La fatale amicizia tra
Hitler
e
Mussolini
comincia a Venezia, un pomeriggio di giugno del
1934. Hitler indossa un impermeabile fuori moda e scarpe troppo gialle,
la goffaggine accresciuta da quel cappello in mano di cui non sa bene
che fare. La sua maschera chapliniana incarna perfettamente "l'idiota
di Berlino", il pazzo, il fanatico, l'alieno che appartiene a una
primitiva razza estinta, "lo strano uomo che consulta gli astri e sente
le voci" (così l'ambasciatore francese Francois Poncet), insomma il
personaggio curioso, surreale, inaffidabile come possibile statista.
Mussolini lo guarda un po' storto, tenendolo a distanza. Lui è il
padrone, l'altro il vassallo. Hitler stempera l'ostilità con un
sorriso adorante.
Hitler
e
Mussolini
a
Venezia
nel
1934
Salisburgo, aprile 1942. Mussolini appare smarrito,
la faccia sbagliata, il gesto soccorrevole. Ogni stretta di mano è un
maldestro inchino al führer. Le spalle sempre più curve. I ruoli sono
rovesciati. Il dominus è divenuto vassallo. Anche le immagini possono
divenire chiave di lettura storiografica, suggerire nuovi spunti.
Mussolini
e
Hitler
a
Salisburgo
nel
1942
Ripercorriamo
le
tappe
di
questa
amicizia
dalle
conseguenze
storiche
veramente
incalcolabili.
Quando
Hitler
fu
nominato
cancelliere
del
Reich,
il
30
gennaio
1933,
l’Italia
regia
viveva
il
suo
undicesimo
anno
di
un’era
fascista
al
culmine
della
sua
parabola
ascendente.
Negli
anni
della
gavetta,
della
difficile
scalata
al
potere,
cominciata,
a
Monaco,
alla
guida
di
uno
sparuto
gruppo
di
seguaci,
l’organizzazione
dello
stato,
la
creazione
di
specifiche
milizie
paramilitari,
la
volontà
di
riportare
l’Italia
ai
fasti
e
alla
grandezza
dell’antico
impero
romano,
facevano
di
Mussolini
e
del
regime
da
lui
creato,
l’assoluto
modello
per
il
futuro
führer,
un
esempio
da
esportare
in
una
Germania
che
stava
vivendo
gli
anni
difficili
e
tormentati
dell’umiliazione
post-bellica;
fu
proprio
con
la
mente
rivolta
alla
marcia
su
Roma
dell’ottobre
precedente
che
i
nazional-socialisti,
nel
novembre
1923,
tentarono
il
colpo
di
stato,
con
il
fallito "putsch
della
birreria".
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