VII
Adesso
voglio considerare,
sempre per sommi
capi (riservandomi
di trattare
di queste cose
più specificatamente,
analizzandole
una per una
in prosieguo)
uno degli ulteriori
meccanismi che
potenziano l’effetto
distruttivo
della moneta
unica e delle
regole poste
dai trattati.
Ovvero, IL FISCAL
COMPACT.
Il
Fiscal Compact,
anche conosciuto
come Patto di
bilancio, è
un atto internazionale
che è
entrato
in vigore dal
1 Gennaio 2013.
Fiscal Compact
è il
nome informale
dato al 'Trattato
sulla stabilità,
il coordinamento
e la governance
nell'Unione
economica e
monetaria',
cioè
l’accordo siglato
tra i capi di
Stato e di governo
di 25 Paesi
componenti l’Unione
Europea (su
27), con le
sole eccezioni
di Regno Unito
e Repubblica
Ceca, in occasione
del vertice
tenutosi a Bruxelles
il 9 dicembre
2011. Accordo
che è
entrato in vigore
proprio in questi
mesi, nel gennaio
2013, dopo la
necessaria ratifica di
12 Paesi.
Per
sommi capi cosa
prevede il Fiscal
Compact?
-
Ogni
Paese dovrà
ridurre ogni
anno il suo
indebitamento
di 1/20 l’anno
della parte
eccedente il
60% del PIL.
Senza andare
nel tecnicismo,
ed essere il
più concreti
e comprensibili
possibile, cosa
significa nei
fatti questo
per l’Italia?
Significa
che in venti
anni il debito
pubblico italiano
dovrà
essere dimezzato.
Significa
che l’Italia
dovrà
sborsare circa
1000 miliardi
di euro in venti
anni.
Significa
TAGLIARE PER
VENTI ANNI IL
DEBITO PUBBLICO
DI UNA MEDIA
DI 40-50 MILIARDI
L'ANNO (e,
badate bene, la
cifra è ampiamente
sottostimata,
perché basata
su un debito pubblico
inferiore a quello
attuale ed in costante
aumento).
Quindi:
MANOVRE DI MANNAIA
SOCIALE PER
RECUPERARE OGNI
ANNO DAL PAESE
40-50 MILIARDI
DI EURO, CHE
VERRANNO SUCCHIATI
DAI SERVIZI
E DALLE PERSONE
(O OTTENUTI
TRAMITE SVENDITE
DI QUEL CHE
RESTA DEL PATRIMONIO
PUBBLICO) E
SPEDITI AI DETENTORI
DEL DEBITO PUBBLICO
(grandi banche,
ecc.): ALMENO
40-50
MILIARDI ALL'ANNO
DI
TAGLI, TASSE
(e SVENDITE)
PER I PROSSIMI
VENTI ANNI.
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I
risultati
dell'euroesperimento
sul
popolo
greco,
scelto
come cavia
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Come
ha scritto Giorgio
Cremaschi: “Secondo
quel patto,
che i cittadini
non per colpa
loro ignorano,
l’Italia si
impegna a dimezzare
in venti anni
lo stock del
debito pubblico.
Cioè
dobbiamo pagare
1000 miliardi,
50 all’anno.
In aggiunta
agli interessi
che ora ci costano
80 miliardi
all’anno. Insomma
un costo paragonabile
alle riparazioni
di una guerra
perduta. E di
guerra infatti
ha parlato Monti,
guerra al popolo
italiano”.
Per
l’Italia questa
disciplina feroce
sarà
un salasso di
dimensioni bibliche
che si abbatterà
su un Paese
profondamente
indebolito,
dove le aziende
cadono come
mosche, e crescenti
quote di persone
si avviano per
essere ridotte
alla fame.
E
naturalmente
renderà
praticamente
impossibile
per i prossimi
venti anni anche
solo parlare
di "crescita"
e "occupazione".
-
Inoltre
il Fiscal Compact
impone l’introduzione
della regola
del “pareggio
di bilancio”
in Costituzione.
L’Italia ha
già provveduto,
con votazione
finale in data
17 aprile 2012
-235 sì,
11 no e 24 astenuti:
il pareggio
di bilancio
è adesso
contenuto nell’art.
81 della Costituzione.
Il Parlamento
si è
espresso a maggioranza
dei due terzi
dei membri,
per evitare
che la necessità
del referendum
confermativo.
Anche in questo
caso, tutto
è avvenuto
nel silenzio
e nell’omertà
generale.
Il
pareggio di
bilancio significa
che UNO STATO
NON PUO’ SPENDERE
PER I PROPRI
CITTADINI PIU’
DI QUANTO TOGLIE
LORO COME TASSE.
Da aprile è
diventato anticostituzionale
e illegale fare
una cosa che
gli Stati hanno
sempre fatto
e continuano
molte volte
ancora a fare
in contesti
diversi dall’eurozona,
"spendere a
deficit": ovvero
spendere per
i servizi e
per i cittadini
più di
quanto tolgono
loro come tasse.
Invece adesso
vi sarà
l’obbligo di
un castrante
pareggio di
bilancio (cioè
se viene speso
per i cittadini
100 deve essere
tolto dai cittadini
100). Ma i burocrati
europei auspicherebbero
addirittura
un “surplus”,
che vorrebbe
dire che lo
Stato dovrebbe
sistematicamente
togliere ai
cittadini più
di quanto dà
loro (ovvero
spendere 100
per spese sociali,
ma togliere
in tasse 150).
Tradotto: una
ulteriore forma
di matematico
impoverimento.
Il
Parlamento italiano
ha ratificato
questo accordo
- che è
una pietra tombale
sulla crescita
e l’occupazione
in questo Paese
-
il 19 luglio
del 2012, nel
silenzio e nell’indifferenza
totale.
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