo agli anni '30, quelli del definitivo consolidamento del regime: imperialismo, autarchia e, subito prima del grande dramma, le leggi razziali.

1935: Incredibile ma vero: gli strali censori si abbattono su uno dei brani cult del regime: la prima stesura di "Faccetta nera", infatti, scritta nel 1935 da Giuseppe Micheli e Mario Ruccione, non era piaciuta per un paio di motivi: innanzi tutto era in romanesco, cosa non troppo gradita per il particolarismo dell'idioma locale, poi conteneva troppi accenti di ammirazione per la "bella abissina", suonando quasi come un incoraggiamento alla commistione delle razze. Un anno più tardi l'autore dovette porvi mano pesantemente. A questo motivetto che aveva ormai conquistato gli italiani, si tentò tuttavia di contrapporre una "Faccetta bianca", canzone mediocre di Grio e Macedonio, che non lascerà traccia. In seguito, facendo buon viso a cattivo gioco e travolti loro stessi dal successo popolare del brano, i gerarchi furono costretti ad adottare la versione rimaneggiata di "Faccetta nera" come uno degli inni del regime.

1936: Il 3 novembre alle 17,20 va in onda una trasmissione radio con l'Orchestra di Piero Rizza che propone tutti brani di autori stranieri. Parziale riammissione del jazz nell'etere.

1937: A gennaio iniziano le trasmissioni dell'orchestra jazz Ramponi. Il 6 aprile furono di scena Kramer ed i suoi solisti. Il quartetto jazz dell'Eiar suona regolarmente tutte le sere alle 20,40.

1938: Nuovo cambiamento d'umore nei confronti del Jazz. Il genere torna ad essere bollato come "musica negroide" e le trasmissioni di jazz scompaiono del tutto dalla programmazione EIAR. Cominciano a circolare le cosiddette "canzoni della fronda", quelle che sotto testi apparentemente "nonsense" contengono, o le autorità credono contengano, ironiche e velate corbellature al regime. Altre, ancora più sottili, vennero interpretate dai dissidenti reindirizzando l'originale messaggio amoroso in chiave satirica. Un esempio al riguardo viene considerata "Un'ora sola ti vorrei", dato che molti vennero sorpresi a cantarla guardando il ritratto di Mussolini. (Un'ora sola ti vorrei / per dirti quello che non sai/ io che non so scordarmi mai / che cosa sei per me...).

1939: Altra presunta canzone della fronda, è la volta di "Maramao perché sei morto", interpretata dal Trio Lescano su testo di Panzeri. Ispirato ad un canto popolare abruzzese (maramao è infatti la contrazione di mara maje, amara me), il brano fu lanciato pochi mesi dopo la morte di Costanzo Ciano, padre di Galeazzo, in onore del quale si stava erigendo un monumento a Livorno. Sul basamento che doveva ospitare la statua, alcuni studenti affissero nottetempo le prime parole della canzone, ormai famosa (Maramao perché sei morto?/ Pane e vin non ti bastava,/ l'insalata era nell'orto/ e una casa avevi tu), che vennero ritenuti offensivi verso un eroe del fascismo. Panzeri fu convocato d'urgenza dal capo della censura che gli contestò l'accaduto. L'autore se la cavò asserendo di aver scritto le parole incriminate prima della dipartita del potente fascista. Altro pezzo malvisto dal regime nell'anno è "Pippo non lo sa" (Kramer-Rastelli-Panzeri), nel quale molti vedono allusioni a Starace ed altri gerarchi che si pavoneggiano nelle uniformi d'orbace.

Negli anni '40 il grande dramma si consuma: il 10 giugno 1940 l'Italia entra in guerra.

1940: scatta il divieto di ballare in pubblico, vengono chiusi i locali notturni, la musica americana (jazz compreso) è assolutamente proibita e c'è la messa al bando totale degli autori ebrei. Proibita la diffusione del brano "Signora Illusione", i cui versi "illusione, dolce chimera sei tu" e finanche il titolo stridevano palesemente con l'imperativo categorico appena enunciato dal Duce "Vincere e vinceremo!" "Silenzioso slow", meglio nota come "Abbassa la tua radio", di Alberto Rabagliati, fu invece bandita perché accusata di sottintendere un invito all'ascolto di Radio Londra, emittente vietatissima al radioascoltatore italiano.

1942: Viene censurato "Il Tamburo della banda d'Affori", testo ancora di Panzeri, per i versi "Il tamburo principal / della banda d'Affori / che comanda cinquecento cinquanta pifferi...". Per una sospetta coincidenza, 550 era proprio il numero dei componenti della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, e al censore non sfuggì l'ambiguo accostamento. La scure si abbatte anche su Bixio e Cherubini per "La mia canzone nel vento". I versi "vento, vento portami via con te" erano da molti associati al Duce e rielaborati in "portalo via con te". Assieme a tutta la produzione anglo-americana, esclusa per cause belliche dalla programmazione dell'EIAR, tra le prime ad essere bandite fu il successo mondiale di Bing Crosby, "White Christmas", accusata di presentare il nemico in toni troppo positivi, mentre è chiaro che essi non potevano essere buoni. "Caro Papà", di Jone Caciagli, accorata lettera di un bimbo al sua papà lontano al fronte, parve al censore eccessivamente disperata e scarsamente ispiratrice del sentimento di "immancabile vittoria".

1943: Caterinetta, Giuditta e Sandra Leschan, meglio note come il Trio Lescano, vengono bandite dalla radio in quanto di origine ebrea. In seguito verranno arrestate e rinchiuse nel carcere genovese di Marassi per sospetto spionaggio. L'accusa era che cantando "Tuli-pan" (cover di un successo americano, Tulip-time) mandassero in realtà messaggi al nemico. Intanto la celeberrima "Lili Marlene", vera e tragica colonna sonora della seconda guerra mondiale, viene dapprima censurata nelle ultime due strofe, quando il soldato dice alla sua amata che avrebbe preferito essere a casa con lei pittosto che in guerra, e successivamente proibita del tutto in quanto accusata di deprimere il morale dei combattenti.

 

(Fonti:

http://it.wikipedia.org/wiki/Censura

http://e-revues.pum.univ-tlse2.fr/

http://www.hitparadeitalia.it/mono/censura.htm

http://www.musicaememoria.com/la_rai_e_le_canzoni.htm)