La sismologia è la branca della geofisica che si occupa dei terremoti o sismi
e della struttura interna della terra.
Il terremoto è una vibrazione
del terreno che viene prodotta dalla rottura di grosse masse di roccia
che si trovano nel sottosuolo. Lo studio delle deformazioni e delle dislocazioni che le rocce subiscono per opera di forze che agiscono dall’interno del pianeta si chiama tettonica. Il terremoto è quindi un fenomeno tettonico.
Lo studio dei terremoti e dell’interno della terra si basa sulle onde sismiche che vengono generate dai terremoti stessi. Nella maggior parte dei casi il terremoto è provocato dallo scorrimento di masse rocciose in corrispondenza di una faglia. In geologia si chiama faglia una frattura scomposta della crosta terrestre.
In corrispondenza della faglia i due blocchi rocciosi separati hanno un movimento reciproco.
Quando un materiale solido viene compresso o stirato, si deforma con
modalità che dipendono dalle caratteristiche del solido stesso. Il comportamento di un materiale si definisce plastico
se, all’applicazione di una forza, subisce una deformazione permanente,
che si mantiene anche quando la forza cessa di essere applicata. Il comportamento di un materiale si definisce elastico
se, all’applicazione di una forza, subisce una deformazione
proporzionale alla forza applicata e se, finita l’applicazione della
forza, recupera la forma originaria.
Il sismologo americano H.F. Reid ha
formulato la teoria del rimbalzo
elastico a partire dall'osservazione del disastroso terremoto che nel
1906 ha distrutto San Francisco, accompagnato da uno spostamento dei terreni ai due
lati della faglia di San Andreas.
Egli
è così
giunto a concludere
che quando un blocco crostale è sottoposto a sforzi, si comporta elasticamente:
non si frattura subito, ma si deforma lentamente e contemporaneamente
accumula energia elastica. Continuando lo sforzo, l’energia accumulata
supera un punto critico, chiamato carico di rottura, e le rocce si
spaccano all'improvviso. L’energia elastica, che si era accumulata per anni, si libera sotto forma di intense vibrazioni che si propagano in tutte le direzioni.
Un'immagine
del disastroso tsunami
seguito
al
sisma
che
ha
appena
devastato il
Giappone
ll'11
marzo
2011
(la
città
di
Natori
Miyagi)
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Origine
dei fenomeni
sismici A seconda dell'origine si distinguono tre tipi di terremoti:
1.
terremoti di sprofondamento e di assestamento, dovuti ad es. a un
crollo subitaneo e brusco di una cavità sotterranea. Talvolta
sono violenti, ma interessano un'area molto limitata;
2. terremoti
di origine tettonica, che sono di gran lunga i più numerosi e i
più disastrosi proprio per l'ampiezza della zona interessata.
Essi si verificano nelle zone della crosta terrestre o della
parte superiore del mantello in cui non è ancora stato raggiunto
l'equilibrio isostatico, per cui vi si originano movimenti di
compensazione o si accumulano tensioni in seguito a lenti e
impercettibili scivolamenti delle masse interne lungo grandi e
profonde faglie della crosta terrestre che portano poi a una
rottura subitanea. Si spiega così il fatto che le regioni
maggiormente interessate dai terremoti (regioni sismiche) sono
situate lungo le catene montuose di origine più recente o lungo
le grandi fosse oceaniche e corrispondono anche alle regioni
vulcaniche. Sono quelle lungo i margini orientale e occidentale
del Pacifico (Kamciatka, Giappone, Filippine, Indonesia, America
Centrale e regioni occidentali di quella Meridionale), lungo le
catene alpino-himalayane, lungo le fosse tettoniche dell'Africa
orientale e lungo le fratture degli oceani Atlantico, Indiano e
Pacifico. I terremoti tettonici possono originarsi anche a profondità
superiori ai 700 km, ma la maggior parte hanno profondità minori
di 60 km.;
3.
terremoti di origine vulcanica, che precedono o accompagnano le
eruzioni e che si possono spiegare con le spinte "a colpo d'ariete"
date dai gas e dalle lave per sfuggire da camini vulcanici
ostruiti. Anch'essi interessano un'area ristretta e possono
essere catastrofici, come nel caso dell'eruzione del Krakatoa del 1883;
un esempio antico
molto noto è
il terremoto
che precedette
ed accompagnò
la rovinosa
esplosione del
Vesuvio
nel 79 d.C.,
in cui perse
la vita Plinio
il Vecchio
e di cui ci
resta la testimonianza
di Plinio
il Giovane.
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