Il
primo pendolo
di Foucault
fu presentato
al pubblico
nel 1851, ed
era costituito
da una sfera
sospesa
alla cupola
del Pantheon
di Parigi.
Un esemplare
del pendolo di Foucault si
trova oggi anche al Conservatoire des Arts et Métiers di Parigi,
in cui prende
inizio l'omonimo
romanzo di Umberto Eco,
del 1988.
L'importanza
del pendolo è
legata ad problema
e ad un esperimento
di particolare
rilievo scientifico,
che è
opportuno rievocare.
Quasi tutti sono consapevoli di un
movimento relativo fra noi e le stelle: infatti, se capita di avere una stella
sopra la testa (allo zenit), dopo qualche ora la osserveremo spostata.
Ciò è spiegabile in tre modi:
a) la Terra si muove con periodo di circa 24 h in senso antiorario;
b) la volta celeste si muove con un periodo di circa 24 h in senso orario;
c) si muovono sia la Terra che la volta celeste con un periodo relativo
di circa 24 h; ad esempio la Terra in senso orario con un periodo di 9
h e la volta celeste in senso antiorario con periodo di 15 h.
Copernico, ritenendola più semplice ed economica, scelse l’ipotesi a), senza però poter fornire alcuna prova.
Il
pendolo di Foucault
nel Pantheon
di Parigi
|
La Chiesa, sia
cattolica che protestante, riferendosi alle Scritture, scelse
l’ipotesi b) a suo tempo formulata dagli antichi, secondo i quali le
stelle erano fisse su di una grande sfera che ruotava in 24 h circa
intorno alla Terra, immobile al centro.
Nessuno scelse la possibilità c).
Galilei era talmente convinto della necessità di una prova da
inventarla; nel Dialogo sopra il flusso e riflusso del mare sosteneva,
a torto e con argomentazioni molto poco coerenti con il suo metodo
scientifico, che il fenomeno delle maree fosse la prova inconfutabile
del movimento della Terra, e ridicolizzò Keplero che, giustamente,
l’attribuiva all’attrazione lunare.
In una lettera del 1679 a Robert Hooke, Newton spiega, utilizzando le
leggi della Dinamica, come la caduta dei corpi sulla superficie della
Terra dovrebbe indicare una sensibile deviazione dalla verticale,
qualora venisse osservata rispetto ad un sistema di riferimento
assoluto; è lo stesso Hooke ad eseguire praticamente l’esperimento,
senza ottenere risultati significativi, ma iniziando la lunga serie di
esperienze destinate a fornire prove dirette e interne (cioè
prescindendo da osservazioni astronomiche) del movimento rotatorio del
pianeta.
Guglielmini nel 1791 ripeterà l’esperimento dalla Torre degli Asinelli
di Bologna, ma i risultati erano fortemente influenzati dalla
resistenza dell’aria. E’ forse per questo che gli ulteriori tentativi
vennero condotti con successo utilizzando i pozzi delle miniere, prima
da Benzenberg (1804) e poi da Reich (1831).
In seguito, la variazione di g (accelerazione di gravità) con la
latitudine, dimostrò l’appiattimento della Terra ai poli e quindi la
sua rotazione.
|