Teoria
delle
stringhe
e
delle
superstringhe
Secondo
la
teoria
delle
stringhe,
la
materia
è
composta
da
minuscole
corde
vibranti
in
uno
spazio
di
11
dimensioni
(10+1),
dunque
7
in
più
dello
spazio
3
D
a
noi
noto
(più
la
dimensione
temporale).
Nell'ambito
della
teoria
delle
superstringhe,
troviamo
un
quarto
tipo
di
multiverso,
le
membrane.
Le
stringhe
potrebbero
essere
aggregate
a
membrane
3
D
(o
più)
immerse
in
uno
spazio
molto
più
ampio
(iperspazio);
ogni
membrana
è
un
universo
distinto.
Alcuni
scienziati
ritengono
che
il
Big
Bang
che
ha
dato
origine
al
nostro
universo
sia
stato
originato
da
uno
scontro
tra
due
o
più
membrane.
Seconda
la
teoria
delle
stringhe
e
delle
superstringhe,
le
ipotesi
di
natura
corpuscolare
e
ondulatoria
della
materia
non
sono
alternative.
A
un
livello
più
microscopico,
la
materia
appare
composta
da
particelle,
che
in
realtà
sono
aggregati
di
cariche
energetiche.
Ad
una
dimensione
di
analisi
crescente,
queste
particelle
si
presentano
composte
da
energia.
Il
costituente
primo
della
materia
sono
stringhe
di
energia
che
vibrano
ad
una
determinata
frequenza
o
lunghezza
d'onda
caratteristica,
e
che
si
aggregano
a
formare
particelle.
Gli
infiniti
universi
paralleli
potrebbero
coesistere
nello
stesso
continuum
di
dimensioni,
vibrando
a
frequenze
differenti.
Il
numero
di
dimensioni
necessarie
è
indipendente
dal
numero
di
universi,
ed
è
quello
richiesto
per
definire
una
stringa
(al
momento
11
dimensioni).
Questi
universi
potrebbero
estendersi
da
un
minimo
di
4
a
tutte
le
dimensioni
in
cui
è
definibile
una
stringa.
Se
occupano
4
dimensioni,
queste
sono
il
continuo
spazio-temporale:
nel
nostro
spazio-tempo,
coesisterebbero
un
numero
infinito
o
meno
di
universi
paralleli
di
stringhe,
che
vibrano
entro
un
range
di
lunghezze
d'onda/frequenze
caratteristico
per
ogni
universo.
Coesistendo
nelle
stesse
nostre
4
dimensioni,
tali
universi
sarebbero
soggetti
a
leggi
aventi
significato
fisico
analogo
a
quelle
del
nostro
universo.
La
novità
di
questa
teoria
è
che
gli
infiniti
universi
non
vivono
in
dimensioni
parallele,
né
necessitano
di
postulare
l'esistenza
di
più
di
4
dimensioni
di
spazio-tempo.
Ciò
che
consente
di
definire
una
pluralità
di
universi
indipendenti
non
è
un
gruppo
di
4
o
più
dimensioni
per
ogni
universo,
ma
l'intervallo
di
lunghezze
d'onda
caratteristico.
L'intervallo
teorico
di
frequenze/lunghezze
d'onda
per
le
vibrazioni
di
una
stringa
determina
anche
il
numero
finito/infinito
di
universi
paralleli
definibili.
Il
fisico
Brian
Greene,
nel
testo
divulgativo
"L'universo
elegante"
(Einaudi
-
2000),
spiega che
l'ipotesi
delle
molteplici
dimensioni
si
rende assolutamente
necessaria per
accordare
la
teoria
della
relatività
con
la
meccanica
quantistica:
la
"teoria
delle
stringhe"
deve
quindi
ipotizzare
che
le
particelle
atomiche
siano
situate
in
spazi
diversi,
non
tridimensionali,
ma
a
6
o
9
dimensioni
"arrotolate"
(o
comunque
"n"
dimensioni)
a
seconda
delle
varianti della teoria
delle
stringhe.
Esiste
una
formalizzazione
matematica,
anteriore
alla
teoria
delle
stringhe,
che
descrive
questi
spazi
multidimensionali,
messa
a
punto
dai
matematici
Eugenio
Calabi
e
Shing
Tung
Yau
(da
cui
la
denominazione
di
"spazi
di
Calabi-Yau").
Le immagini riprodotte
qui
sotto
possono dare una vaga idea della conformazione di
questi spazi, pur considerando che esse sintetizzano su
un piano bidimensionale ben 6 dimensioni. Derivano
comunque da modelli ridotti tridimensionali, "fotografati in
rotazione", come nella sequenza della seconda immagine:
I
principali
esponenti
della
"teoria
delle
stringhe"
sono i
fisici
George
Ellis
(alla
cui
teoria
anti-copernicana ho
dedicato
un
capitolo
della
mia
tesina),
U.
Kirchner
e
W.R.
Stoeger.
Un
multiverso
di
una
specie
differente
è
stato
ipotizzato
con
l'estensione
a
11
dimensioni
della
teoria
delle
stringhe
conosciuta
come
Teoria
M.
In
questa
teoria
il
nostro
universo,
così
come
gli
altri,
è
stato creato
da
collisioni
fra
membrane
in
uno
spazio
a
11
dimensioni.
A
differenza
di
quelli
della
meccanica
quantistica,
questi
universi
possono
avere
diverse
leggi
fisiche.
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